PTSD: Disordine da Stress Post-Traumatico nel puerperio Risultati di una indagine conoscitiva su 46 madri presso l’Istituto Ostetrico-Ginecologico Luigi Mangiagalli di Milano Barbara Cigoli, Cristina Maggioni, Daniela Calistri PTSD è l’acronimo di disordine da stress post traumatico. Si tratta di una patologia psichiatrica causata da situazioni in cui si ha percezione di morte o di una grave minaccia fisica per sé o per una persona cara e a cui si risponde con emozioni di intensa paura, terrore, mancanza d’aiuto e di speranza. Il PTSD è una patologia che è stata molto studiata di recente, soprattutto in seguito alla tragedia del crollo delle Torri Gemelle, tuttavia non si tratta di un disturbo nuovo: infatti, sintomi simili sono raccolti in scritti già degli Antichi Greci, in situazioni legate alla guerra, e successivamente in testi medici sempre connessi a circostanze di conflitto. Ai giorni nostri, però, si ritiene che possano esserci altre cause scatenanti oltre, appunto, ai conflitti, come per esempio le catastrofi naturali, il terrorismo, gli incidenti automobilistici e sul lavoro, le violenze fisiche e sessuali, e anche il parto. I sintomi del PTSD sono di tre tipi: intrusione (intrusion), evitamento (avoidance) ed eccitamento (hyperarousal). La persona affetta da sintomi intrusivi rivive l’evento traumatico con incubi, immagini, flash-back e percezioni negative e prova rabbia durante il ricordo; la persona affetta da sintomi di evitamento cerca di evitare di ritornare al trauma: si crea quindi una sorta di estraneità e di amnesia, inoltre la persona sperimenta una perdita di interesse sia per il presente che per il futuro; infine, la persona affetta da sintomi di eccitamento ha disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e un’aumentata irritabilità e reattività. A seconda dei sintomi che interessano la persona il PTSD si può dividere in due categorie: una persona è affetta da PTSD completo se fa l’esperienza di tutti e tre i sintomi contemporaneamente e da PTSD parziale se sperimenta solamente uno o due sintomi. Analizzando in particolare il PTSD legato al parto, secondo la letteratura, questo ha un’incidenza tra il 2 e il 6%, a seconda dei metodi e degli approcci che il ricercatore ha utilizzato. Sempre secondo la letteratura, i fattori di rischio del PTSD legato al parto sono di 3 tipi: precedenti al parto, concomitanti al parto e successivi al parto. I fattori di rischio precedenti al parto sono: la depressione, i precedenti psichiatrici e in particolare una precedente storia di PTSD, l’ansia di tratto, ossia l’ansia come atteggiamento stabile della personalità, l’aver avuto patologie della gravidanza, una gravidanza indesiderata e una storia di violenza sessuale. I fattori di rischio concomitanti al parto sono: la paura per sé stessa o per il neonato, gli eventi traumatici di per sé, come per esempio un taglio cesareo urgente o un parto operativo vaginale, l’aspirazione da parte della donna di voler mantenere il controllo, la delusione delle aspettative della mamma riguardo alla nascita del suo bambino, l’assenza di supporto in particolare da parte del marito e dell’ostetrica e la percezione di un dolore eccessivo durante il travaglio. Infine i fattori di rischio successivi al parto sono l’assenza di supporto da parte della famiglia e degli amici e l’aver messo al mondo bambini con problemi, in particolare bambini extremly low birth weight, ossia bambini il cui peso alla nascita è inferiore a 1 Kg. Lo scopo di questa ricerca è stato quindi quello di individuare la presenza del PTSD nella popolazione delle puerpere e di ricercare l’esistenza di fattori di rischio che si potessero mettere in relazione con il PTSD, infine si è deciso di correlare il PTSD con il giudizio che le ostetriche hanno dato sul parto delle donne che hanno assistito. Si mettono in evidenza quali sono i fattori di rischio per il PTSD acuto, dell’immediato post partum, e cronico, a distanza di 3 mesi dal parto. Tra i fattori di rischio per il PTSD acuto ci sono molte variabili legate al parto, come il TC elettivo, l’episiotomia, l’induzione e l’emorragia, mentre queste variabili non sono presenti tra i fattori di rischio per il PTSD cronico, tranne il TC elettivo, che, però, come è già stato detto, è un dato che non concorda con la letteratura. Sono invece fattori di rischio sia per il PTSD acuto che cronico la primiparità, le patologie della gravidanza, i problemi neonatali, l’assenza di sostegno e, inoltre, il PTSD si associa ad ansia e depressione. Si può quindi dedurre che i problemi causati dal parto si risolvano spontaneamente entro breve tempo mentre i disturbi che hanno una causa diversa siano di più difficile risoluzione. Bisogna quindi cercare di capire che cosa si può fare e cosa in particolare può fare l’ostetrica. Prima di tutto, visto che tra i fattori di rischio per il PTSD c’è l’assenza di supporto, l’ostetrica deve essere in grado di fornire un sostegno e un accompagnamento adeguati durante tutto il percorso nascita, essendo realmente presente durante tutto il travaglio, facendo capire alla donna che si è lì per lei, infondendole fiducia e nello stesso tempo avendo fiducia in lei, permettendo l’espressione dei sentimenti e creando un ambiente intimo e protetto. Tuttavia questa non è l’unica modalità per prevenire il PTSD, si deve mirare a rinforzare il supporto del partner in modo che la donna non si ritrovi sola una volta che torna a casa, quindi promuovere l’espressione dei sentimenti e collegare gli eventi con le emozioni in modo da dare loro un significato e una motivazione. E ancora rispondere alle domande della donna sull’evento nascita in modo da togliere tutti i dubbi e le incertezza, e dare la possibilità di parlare del parto e di rielaborare l’esperienza offrendo la propria disponibilità anche sulla lunga distanza.

