Kiwifruit storage: factors and technologies to achieve the best quality Abstract In Italy kiwifruit production was approximately of 4,400.000 tons in 2006. Most production is located in Central and Northern Italy. The great interest towards kiwifruit is because its sensorial aspects and nutraceutical content of vit.C, other than its long term storage capability, that makes this valuable kind of fruits available and exportable during the winter months. The storage period greatly influences fruit ripening physiology, therefore its correct management has great incidence on the final quality of the product to offer to the consumer. Kiwifruit have a high starch content in the flesh before ripening, which is converted into sugars during the storage period. Consequently soluble solids content (SSC) increases after harvest and may reach more than double values during the first 1 to 2 months of storage. Meanwhile, titratable acidity decreases by as much as 50% of the preharvest content. Most dramatic change during storage is the reduction in flesh firmness, that declines by 30 to 50% each month of air storage at 0°C and 10 to 20% in Controlled Atmosphere (5% CO2 e 2%O2). Kiwifruit are prone to mechanical and vibration injuries, showing in firm fruit (>60N) light whitish bruises. The white colour results from failure to convert starch to sugar in the injured cells. In softer fruit (< 30N), where flesh no longer contains starch, a translucent bruise results. This facts provide a compelling reason to harvest and market kiwifruit at the right firmness level to control damages. Exposure to ethylene, even at very low levels (5 to 10 ppb) induces fruit softening and accelerates ripening. So far it is good practice to avoid ethylene exposure during harvest, transport and storage. Kiwifruit take advantages of Controlled Atmosphere storage and the major benefits is a delay in flesh softening. Upon removal from CA conditions the fruit are firmer and retain a greater market life. The present paper considers the pre and postharvest factors and the advanced and innovative storage techniques to achieve the best kiwifruit, in term of quality and nutraceutical content, to present to the consumer. L’actinidia, con la produzione di 4.400.000 ql nel 2006, è una specie di grande importanza per il comparto ortofrutticolo nazionale e l’Italia ne è stato il primo produttore mondiale fino al sorpasso cinese del 2002. Il suo successo è sicuramente in gran parte attribuibile, oltre che alle sue qualità sensoriali e nutrizionali per l’elevato contenuto di vitamina C, al suo potenziale di conservazione di parecchi mesi che la rende uno dei più pregiati prodotti disponibili ed esportabili durante tutto l’inverno. Il periodo di conservazione è una fase molto importante per la fisiologia di questo frutto e il suo corretto andamento ha riflessi fondamentali sulla qualità finale del prodotto. Il frutto dell’actinidia, infatti, converte la maggior parte dell’amido accumulato in pianta nel periodo di conservazione al freddo, raddoppiando o triplicando il suo grado zuccherino nei primo o secondo mese dopo la raccolta, quando contemporaneamente anche l’acidità titolabile diminuisce più del 50% dei valori preraccolta. Tuttavia il cambiamento più forte in questa fase è l’intenerimento, che aumenta del 30-50% per ogni mese di conservazione in atmosfera normale (aria) a 0°C, e del 10-20% in atmosfera controllata (5% CO2 e 2%O2). Il frutto dell’actinidia è molto suscettibile ai danni meccanici e da vibrazioni, che si manifestano con aree discolorate o traslucide, la cui severità dipende molto dal livello di durezza del frutto al momento dell’impatto; quindi il valore ottimale di compattezza della polpa del frutto al momento della raccolta va oculatamente valutato per minimizzare i danni della raccolta. L’actinidia inoltre è molto sensibile alla presenza di etilene, anche a livelli minimi (2-5 ppb), che ne provoca un veloce intenerimento e ne accelera la maturazione, per cui vanno evitate tutte le esposizioni a questo gas, ponendo cura anche alle contaminazioni accidentali degli ambienti di raccolta, lavorazione e conservazione. Poiché l’actinidia è una delle specie che maggiormente si avvantaggia della conservazione a lungo termine in atmosfera controllata, il presente lavoro considera le tecnologie, anche innovative, e i fattori pre e postraccolta più adatti a esitare al consumatore un prodotto di ottima qualità sensoriale e nutrizionale.

LA CONSERVAZIONE DELL’ACTINIDIA : FATTORI E TECNICHE PER LA QUALITÀ OTTIMALE / I. Mignani - In: Atti 8° Convegno Nazionale actinidia 2007 / [a cura di] G. Bounous, G. Beccaro. - Torino : null, 2008. - pp. 279-286 (( convegno Actinidia 2007 tenutosi a Cuneo nel 2007.

