“Il mio bambino nascerà sano?”. Questa è la domanda che ogni donna si pone all’inizio e durante la gestazione. Spesso l’ansia del successo riproduttivo è così forte da rendere un periodo felice e pieno di emozioni positive, angosciante e negativo. La DP è una branca della medicina (in particolare dell’ostetricia) che consente di svelare anomalie di sviluppo o patologie nel feto. Lo scopo della DP è quello di offrire ai genitori e al medico le migliori informazioni possibili sul rischio di dare alla luce un bambino affetto da anomalie cromosomiche o malattie genetiche. Lo sviluppo della DP è concomitante con lo sviluppo delle scienze biomediche negli ultimi 30 anni; infatti, fino agli anni settanta le conoscenze medico-scientifiche e la strumentazione a disposizione consentivano di ottenere poche informazioni sulla condizione del feto, del quale si poteva stabilire solamente la disposizione nel grembo materno, stato della crescita corporea attraverso la palpazione e percezione del battito cardiaco con l’utilizzo dello stetoscopio1 . In rapporto al nuovo ruolo della donna nella società moderna spesso matrimonio e gravidanza vengono rimandati ad una età compresa tra i trenta e i quaranta anni. Il concepimento tardivo comporta due problemi fondamentali: 1) aumento della probabilità che il feto presenti patologie cromosomiche (Sindrome di Down) o non cromosomiche (Iposviluppo); 2) anomalie durante la gravidanza (aborto spontaneo, parto prematuro). In questo senso la DP è diventata “indispensabile”, soprattutto nell’ultimo decennio. Presso gli ambulatori di diagnosi prenatale degli ospedali Mangiagalli e Buzzi, si è potuto constatare che, molto spesso, si presentano donne di qualsiasi età decise a sottoporsi ai vari test di screening ed eventualmente ad indagini invasive per una forte necessità di conoscere ogni minimo particolare del bambino che portano in grembo e soprattutto per sconfiggere la paura che “il bambino non venga bene”2 . Ma le donne sanno quali siano le vere indicazioni per l’esecuzione dei test? Quale la popolazione dovrebbe usufruirne e le “giuste riflessioni” da fare con il proprio compagno prima di decidere se, come e a quali indagini sottoporsi? Proprio per questo motivo si è deciso di approfondire meglio l’argomento per verificare quanto questa scelta sia accompagnata da una reale consapevolezza, e quindi un’adeguata conoscenza di tutto ciò che comporta affrontare questo percorso (rischi, esiti, progetti), oppure sia vissuta come scelta obbligata da una società che richiede, sempre più spesso, la perfezione. Lo scopo di questa ricerca è, quindi, quello di valutare il livello e la chiarezza dell’informazione da parte degli operatori e la relativa comprensione delle donne durante il counselling. Viene anche valutato il vissuto della donna dopo l’applicazione pratica delle tecniche invasive previste dalla DP. In ultima analisi, ci si propone anche di comprendere e verificare se le informazioni relative alla DP abbiano sortito un effetto tranquillizzante piuttosto che aumentare lo stato di ansia e paura nella donna.

Diagnosi Prenatale: la comunicazione e l’informazione per una scelta consapevole / L. Bacchetta, L. Gallo, D. Calistri. - [s.l] : null, 2009 Jun 30.

Diagnosi Prenatale: la comunicazione e l’informazione per una scelta consapevole

D. Calistri
Ultimo
2009

Abstract

“Il mio bambino nascerà sano?”. Questa è la domanda che ogni donna si pone all’inizio e durante la gestazione. Spesso l’ansia del successo riproduttivo è così forte da rendere un periodo felice e pieno di emozioni positive, angosciante e negativo. La DP è una branca della medicina (in particolare dell’ostetricia) che consente di svelare anomalie di sviluppo o patologie nel feto. Lo scopo della DP è quello di offrire ai genitori e al medico le migliori informazioni possibili sul rischio di dare alla luce un bambino affetto da anomalie cromosomiche o malattie genetiche. Lo sviluppo della DP è concomitante con lo sviluppo delle scienze biomediche negli ultimi 30 anni; infatti, fino agli anni settanta le conoscenze medico-scientifiche e la strumentazione a disposizione consentivano di ottenere poche informazioni sulla condizione del feto, del quale si poteva stabilire solamente la disposizione nel grembo materno, stato della crescita corporea attraverso la palpazione e percezione del battito cardiaco con l’utilizzo dello stetoscopio1 . In rapporto al nuovo ruolo della donna nella società moderna spesso matrimonio e gravidanza vengono rimandati ad una età compresa tra i trenta e i quaranta anni. Il concepimento tardivo comporta due problemi fondamentali: 1) aumento della probabilità che il feto presenti patologie cromosomiche (Sindrome di Down) o non cromosomiche (Iposviluppo); 2) anomalie durante la gravidanza (aborto spontaneo, parto prematuro). In questo senso la DP è diventata “indispensabile”, soprattutto nell’ultimo decennio. Presso gli ambulatori di diagnosi prenatale degli ospedali Mangiagalli e Buzzi, si è potuto constatare che, molto spesso, si presentano donne di qualsiasi età decise a sottoporsi ai vari test di screening ed eventualmente ad indagini invasive per una forte necessità di conoscere ogni minimo particolare del bambino che portano in grembo e soprattutto per sconfiggere la paura che “il bambino non venga bene”2 . Ma le donne sanno quali siano le vere indicazioni per l’esecuzione dei test? Quale la popolazione dovrebbe usufruirne e le “giuste riflessioni” da fare con il proprio compagno prima di decidere se, come e a quali indagini sottoporsi? Proprio per questo motivo si è deciso di approfondire meglio l’argomento per verificare quanto questa scelta sia accompagnata da una reale consapevolezza, e quindi un’adeguata conoscenza di tutto ciò che comporta affrontare questo percorso (rischi, esiti, progetti), oppure sia vissuta come scelta obbligata da una società che richiede, sempre più spesso, la perfezione. Lo scopo di questa ricerca è, quindi, quello di valutare il livello e la chiarezza dell’informazione da parte degli operatori e la relativa comprensione delle donne durante il counselling. Viene anche valutato il vissuto della donna dopo l’applicazione pratica delle tecniche invasive previste dalla DP. In ultima analisi, ci si propone anche di comprendere e verificare se le informazioni relative alla DP abbiano sortito un effetto tranquillizzante piuttosto che aumentare lo stato di ansia e paura nella donna.
30-giu-2009
comunicazione ; diagnosi prenatale ; gravida/coppia ; operatori sanitari
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Diagnosi Prenatale: la comunicazione e l’informazione per una scelta consapevole / L. Bacchetta, L. Gallo, D. Calistri. - [s.l] : null, 2009 Jun 30.
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