PTSD Disordine da Stress Post-Traumatico nel puerperio: risultati di una indagine conoscitiva su 46 madri presso l’Istituto Ostetrico-Ginecologico Luigi Mangiagalli di Milano / B. Cigoli, C. Maggioni, D. Calistri. - [s.l] : null, 2007 Sep 20.

PTSD Disordine da Stress Post-Traumatico nel puerperio: risultati di una indagine conoscitiva su 46 madri presso l’Istituto Ostetrico-Ginecologico Luigi Mangiagalli di Milano

C. Maggioni;D. Calistri
2007

Abstract

PTSD: Disordine da Stress Post-Traumatico nel puerperio Risultati di una indagine conoscitiva su 46 madri presso l’Istituto Ostetrico-Ginecologico Luigi Mangiagalli di Milano Barbara Cigoli, Cristina Maggioni, Daniela Calistri PTSD è l’acronimo di disordine da stress post traumatico. Si tratta di una patologia psichiatrica causata da situazioni in cui si ha percezione di morte o di una grave minaccia fisica per sé o per una persona cara e a cui si risponde con emozioni di intensa paura, terrore, mancanza d’aiuto e di speranza. Il PTSD è una patologia che è stata molto studiata di recente, soprattutto in seguito alla tragedia del crollo delle Torri Gemelle, tuttavia non si tratta di un disturbo nuovo: infatti, sintomi simili sono raccolti in scritti già degli Antichi Greci, in situazioni legate alla guerra, e successivamente in testi medici sempre connessi a circostanze di conflitto. Ai giorni nostri, però, si ritiene che possano esserci altre cause scatenanti oltre, appunto, ai conflitti, come per esempio le catastrofi naturali, il terrorismo, gli incidenti automobilistici e sul lavoro, le violenze fisiche e sessuali, e anche il parto. I sintomi del PTSD sono di tre tipi: intrusione (intrusion), evitamento (avoidance) ed eccitamento (hyperarousal). La persona affetta da sintomi intrusivi rivive l’evento traumatico con incubi, immagini, flash-back e percezioni negative e prova rabbia durante il ricordo; la persona affetta da sintomi di evitamento cerca di evitare di ritornare al trauma: si crea quindi una sorta di estraneità e di amnesia, inoltre la persona sperimenta una perdita di interesse sia per il presente che per il futuro; infine, la persona affetta da sintomi di eccitamento ha disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e un’aumentata irritabilità e reattività. A seconda dei sintomi che interessano la persona il PTSD si può dividere in due categorie: una persona è affetta da PTSD completo se fa l’esperienza di tutti e tre i sintomi contemporaneamente e da PTSD parziale se sperimenta solamente uno o due sintomi. Analizzando in particolare il PTSD legato al parto, secondo la letteratura, questo ha un’incidenza tra il 2 e il 6%, a seconda dei metodi e degli approcci che il ricercatore ha utilizzato. Sempre secondo la letteratura, i fattori di rischio del PTSD legato al parto sono di 3 tipi: precedenti al parto, concomitanti al parto e successivi al parto. I fattori di rischio precedenti al parto sono: la depressione, i precedenti psichiatrici e in particolare una precedente storia di PTSD, l’ansia di tratto, ossia l’ansia come atteggiamento stabile della personalità, l’aver avuto patologie della gravidanza, una gravidanza indesiderata e una storia di violenza sessuale. I fattori di rischio concomitanti al parto sono: la paura per sé stessa o per il neonato, gli eventi traumatici di per sé, come per esempio un taglio cesareo