LA CONSERVAZIONE DELL’ACTINIDIA : FATTORI E TECNICHE PER LA QUALITÀ OTTIMALE

I. Mignani
Primo
2008

Abstract

Kiwifruit storage: factors and technologies to achieve the best quality Abstract In Italy kiwifruit production was approximately of 4,400.000 tons in 2006. Most production is located in Central and Northern Italy. The great interest towards kiwifruit is because its sensorial aspects and nutraceutical content of vit.C, other than its long term storage capability, that makes this valuable kind of fruits available and exportable during the winter months. The storage period greatly influences fruit ripening physiology, therefore its correct management has great incidence on the final quality of the product to offer to the consumer. Kiwifruit have a high starch content in the flesh before ripening, which is converted into sugars during the storage period. Consequently soluble solids content (SSC) increases after harvest and may reach more than double values during the first 1 to 2 months of storage. Meanwhile, titratable acidity decreases by as much as 50% of the preharvest content. Most dramatic change during storage is the reduction in flesh firmness, that declines by 30 to 50% each month of air storage at 0°C and 10 to 20% in Controlled Atmosphere (5% CO2 e 2%O2). Kiwifruit are prone to mechanical and vibration injuries, showing in firm fruit (>60N) light whitish bruises. The white colour results from failure to convert starch to sugar in the injured cells. In softer fruit (< 30N), where flesh no longer contains starch, a translucent bruise results. This facts provide a compelling reason to harvest and market kiwifruit at the right firmness level to control damages. Exposure to ethylene, even at very low levels (5 to 10 ppb) induces fruit softening and accelerates ripening. So far it is good practice to avoid ethylene exposure during harvest, transport and storage. Kiwifruit take advantages of Controlled Atmosphere storage and the major benefits is a delay in flesh softening. Upon removal from CA conditions the fruit are firmer and retain a greater market life. The present paper considers the pre and postharvest factors and the advanced and innovative storage techniques to achieve the best kiwifruit, in term of quality and nutraceutical content, to present to the consumer. L’actinidia, con la produzione di 4.400.000 ql nel 2006, è una specie di grande importanza per il comparto ortofrutticolo nazionale e l’Italia ne è stato il primo produttore mondiale fino al sorpasso cinese del 2002. Il suo successo è sicuramente in gran parte attribuibile, oltre che alle sue qualità sensoriali e nutrizionali per l’elevato contenuto di vitamina C, al suo potenziale di conservazione di parecchi mesi che la rende uno dei più pregiati prodotti disponibili ed esportabili durante tutto l’inverno. Il periodo di conservazione è una fase molto importante per la fisiologia di questo frutto e il suo corretto andamento ha riflessi fondamentali sulla qualità finale del prodotto. Il frutto dell’actinidia, infatti, converte la maggior parte dell’amido accumulato in pianta nel periodo di conservazione al freddo, raddoppiando o triplicando il suo grado zuccherino nei primo o secondo mese dopo la raccolta, quando contemporaneamente anche l’acidità titolabile diminuisce più del 50% dei valori preraccolta. Tuttavia il cambiamento più forte in questa fase è l’intenerimento, che aumenta del 30-50% per ogni mese di conservazione in atmosfera normale (aria) a 0°C, e del 10-20% in atmosfera controllata (5% CO2 e 2%O2). Il frutto dell’actinidia è molto suscettibile ai danni meccanici e da vibrazioni, che si manifestano con aree discolorate o traslucide, la cui severità dipende molto dal livello di durezza del frutto al momento dell’impatto; quindi il valore ottimale di compattezza della polpa del frutto al momento della raccolta va oculatamente valutato per minimizzare i danni della raccolta. L’actinidia inoltre è molto sensibile alla presenza di etilene, anche a livelli minimi (2-5 ppb), che ne provoca un veloce intenerimento e ne accelera la maturazione, per cui vanno evitate tutte le esposizioni a questo gas, ponendo cura anche alle contaminazioni accidentali degli ambienti di raccolta, lavorazione e conservazione. Poiché l’actinidia è una delle specie che maggiormente si avvantaggia della conservazione a lungo termine in atmosfera controllata, il presente lavoro considera le tecnologie, anche innovative, e i fattori pre e postraccolta più adatti a esitare al consumatore un prodotto di ottima qualità sensoriale e nutrizionale.
Kiwi ; maturazione ; conservazione ; etilene ; atmosfera controllata ; Actinidia deliciosa ; ripening ; storage ; ethylene ; controlled atmosphere
Settore AGR/03 - Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree
2008
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