L’articolo riproduce la relazione del seminario di Ferrara del 6 maggio 2005, dedicato al giudizio della Corte costituzionale su alcune questioni relative al “falso in bilancio”, anche alla luce delle sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee sulla compatibilità della normativa italiana con il diritto comunitario. Nello scritto si mettono a confronto le posizioni delle due Corti rispetto alla portata del principio di legalità penale e del favor rei nei due ordinamenti. Particolare attenzione è dedicata alla sentenza del 3 maggio 2005 della Corte di Giustizia che si esprimeva per un’interpretazione del favor rei, secondo cui qualsiasi modifica favorevole al reo coprirebbe tutti i fatti commessi anteriormente all’entrata in vigore della legge, anche se tale modifica fosse contraria al diritto comunitario. Nella relazione si evidenzia come le questioni pendenti sul falso in bilancio forniscano l’occasione per il giudice costituzionale di tornare a ragionare sui limiti del principio di legalità penale e sull’interpretazione del favor rei. La tesi sostenuta dall’Autrice è che di una norma penale di favore incostituzionale o anticomunitaria non possa giovarsi chi ha commesso il fatto anteriormente alla entrata in vigore della norma stessa, a prescindere dalla dichiarazione di incostituzionalità o di incompatibilità con il diritto comunitario. In tal modo il principio di legalità penale verrebbe pienamente valorizzato, sia a livello nazionale che comunitario.

Relazione introduttiva : ai confini (nazionali e sovranazionali) del favor rei / M. D'Amico - In: Ai confini del favor rei : il falso in bilancio davanti alle Corti costituzionale e di giustizia / R. Bin, G. Brunelli, A. Pugiotto, P. Veronesi. - Torino : Giappichelli, 2005. - ISBN 8834856562. - pp. 1-30

Relazione introduttiva : ai confini (nazionali e sovranazionali) del favor rei

M. D'Amico
Primo
2005

Abstract

L’articolo riproduce la relazione del seminario di Ferrara del 6 maggio 2005, dedicato al giudizio della Corte costituzionale su alcune questioni relative al “falso in bilancio”, anche alla luce delle sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee sulla compatibilità della normativa italiana con il diritto comunitario. Nello scritto si mettono a confronto le posizioni delle due Corti rispetto alla portata del principio di legalità penale e del favor rei nei due ordinamenti. Particolare attenzione è dedicata alla sentenza del 3 maggio 2005 della Corte di Giustizia che si esprimeva per un’interpretazione del favor rei, secondo cui qualsiasi modifica favorevole al reo coprirebbe tutti i fatti commessi anteriormente all’entrata in vigore della legge, anche se tale modifica fosse contraria al diritto comunitario. Nella relazione si evidenzia come le questioni pendenti sul falso in bilancio forniscano l’occasione per il giudice costituzionale di tornare a ragionare sui limiti del principio di legalità penale e sull’interpretazione del favor rei. La tesi sostenuta dall’Autrice è che di una norma penale di favore incostituzionale o anticomunitaria non possa giovarsi chi ha commesso il fatto anteriormente alla entrata in vigore della norma stessa, a prescindere dalla dichiarazione di incostituzionalità o di incompatibilità con il diritto comunitario. In tal modo il principio di legalità penale verrebbe pienamente valorizzato, sia a livello nazionale che comunitario.
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
2005
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