Attraverso l’esame delle modalità di riscossione del dazio del tabacco - dal momento della sua istituzione nel 1639, nel pieno della crisi finanziaria che coninvolse tutti gli Stati della penisola in conseguenza dell’aumento delle spese militari legate alla guerra dei Trent’anni, all’avocazione allo Stato nel 1770 - il saggio indaga la fitta rete di relazioni esistente tra le necessità di aumentare il prelievo fiscale e lo strutturarsi di moderni e più efficaci sistemi di controllo del territorio. La razionalizzazione del sistema, in larga parte ancora nelle mani di compagnie private, appare come logica conseguenza prima del progressivo accentramento dei diversi dazi sul tabacco ancora esistenti nel XVII secolo in un unico appalto del dazio del tabacco e in un secondo momento, a partire dagli anni cinquanta del XVIII secolo, nella concentrazione di tutti i dazi indiretti nelle mani della Ferma generale. Le enormi disponibilità finanziarie di quest’ultima, la riorganizzazione “paramilitare” dei corpi armati alle sue dipendenze e la considerevole influenza politica, capace di condizionare le scelte delle autorità di governo, comunque sia già ben disposte a sostenere l’opera di smantellamento dei privilegi che sottostava alle richieste dei fermieri, determinarono l’avvio di un più efficiente sistema di controllo e la crescita degli introiti, entrambi fattori determinanti nella ridefinizione dello Stato settecentesco.

Risorse finanziarie e ordine pubblico nello Stato di Milano: il dacio del tabacco dalla istituzione alla "statalizzazione" (1639-1770) / S. Levati - In: Con la ragione e col cuore : Studi dedicati a Carlo Capra / [a cura di] S. Levati, M. Meriggi. - Milano : FrancoAngeli, 2008 Nov. - ISBN 978-88-568-0223-8. - pp. 183-207

Risorse finanziarie e ordine pubblico nello Stato di Milano: il dacio del tabacco dalla istituzione alla "statalizzazione" (1639-1770)

S. Levati
Primo
2008

Abstract

Attraverso l’esame delle modalità di riscossione del dazio del tabacco - dal momento della sua istituzione nel 1639, nel pieno della crisi finanziaria che coninvolse tutti gli Stati della penisola in conseguenza dell’aumento delle spese militari legate alla guerra dei Trent’anni, all’avocazione allo Stato nel 1770 - il saggio indaga la fitta rete di relazioni esistente tra le necessità di aumentare il prelievo fiscale e lo strutturarsi di moderni e più efficaci sistemi di controllo del territorio. La razionalizzazione del sistema, in larga parte ancora nelle mani di compagnie private, appare come logica conseguenza prima del progressivo accentramento dei diversi dazi sul tabacco ancora esistenti nel XVII secolo in un unico appalto del dazio del tabacco e in un secondo momento, a partire dagli anni cinquanta del XVIII secolo, nella concentrazione di tutti i dazi indiretti nelle mani della Ferma generale. Le enormi disponibilità finanziarie di quest’ultima, la riorganizzazione “paramilitare” dei corpi armati alle sue dipendenze e la considerevole influenza politica, capace di condizionare le scelte delle autorità di governo, comunque sia già ben disposte a sostenere l’opera di smantellamento dei privilegi che sottostava alle richieste dei fermieri, determinarono l’avvio di un più efficiente sistema di controllo e la crescita degli introiti, entrambi fattori determinanti nella ridefinizione dello Stato settecentesco.
Ordine pubblico ; Stato di Milano ; tabacco ; finanza ;
Settore M-STO/02 - Storia Moderna
nov-2008
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