L''articolo si inscrive nel dibattito contemporaneo sull''esistenza (o non esistenza) in Platone di una teoria delle idee. In accordo con tesi già sostenute da altri (ad es. F. Gonzalez), e riallacciandosi ad altri suoi scritti sull''argomento, l''A. si propone di dimostrare non solo che non esiste in Platone una vera e propria "dottrina delle idee", ma che questa non esistenza è confermata dallo stesso Aristotele. Citando alcuni passi aristotelici l''articolo mette in luce come ciò di cui si lamenti Aristotele non sia tanto la qualità della dottrina metafisica di Platone, quanto piuttosto la sua assenza. Questo si può verificare, ad esempio, a proposito del tema della partecipazione: ciò che Aristotele fa notare in proposito è che Platone non chiarisce mai questa importante nozione metafisica (importante perché deputata a spiegare i rapporti tra realtà sensibile e realtà intelligibile), ma si limita a formulare immagini poetiche o a parlare a vuoto. E'' essenziale, secondo l''autore dell''articolo, assumere queste valutazioni di Aristotele nella loro pura valenza storiografica, e non dal punto vista teoretico. Non sarebbe affatto pertinente, in effetti, tentare di difendere Platone da queste critiche cercando di fare vedere che nei suoi scritti esistono proprio quelle teorie di cui Aristotele lamentava l''assenza. Non solo, infatti, l''impresa si rivela impossibile. Così facendo si suppone inoltre che le critiche di Aristotele siano fondate, ossia che Platone, volendo essere un filosofo compiuto e coerente, avrebbe dovuto fare esattamente quanto Aristotele esige che si faccia: in altre parole, ragionando così si finisce per attribuire a Platone la stessa idea di filosofia che ne aveva Aristotele, che collocava in cima alla piramide del sapere una scienza di carattere metafisico. Ciò hanno fatto, in effetti, i neoplatonici. Ma l''esito di questo progetto ha condotto la loro riflessione ben lontano dalla vera filosofia di Platone: sia perché hanno dovuto integrare il pensiero di Platone con tematiche ad esso sostanzialmente ignote, sia perché sono stati costretti a minimizzare o addirittura a cancellare le stanze che nel pensiero di Platone erano largamente maggioritarie (ossia quelle etico-politiche). E'' necessario piuttosto riconoscere che la critica di Aristotele ha un valore esclusivamente teoretico, mentre dal punto di vista storiografico segnala in modo preciso uno stato di cose reale della filosofia di Platone: in essa non c''è alcuna vera e propria teoria delle idee perché la nozione platonica di filosofia è assai diversa da quella enunciata e sviluppata da Aristotele nella Metafisica.

Esiste, secondo Aristotele, una “dottrina platonica delle Idee”? / F. Trabattoni. - In: MÉTHEXIS. - ISSN 0327-0289. - 20:20(2007), pp. 159-180.

Esiste, secondo Aristotele, una “dottrina platonica delle Idee”?

F. Trabattoni
Primo
2007

Abstract

L''articolo si inscrive nel dibattito contemporaneo sull''esistenza (o non esistenza) in Platone di una teoria delle idee. In accordo con tesi già sostenute da altri (ad es. F. Gonzalez), e riallacciandosi ad altri suoi scritti sull''argomento, l''A. si propone di dimostrare non solo che non esiste in Platone una vera e propria "dottrina delle idee", ma che questa non esistenza è confermata dallo stesso Aristotele. Citando alcuni passi aristotelici l''articolo mette in luce come ciò di cui si lamenti Aristotele non sia tanto la qualità della dottrina metafisica di Platone, quanto piuttosto la sua assenza. Questo si può verificare, ad esempio, a proposito del tema della partecipazione: ciò che Aristotele fa notare in proposito è che Platone non chiarisce mai questa importante nozione metafisica (importante perché deputata a spiegare i rapporti tra realtà sensibile e realtà intelligibile), ma si limita a formulare immagini poetiche o a parlare a vuoto. E'' essenziale, secondo l''autore dell''articolo, assumere queste valutazioni di Aristotele nella loro pura valenza storiografica, e non dal punto vista teoretico. Non sarebbe affatto pertinente, in effetti, tentare di difendere Platone da queste critiche cercando di fare vedere che nei suoi scritti esistono proprio quelle teorie di cui Aristotele lamentava l''assenza. Non solo, infatti, l''impresa si rivela impossibile. Così facendo si suppone inoltre che le critiche di Aristotele siano fondate, ossia che Platone, volendo essere un filosofo compiuto e coerente, avrebbe dovuto fare esattamente quanto Aristotele esige che si faccia: in altre parole, ragionando così si finisce per attribuire a Platone la stessa idea di filosofia che ne aveva Aristotele, che collocava in cima alla piramide del sapere una scienza di carattere metafisico. Ciò hanno fatto, in effetti, i neoplatonici. Ma l''esito di questo progetto ha condotto la loro riflessione ben lontano dalla vera filosofia di Platone: sia perché hanno dovuto integrare il pensiero di Platone con tematiche ad esso sostanzialmente ignote, sia perché sono stati costretti a minimizzare o addirittura a cancellare le stanze che nel pensiero di Platone erano largamente maggioritarie (ossia quelle etico-politiche). E'' necessario piuttosto riconoscere che la critica di Aristotele ha un valore esclusivamente teoretico, mentre dal punto di vista storiografico segnala in modo preciso uno stato di cose reale della filosofia di Platone: in essa non c''è alcuna vera e propria teoria delle idee perché la nozione platonica di filosofia è assai diversa da quella enunciata e sviluppata da Aristotele nella Metafisica.
teoria delle idee ; partecipazione ; metafisica ; metafora ; critiche di Aristotele a Platone
Settore M-FIL/07 - Storia della Filosofia Antica
2007
Article (author)
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