La pubblicazione di un libro su quella che è stata, di fatto, la “prima Israele”, una remota e vasta regione della Siberia ai confini con la Cina, pone l’attenzione sull’unica entità politica specificamente ebraica sorta nell’età contemporanea oltre a Israele. Birobidzhan, oggi capitale della Regione Autonoma Ebraica, fu volontariamente colonizzata dagli Ebrei sovietici (ma vi immigrarono anche da altri continenti) a partire dal 1928 e venne riconosciuta come entità amministrativa nel 1934. Il progetto fu appoggiato da Stalin che, pur non credendo nell’esistenza di una nazionalità ebraica, riteneva utile concentrare quella popolazione in una zona remota della Russia. Ciò avrebbe consentito un maggiore controllo sui confini dell’Estremo Oriente e lo sfruttamento delle risorse naturali siberiane grazie alla qualificata manodopera ebraica. Nell’arco di un cinquantennio si trasferirono nella Regione, provenendo anche da Paesi di tutto il mondo, più di 37.000 Ebrei, che però presto in maggioranza lasciarono l’impresa, a causa delle condizioni di insicurezza create dal regime sovietico. Quelli rimasti o che vi giunsero nel secondo dopoguerra, riuscirono a convivere e a collaborare con le diverse etnie già insediate (grandi-russi, coreani ecc.) e con quelle che arrivarono in seguito (slavi occidentali: bielorussi e ucraini). Attualmente nella Regione, che sta vivendo, nelle condizioni della Russia post-sovietica, un momento interessante di rinascita, poco noto (ma non per questo meno significativo e ricco di potenzialità). Nella Regione sono rimaste alcune migliaia di Ebrei che non si considerano parte di una diaspora, ma un ramo dell’Ebraismo mondiale. Se fino al 2000 emigravano in massa verso Israele ora la tendenza prevalente si è invertita: non solo giovani e anziani esprimono il desiderio di restare nella Regione, ma si registra persino un rientro di alcuni Ebrei russi (150 l’anno) da Israele. Il caso della Regione Autonoma Ebraica non solleva soltanto rilevanti e complesse questioni generali, che sono affrontate nel volume stesso con gli strumenti scientifici necessari, in tema di Relazioni Internazionali, di interazione e convivenza fra etnie e di teoria federale – dato che la gestione delle relazioni interetniche chiama in causa la rilevante questione dell’autogoverno e della convivenza - ma induce anche a gettare uno sguardo, con una lente diversa da quella “statocentrica” abituale, su quanto accade nel Medio Oriente e in Israele, imprigionati in una condizione di conflitto permanente, che impedisce di immaginare e adottare forme alternative di convivenza. Il libro, che, come hanno rilevato ripetutamente Sergio Romano sul Corriere della Sera e gli specialisti argentini, ha coperto un vuoto di conoscenza internazionale sul tema, è stato presentato a Buenos Aires da illustri studiosi. Contiene una prefazione di Sergio Romano, già rappresentante diplomatico alla NATO, Ambasciatore in Unione Sovietica e docente in università americane (Berkeley, Harvard) ed europee, editorialista del “Corriere della Sera”. Il libro è corredato da un glossario e da un indice dei nomi e dei luoghi, che aiutano il lettore a orientarsi nella complessità della questione.

El Primer Israel : la increible historia de Birobidzhan y la Region Autonoma / A. Vitale ; [a cura di] D. Muchnik. - Buenos Aires : Capital Intelectual, 2007. - ISBN 978-987-614-009-6.

El Primer Israel : la increible historia de Birobidzhan y la Region Autonoma

A. Vitale
Primo
2007

Abstract

La pubblicazione di un libro su quella che è stata, di fatto, la “prima Israele”, una remota e vasta regione della Siberia ai confini con la Cina, pone l’attenzione sull’unica entità politica specificamente ebraica sorta nell’età contemporanea oltre a Israele. Birobidzhan, oggi capitale della Regione Autonoma Ebraica, fu volontariamente colonizzata dagli Ebrei sovietici (ma vi immigrarono anche da altri continenti) a partire dal 1928 e venne riconosciuta come entità amministrativa nel 1934. Il progetto fu appoggiato da Stalin che, pur non credendo nell’esistenza di una nazionalità ebraica, riteneva utile concentrare quella popolazione in una zona remota della Russia. Ciò avrebbe consentito un maggiore controllo sui confini dell’Estremo Oriente e lo sfruttamento delle risorse naturali siberiane grazie alla qualificata manodopera ebraica. Nell’arco di un cinquantennio si trasferirono nella Regione, provenendo anche da Paesi di tutto il mondo, più di 37.000 Ebrei, che però presto in maggioranza lasciarono l’impresa, a causa delle condizioni di insicurezza create dal regime sovietico. Quelli rimasti o che vi giunsero nel secondo dopoguerra, riuscirono a convivere e a collaborare con le diverse etnie già insediate (grandi-russi, coreani ecc.) e con quelle che arrivarono in seguito (slavi occidentali: bielorussi e ucraini). Attualmente nella Regione, che sta vivendo, nelle condizioni della Russia post-sovietica, un momento interessante di rinascita, poco noto (ma non per questo meno significativo e ricco di potenzialità). Nella Regione sono rimaste alcune migliaia di Ebrei che non si considerano parte di una diaspora, ma un ramo dell’Ebraismo mondiale. Se fino al 2000 emigravano in massa verso Israele ora la tendenza prevalente si è invertita: non solo giovani e anziani esprimono il desiderio di restare nella Regione, ma si registra persino un rientro di alcuni Ebrei russi (150 l’anno) da Israele. Il caso della Regione Autonoma Ebraica non solleva soltanto rilevanti e complesse questioni generali, che sono affrontate nel volume stesso con gli strumenti scientifici necessari, in tema di Relazioni Internazionali, di interazione e convivenza fra etnie e di teoria federale – dato che la gestione delle relazioni interetniche chiama in causa la rilevante questione dell’autogoverno e della convivenza - ma induce anche a gettare uno sguardo, con una lente diversa da quella “statocentrica” abituale, su quanto accade nel Medio Oriente e in Israele, imprigionati in una condizione di conflitto permanente, che impedisce di immaginare e adottare forme alternative di convivenza. Il libro, che, come hanno rilevato ripetutamente Sergio Romano sul Corriere della Sera e gli specialisti argentini, ha coperto un vuoto di conoscenza internazionale sul tema, è stato presentato a Buenos Aires da illustri studiosi. Contiene una prefazione di Sergio Romano, già rappresentante diplomatico alla NATO, Ambasciatore in Unione Sovietica e docente in università americane (Berkeley, Harvard) ed europee, editorialista del “Corriere della Sera”. Il libro è corredato da un glossario e da un indice dei nomi e dei luoghi, che aiutano il lettore a orientarsi nella complessità della questione.
2007
Nazionalismo ; Relazioni interetniche ; Ebraismo ; autonomia; relazioni Russia-Cina; teoria federale; Russia post-sovietica;
Settore SPS/04 - Scienza Politica
Settore M-GGR/02 - Geografia Economico-Politica
Settore SPS/03 - Storia delle Istituzioni Politiche
El Primer Israel : la increible historia de Birobidzhan y la Region Autonoma / A. Vitale ; [a cura di] D. Muchnik. - Buenos Aires : Capital Intelectual, 2007. - ISBN 978-987-614-009-6.
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