L’esperienza della Corsia dei Servi di Milano negli anni qui presi in considerazione (1943-1963) risulta di grande importanza non solo per il contesto del capoluogo lombardo, ma in generale per la storia religiosa italiana del Novecento. I padri Turoldo e De Piaz furono infatti protagonisti, nell’Italia invasa dai tedeschi, della lotta partigiana, ed insieme a esponenti di culture politiche differenti – tra i quali il comunista Eugenio Curiel – organizzarono la resistenza alle truppe di occupazione e ai fascisti. Nel dopoguerra, in un clima contrassegnato dal progressivo affermarsi della Guerra fredda, i due padri serviti non vollero adeguarsi alle indicazioni di Pio XII che avrebbe voluto una Chiesa militante contro il comunismo, ma continuarono a sperare di poter dialogare e confrontarsi con tutti (significativi i rapporti che De Piaz continuò a mantenere con Vittorini). Portatori di una sensibilità religiosa che avrebbe ricevuto il proprio riconoscimento durante gli anni del Concilio, i due padri cercarono di aiutare l’esperienza di don Zeno Saltini a Nomadelfia, ma soprattutto, attenti alle sollecitazioni filosofiche e religiose provenienti dal cattolicesimo francese, posero attenzione alla sorte dei poveri delle società occidentali, ai diseredati del Terzo Mondo e vollero scindere i destini del cattolicesimo da quello dell’Occidente, concependo l’idea di un cristianesimo universale. Per tali ardite posizioni, prima Turoldo e poi De Piaz furono allontanati da Milano e puntiti dalle autorità ecclesiastiche che vedevano con sospetto ogni rivendicazione di libertà e di critica all’interno dell’Istituzione.
David M. Turoldo, Camillo de Piaz e la Corsia dei Servi di Milano (1943-1963) / D. Saresella. - Brescia : Morcelliana, 2008. - ISBN 978-88-372-2258-1.
David M. Turoldo, Camillo de Piaz e la Corsia dei Servi di Milano (1943-1963)
D. SaresellaPrimo
2008
Abstract
L’esperienza della Corsia dei Servi di Milano negli anni qui presi in considerazione (1943-1963) risulta di grande importanza non solo per il contesto del capoluogo lombardo, ma in generale per la storia religiosa italiana del Novecento. I padri Turoldo e De Piaz furono infatti protagonisti, nell’Italia invasa dai tedeschi, della lotta partigiana, ed insieme a esponenti di culture politiche differenti – tra i quali il comunista Eugenio Curiel – organizzarono la resistenza alle truppe di occupazione e ai fascisti. Nel dopoguerra, in un clima contrassegnato dal progressivo affermarsi della Guerra fredda, i due padri serviti non vollero adeguarsi alle indicazioni di Pio XII che avrebbe voluto una Chiesa militante contro il comunismo, ma continuarono a sperare di poter dialogare e confrontarsi con tutti (significativi i rapporti che De Piaz continuò a mantenere con Vittorini). Portatori di una sensibilità religiosa che avrebbe ricevuto il proprio riconoscimento durante gli anni del Concilio, i due padri cercarono di aiutare l’esperienza di don Zeno Saltini a Nomadelfia, ma soprattutto, attenti alle sollecitazioni filosofiche e religiose provenienti dal cattolicesimo francese, posero attenzione alla sorte dei poveri delle società occidentali, ai diseredati del Terzo Mondo e vollero scindere i destini del cattolicesimo da quello dell’Occidente, concependo l’idea di un cristianesimo universale. Per tali ardite posizioni, prima Turoldo e poi De Piaz furono allontanati da Milano e puntiti dalle autorità ecclesiastiche che vedevano con sospetto ogni rivendicazione di libertà e di critica all’interno dell’Istituzione.Pubblicazioni consigliate
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