Il simbolo, nel contesto del presente libro, è quella regione ontologica in cui presenza e rappresentazione, immagine e concetto, sono congiunti secondo nessi temporali stratificati in cui si articolano sia i corpi invisibili sia le corporeità storiche, concrete e presenziali. Analizzare il simbolo come modo per cogliere l’essenza di una “scienza della cultura” significa descrivere territori in cui si incontrano, nella temporalità dello sguardo e nella temporalità dell’oggetto, le prospettive dell’occhio e quelle dei sensi, insieme a forze che non possono vedere, o che vedono secondo successioni temporali stratificate, e che dunque hanno nell’invisibile la loro possibilità. Tuttavia, a partire da questa base, ci si può anche interrogare sui modi del visibile, consapevoli che la loro ricca e stratificata complessità, che è la stessa dell’occhio che gira intorno alle cose rendendo temporale il sentire e il suo movimento, è la medesima trama su cui si innesta la loro simbolicità, cioè la ricerca di ciò che, nel visibile, non può essere visto, eccedendone gli spazi. Tale capacità simbolizzatrice – questa capacità spirituale e trascendentale – è una cosa stessa con gli occhi e con il corpo, e con il loro vivere temporale, origine di ogni percezione possibile e reale. Vi è qui la necessità di una presenza, che non sia brandita come un vessillo o uno spauracchio , apparendo invece come un punto di partenza per analizzare i sensi del sensibile, quei sensi che vivono nel rappresentato e possono mostrarne le soglie e i livelli espressivi, esibendo anche, al di là del visibile, il significato delle molteplicità sensoriali da cui è attraversata la nostra esperienza. La fenomenologia del simbolico che si può articolare – attraverso teorie e attraverso figure, e figure di teorie – sfugge così alle dicotomie astratte e accetta un semplice punto di vista descrittivo, quello in virtù del quale “il mondo non è davanti a me, bensì intorno a me”: il mondo, per usare parole di Merleau-Ponty, è un orizzonte di reversibilità, ed è questo orizzonte il piano che il simbolico intende esibire, reversibilità che è “sempre imminente, e mai realizzata di fatto” .

I simboli e l'invisibile : Figure e forme del pensiero simbolico / E. Franzini. - Milano : Il saggiatore, 2008. - ISBN 9788842814061.

I simboli e l'invisibile : Figure e forme del pensiero simbolico

E. Franzini
Primo
2008

Abstract

Il simbolo, nel contesto del presente libro, è quella regione ontologica in cui presenza e rappresentazione, immagine e concetto, sono congiunti secondo nessi temporali stratificati in cui si articolano sia i corpi invisibili sia le corporeità storiche, concrete e presenziali. Analizzare il simbolo come modo per cogliere l’essenza di una “scienza della cultura” significa descrivere territori in cui si incontrano, nella temporalità dello sguardo e nella temporalità dell’oggetto, le prospettive dell’occhio e quelle dei sensi, insieme a forze che non possono vedere, o che vedono secondo successioni temporali stratificate, e che dunque hanno nell’invisibile la loro possibilità. Tuttavia, a partire da questa base, ci si può anche interrogare sui modi del visibile, consapevoli che la loro ricca e stratificata complessità, che è la stessa dell’occhio che gira intorno alle cose rendendo temporale il sentire e il suo movimento, è la medesima trama su cui si innesta la loro simbolicità, cioè la ricerca di ciò che, nel visibile, non può essere visto, eccedendone gli spazi. Tale capacità simbolizzatrice – questa capacità spirituale e trascendentale – è una cosa stessa con gli occhi e con il corpo, e con il loro vivere temporale, origine di ogni percezione possibile e reale. Vi è qui la necessità di una presenza, che non sia brandita come un vessillo o uno spauracchio , apparendo invece come un punto di partenza per analizzare i sensi del sensibile, quei sensi che vivono nel rappresentato e possono mostrarne le soglie e i livelli espressivi, esibendo anche, al di là del visibile, il significato delle molteplicità sensoriali da cui è attraversata la nostra esperienza. La fenomenologia del simbolico che si può articolare – attraverso teorie e attraverso figure, e figure di teorie – sfugge così alle dicotomie astratte e accetta un semplice punto di vista descrittivo, quello in virtù del quale “il mondo non è davanti a me, bensì intorno a me”: il mondo, per usare parole di Merleau-Ponty, è un orizzonte di reversibilità, ed è questo orizzonte il piano che il simbolico intende esibire, reversibilità che è “sempre imminente, e mai realizzata di fatto” .
2008
Settore M-FIL/04 - Estetica
I simboli e l'invisibile : Figure e forme del pensiero simbolico / E. Franzini. - Milano : Il saggiatore, 2008. - ISBN 9788842814061.
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