Il concetto di autopsia negativa, che si pone come motivo di studio approfondito in diversi settori applicativi, trova nella medicina legale un ambito di studio molto peculiare per i fini stessi dell'analisi forense. Appare chiaro che, anzitutto, sia molto discutibile quali siano i confini entro i quali si possa definire un'autopsia "bianca" poiché, come abbiamo assistito negli ultimi anni, seguendo la letteratura scientifica più accreditata, i vari ambiti nei quali si è sviluppata la ricerca per addivenire ad un approfondimento del significato di reperti e riscontri anche clinici, ha condotto alla segnalazione di differenti aspetti (istopatologici, genetici, biochimici) valorizzati, di volta in volta, per fornire la motivazione a morti, soprattutto improvvise, giunte ad esame anatomo patologico. Se si dovesse operare una sintesi di tali prospettazioni scientifiche, dal lato medico forense, si potrebbe affermare che, anzitutto, maggiori approfondimenti tecnici si attuano, più si riducono le prospettive di completare un'indagine con riscontri considerabili completamente negativi ovvero "bianchi". Secondo i risultati degli sudi casistici di maggiore rilievo, ed anche secondo l'esperienza personale, i casi nei quali, allestite tutte le possibili ricerche sul materiale necroscopico, si giunga ad una conclusione di risultanze totalmente negative, alla luce della attuali prospettazioni della letteratura, si aggirano attorno al 6 % dei decessi inquadrabili nel capitolo della morte improvvisa od inattesa. Il problema che, tuttavia, deve ritenersi maggiormente pressante nello studio medico legale, attiene non tanto la garanzia di completezza e qualità  delle indagini esperite (inevitabilmente centrale), bensì, al contrario di ogni altro settore di applicazione, il valore probatorio dei reperti individuati e comprovati. La trasformazione di risultati di ricerca estranea alle discipline medico legali, spesso ancora lontani da costituire un'evidenza, in fonti di supporto ad un giudizio medico legale, non possono non rappresentare un motivo di profonda riflessione e di ponderazione per i contenuti che propongono in termini criterio logici, di metodo ed anche etici. A fronte di tali considerazioni non può non riaffermarsi che l'osservatorio necroscopico medico legale rappresenti una sede privilegiata per l'approfondimento di temi di così rilevante importanza con intenti di rigore e compiutezza che sono propri ed esclusivi della disciplina: e ciò ben si evidenzia esaminando i risultati delle diverse ricerche che, quando allestite in sede e con intenti autenticamente forensi, rivelano impostazione, metodo ed interpretazioni di qualità  elevatissima e di oggettività  incontestabili. Questa considerazione non dovrebbe rimanere estranea ad ogni considerazione in tema di distribuzione delle risorse per la ricerca. E' vero, e non va mai dimenticato, che l'analisi medico legale mira a ricercare l'eventuale occorrenza di fattori di rilevanza giuridica, ma è altrettanto certo che il caso dellâ autopsia bianca"costituisce ancora una volta l'affermazione dell'inapplicabilità  concreta di un criterio di esclusione che trova, proprio in temi come questo, l'affermazione dei suoi invalicabili limiti. E proprio da qui prendono le mosse quelli che dovrebbero essere i criteri ispirativi della ricerca medico legale e dell'interpretazione dei suoi risultati nei casi di autopsia negativa che rappresentano uno dei più pressanti motivi di frustrazione del patologo forense.

L'autopsia bianca / R. Zoia. ((Intervento presentato al 39. convegno Congresso nazionale SIMLA: La medicina legale del nuovo millennio tra tradizione ed innovazione tenutosi a Ancona nel 2009.

L'autopsia bianca

R. Zoia
Primo
2009

Abstract

Il concetto di autopsia negativa, che si pone come motivo di studio approfondito in diversi settori applicativi, trova nella medicina legale un ambito di studio molto peculiare per i fini stessi dell'analisi forense. Appare chiaro che, anzitutto, sia molto discutibile quali siano i confini entro i quali si possa definire un'autopsia "bianca" poiché, come abbiamo assistito negli ultimi anni, seguendo la letteratura scientifica più accreditata, i vari ambiti nei quali si è sviluppata la ricerca per addivenire ad un approfondimento del significato di reperti e riscontri anche clinici, ha condotto alla segnalazione di differenti aspetti (istopatologici, genetici, biochimici) valorizzati, di volta in volta, per fornire la motivazione a morti, soprattutto improvvise, giunte ad esame anatomo patologico. Se si dovesse operare una sintesi di tali prospettazioni scientifiche, dal lato medico forense, si potrebbe affermare che, anzitutto, maggiori approfondimenti tecnici si attuano, più si riducono le prospettive di completare un'indagine con riscontri considerabili completamente negativi ovvero "bianchi". Secondo i risultati degli sudi casistici di maggiore rilievo, ed anche secondo l'esperienza personale, i casi nei quali, allestite tutte le possibili ricerche sul materiale necroscopico, si giunga ad una conclusione di risultanze totalmente negative, alla luce della attuali prospettazioni della letteratura, si aggirano attorno al 6 % dei decessi inquadrabili nel capitolo della morte improvvisa od inattesa. Il problema che, tuttavia, deve ritenersi maggiormente pressante nello studio medico legale, attiene non tanto la garanzia di completezza e qualità  delle indagini esperite (inevitabilmente centrale), bensì, al contrario di ogni altro settore di applicazione, il valore probatorio dei reperti individuati e comprovati. La trasformazione di risultati di ricerca estranea alle discipline medico legali, spesso ancora lontani da costituire un'evidenza, in fonti di supporto ad un giudizio medico legale, non possono non rappresentare un motivo di profonda riflessione e di ponderazione per i contenuti che propongono in termini criterio logici, di metodo ed anche etici. A fronte di tali considerazioni non può non riaffermarsi che l'osservatorio necroscopico medico legale rappresenti una sede privilegiata per l'approfondimento di temi di così rilevante importanza con intenti di rigore e compiutezza che sono propri ed esclusivi della disciplina: e ciò ben si evidenzia esaminando i risultati delle diverse ricerche che, quando allestite in sede e con intenti autenticamente forensi, rivelano impostazione, metodo ed interpretazioni di qualità  elevatissima e di oggettività  incontestabili. Questa considerazione non dovrebbe rimanere estranea ad ogni considerazione in tema di distribuzione delle risorse per la ricerca. E' vero, e non va mai dimenticato, che l'analisi medico legale mira a ricercare l'eventuale occorrenza di fattori di rilevanza giuridica, ma è altrettanto certo che il caso dellâ autopsia bianca"costituisce ancora una volta l'affermazione dell'inapplicabilità  concreta di un criterio di esclusione che trova, proprio in temi come questo, l'affermazione dei suoi invalicabili limiti. E proprio da qui prendono le mosse quelli che dovrebbero essere i criteri ispirativi della ricerca medico legale e dell'interpretazione dei suoi risultati nei casi di autopsia negativa che rappresentano uno dei più pressanti motivi di frustrazione del patologo forense.
1-ott-2009
Autopsia bianca ; morte improvvisa ; medicina legale
Settore MED/43 - Medicina Legale
Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni
L'autopsia bianca / R. Zoia. ((Intervento presentato al 39. convegno Congresso nazionale SIMLA: La medicina legale del nuovo millennio tra tradizione ed innovazione tenutosi a Ancona nel 2009.
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