Open Source e incentivi all'innovazione

Negli ultimi anni il software open source ha conosciuto notevoli sviluppi, passando da da un affare interno ad una cerchia di hobbisti appassionati ad un fenomeno rilevante sia per diffusione che per vitalità di sviluppo. In alcune aree i principali programmi open source hanno raggiunto quote di mercato superiore al software proprietario e dopo esser stati confinati per diverso tempo in nicchie specialistiche stanno entrando nel mainstream dei sistemi informativi per le grandi imprese, anche grazie al sostegno di imprese informatiche importanti quali IBM o Sun che hanno in parte abbracciato la filosofia open source ed offrono supporto, assistenza e conoscenze sistemistiche a questa tipologia di software. Questa disponibilità verso l’open source va letta anche come mossa strategica di contenimento nei confronti dei grandi produttori di software proprietario quali Microsoft. Per open source si intendono qui programmi di cui è disponibile liberamente il codice sorgente e che gli utenti possono modificare a piacimento. Non necessariamente l’open source si identifica con il software gratuito, anzi negli ultimi tempi si sono sviluppati modelli organizzativi e tipologie di licenza che consentono la coesistenza di programmi liberamente disponibili con attività commerciali o servizi di supporto e manutenzione a pagamento. Questo paper esamina il fenomeno dell’open source prevalentemente dal lato della produzione indagando i modelli organizzativi che sono emersi e gli incentivi che spingono i programmatori a contribuire gratuitamente allo sviluppi di questi software. Il successo ottenuto dall’open source negli ultimi anni i numerosi progetti e la capacità di affermarsi anche in contesti in cui le esternalità di rete sono molto forti, hanno sollevato numerosi interrogativi economici sulle caratteristiche di questo fenomeno e sul suo funzionamento. Un primo problema è costituito dalla stessa ragion d’essere dei progetti open source e dalla massiccia partecipazione volontaria e non remunerata alla produzione, che apparentemente contrasta con le ipotesi di comportamento razionale degli agenti Una seconda area riguarda l’innovazione organizzativa insita in questo fenomeno e le condizioni di produzione del software. L’organizzazione open source consente di ottenere una qualità più elevata o più bassa rispetto al sofwtare proprietario ed è altrettanto efficiente nell’uso e nel coordinamento delle risorse? Più in generale è possibile porsi il problema se esista un modello organizzativo open source e se questo sia confinato ad applicazioni semplici e circoscritte oppure sia utilizzabile per sofware complessi e fortemente innovativi. Infine si pone il problema delle relazioni con il software proprietario, se cioè i due modelli siano sostitutivi o complementari e se nel lungo periodo sia possibile individuare una prevalenza definita di uno dei due modelli.