Negli ultimi decenni la produzione, la vendita e il consumo di oggetti ha raccolto molto investimento sociale e distratto cittadini e politici dalla osservazione del contesto e delle relazioni sociali. La divisione dei compiti tra i generi ha finito per costringere nella emarginazione l’economia della procreazione e della manutenzione di cose, persone e relazioni privando economia e cultura della consapevolezza di molta parte della realtà naturale e umana. Lo sviluppo economico e tecnologico dell’occidente è prosperato nel consumo delle risorse ambientali rinnovabili e non rinnovabili ed ora le conoscenze scientifiche rendono manifesta la perdita di beni naturali del pianeta e i danni agli ecosistemi e alla salute umana derivanti dagli inquinanti e dal complesso delle azioni economiche e di consumo. Questa nuova consapevolezza ha però una carica politica e culturale antagonista all’ideologia della crescita, e nei fatti alla crescita senza limiti dei consumi, degli spostamenti, della potenza personale e della popolazione mondiale. Assegna valore economico agli elementi naturali e ai loro processi e porta a riconoscere il limite, la finitezza del reale. Riprende forza l’esercizio della osservazione dei contesti naturali e sociali, la consapevolezza dell’esistenza di altro oltre a sé stessi, e in molte diverse forme. Questa tendenza vede convergere e può rinvigorire anche la pratica e l’esperienza delle donne. Da un lato le donne soffrono il disagio di essere ancora in buona parte isolate nel difendere il lavoro procreativo e formativo, quello di cura relazionale e di manutenzione della casa contro il monopolio valoriale del lavoro nel mercato e spingono per il riconoscimento economico di queste funzioni, per la loro condivisione sociale e di genere. Dall’altro il crescere di relazioni civili tra loro interloquisce nei luoghi pubblici con il mondo maschile e vi introduce gli aspetti che erano stati espulsi: come la soggettività e l’attenzione al corpo, dunque la salute e il riconoscimento della pluralità dei tempi e dei luoghi dell’esistere; l’attenzione alle relazioni e agli affetti, la considerazione delle differenze con l’esigenza di rendere meno rigide le norme, più accoglienti i contesti. Paradigmi economici e sociali sono in movimento anche a causa di altri fattori tra cui il mutamento demografico e le lotte che gruppi di popolazione conducono per la conservazione del loro territorio e della salute, queste riconducono a leggere l’esistenza di conflitti sociali tra gruppi diversi della popolazione e tra scelte economiche che sostengono stili di vita che degradano i territori e quelle che ne potrebbero permettere la conservazione. Tutto ciò influenza un rinnovato senso di comunità anche soltanto nel rendere consapevoli delle implicazioni comuni della gestione di fatti individuali, sociali e territoriali. Antonella.nappi@unimi.it

Problemi ambientali e pratiche di genere : dal sociale all'individuale / A. Nappi. ((Intervento presentato al convegno Oltre l'individualismo? : Rileggere il legame sociale, tra nuove culture e nuovi media tenutosi a Milano nel 2008.

Problemi ambientali e pratiche di genere : dal sociale all'individuale

A. Nappi
Primo
2008

Abstract

Negli ultimi decenni la produzione, la vendita e il consumo di oggetti ha raccolto molto investimento sociale e distratto cittadini e politici dalla osservazione del contesto e delle relazioni sociali. La divisione dei compiti tra i generi ha finito per costringere nella emarginazione l’economia della procreazione e della manutenzione di cose, persone e relazioni privando economia e cultura della consapevolezza di molta parte della realtà naturale e umana. Lo sviluppo economico e tecnologico dell’occidente è prosperato nel consumo delle risorse ambientali rinnovabili e non rinnovabili ed ora le conoscenze scientifiche rendono manifesta la perdita di beni naturali del pianeta e i danni agli ecosistemi e alla salute umana derivanti dagli inquinanti e dal complesso delle azioni economiche e di consumo. Questa nuova consapevolezza ha però una carica politica e culturale antagonista all’ideologia della crescita, e nei fatti alla crescita senza limiti dei consumi, degli spostamenti, della potenza personale e della popolazione mondiale. Assegna valore economico agli elementi naturali e ai loro processi e porta a riconoscere il limite, la finitezza del reale. Riprende forza l’esercizio della osservazione dei contesti naturali e sociali, la consapevolezza dell’esistenza di altro oltre a sé stessi, e in molte diverse forme. Questa tendenza vede convergere e può rinvigorire anche la pratica e l’esperienza delle donne. Da un lato le donne soffrono il disagio di essere ancora in buona parte isolate nel difendere il lavoro procreativo e formativo, quello di cura relazionale e di manutenzione della casa contro il monopolio valoriale del lavoro nel mercato e spingono per il riconoscimento economico di queste funzioni, per la loro condivisione sociale e di genere. Dall’altro il crescere di relazioni civili tra loro interloquisce nei luoghi pubblici con il mondo maschile e vi introduce gli aspetti che erano stati espulsi: come la soggettività e l’attenzione al corpo, dunque la salute e il riconoscimento della pluralità dei tempi e dei luoghi dell’esistere; l’attenzione alle relazioni e agli affetti, la considerazione delle differenze con l’esigenza di rendere meno rigide le norme, più accoglienti i contesti. Paradigmi economici e sociali sono in movimento anche a causa di altri fattori tra cui il mutamento demografico e le lotte che gruppi di popolazione conducono per la conservazione del loro territorio e della salute, queste riconducono a leggere l’esistenza di conflitti sociali tra gruppi diversi della popolazione e tra scelte economiche che sostengono stili di vita che degradano i territori e quelle che ne potrebbero permettere la conservazione. Tutto ciò influenza un rinnovato senso di comunità anche soltanto nel rendere consapevoli delle implicazioni comuni della gestione di fatti individuali, sociali e territoriali. Antonella.nappi@unimi.it
set-2008
Settore SPS/08 - Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
AIS Sezione Processi culturali
Università di Milano-Bicocca
Problemi ambientali e pratiche di genere : dal sociale all'individuale / A. Nappi. ((Intervento presentato al convegno Oltre l'individualismo? : Rileggere il legame sociale, tra nuove culture e nuovi media tenutosi a Milano nel 2008.
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