urgente o un parto operativo vaginale, l’aspirazione da parte della donna di voler mantenere il controllo, la delusione delle aspettative della mamma riguardo alla nascita del suo bambino, l’assenza di supporto in particolare da parte del marito e dell’ostetrica e la percezione di un dolore eccessivo durante il travaglio. Infine i fattori di rischio successivi al parto sono l’assenza di supporto da parte della famiglia e degli amici e l’aver messo al mondo bambini con problemi, in particolare bambini extremly low birth weight, ossia bambini il cui peso alla nascita è inferiore a 1 Kg. Lo scopo di questa ricerca è stato quindi quello di individuare la presenza del PTSD nella popolazione delle puerpere e di ricercare l’esistenza di fattori di rischio che si potessero mettere in relazione con il PTSD, infine si è deciso di correlare il PTSD con il giudizio che le ostetriche hanno dato sul parto delle donne che hanno assistito. Si mettono in evidenza quali sono i fattori di rischio per il PTSD acuto, dell’immediato post partum, e cronico, a distanza di 3 mesi dal parto. Tra i fattori di rischio per il PTSD acuto ci sono molte variabili legate al parto, come il TC elettivo, l’episiotomia, l’induzione e l’emorragia, mentre queste variabili non sono presenti tra i fattori di rischio per il PTSD cronico, tranne il TC elettivo, che, però, come è già stato detto, è un dato che non concorda con la letteratura. Sono invece fattori di rischio sia per il PTSD acuto che cronico la primiparità, le patologie della gravidanza, i problemi neonatali, l’assenza di sostegno e, inoltre, il PTSD si associa ad ansia e depressione. Si può quindi dedurre che i problemi causati dal parto si risolvano spontaneamente entro breve tempo mentre i disturbi che hanno una causa diversa siano di più difficile risoluzione. Bisogna quindi cercare di capire che cosa si può fare e cosa in particolare può fare l’ostetrica. Prima di tutto, visto che tra i fattori di rischio per il PTSD c’è l’assenza di supporto, l’ostetrica deve essere in grado di fornire un sostegno e un accompagnamento adeguati durante tutto il percorso nascita, essendo realmente presente durante tutto il travaglio, facendo capire alla donna che si è lì per lei, infondendole fiducia e nello stesso tempo avendo fiducia in lei, permettendo l’espressione dei sentimenti e creando un ambiente intimo e protetto. Tuttavia questa non è l’unica modalità per prevenire il PTSD, si deve mirare a rinforzare il supporto del partner in modo che la donna non si ritrovi sola una volta che torna a casa, quindi promuovere l’espressione dei sentimenti e collegare gli eventi con le emozioni in modo da dare loro un significato e una motivazione. E ancora rispondere alle domande della donna sull’evento nascita in modo da togliere tutti i dubbi e le incertezza, e dare la possibilità di parlare del parto e di rielaborare l’esperienza offrendo la propria disponibilità anche sulla lunga distanza.
20-set-2007
puerperio ; stress post traumatico
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
PTSD Disordine da Stress Post-Traumatico nel puerperio: risultati di una indagine conoscitiva su 46 madri presso l’Istituto Ostetrico-Ginecologico Luigi Mangiagalli di Milano / B. Cigoli, C. Maggioni, D. Calistri. - [s.l] : null, 2007 Sep 20.
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