Il libro dedicato alla disciplina del “Lavoro nelle amministrazioni pubbliche tra ordinamento europeo e ordinamenti nazionali” intende approfondire, in prospettiva comparata, l’evoluzione dei principi e delle norme positive del rapporto di lavoro pubblico a livello nazionale ed europeo, allo scopo di collocarsi in prospettiva privilegiata per analizzare gli orientamenti e le modalità attraverso cui le riforme amministrative, protagoniste indiscusse nelle agende politiche di molti Paesi europei a partire dagli anni ’70, hanno apportato concreti cambiamenti ad una delle istituzioni centrali delle democrazie contemporanee. In altre parole lo scopo di questo studio è quello di illustrare le implicazioni e gli impatti che le riforme amministrative dei Paesi fondatori delle Comunità europee – in particolare quello francese, tedesco, belga e italiano – e di altri Stati dell’Unione europea – come ad esempio quello spagnolo e quello britannico – hanno avuto sulle rispettive funzioni pubbliche, confrontando tale sviluppo con quello registratosi di recente nell’ordinamento comunitario. In questa prospettiva l’approccio comparato è il criterio più adeguato per evidenziare, da una parte, gli elementi di integrazione tra i due livelli (nazionale ed europeo) di amministrazione e, dall’altra parte, per dimostrare che nonostante le influenze reciproche e i processi circolari non si riscontra un appiattimento né a livello statale nei confronti dell’influenza comunitaria, né a livello comunitario nei confronti di quelle statali. Si crea piuttosto uno spazio giuridico entro il quale si svolgono innumerevoli ed articolati rapporti, non necessariamente tendenti alla identificazione degli ordinamenti nazionali nell’ordinamento europeo, ma nemmeno tendenti all’assimilazione dell’ordinamento europeo in uno o in una pluralità degli ordinamenti nazionali. Quello che emerge non è altro che un fenomeno di convergenza di alcuni pur rilevanti profili nelle strutture e nelle discipline del rapporto di lavoro pubblico, con il mantenimento tuttavia di caratteristiche proprie. Ciò in quanto il risultato delle riforme non è dipeso, come è naturale, solo dalle soluzioni di carattere legislativo e dagli interessi che le hanno promosse, ma anche, e forse soprattutto, dalla natura del sistema amministrativo esistente in ciascun ordinamento nonché da altre varianti quali il rapporto fra Stato-apparato e Stato-comunità, nonché i mutamenti in atto nelle forme di Stato e/o di governo degli ordinamenti a seguito delle recenti riforme istituzionali; od ancora alla definizione o ridefinizione degli equilibri e dei rapporti fra area pubblica e settore privato.
Il lavoro nelle amministrazioni pubbliche tra ordinamento europeo e ordinamenti nazionali / S. Sassi. - Milano : Giuffré, 2007. - ISBN 8814135096.
Il lavoro nelle amministrazioni pubbliche tra ordinamento europeo e ordinamenti nazionali
S. SassiPrimo
2007
Abstract
Il libro dedicato alla disciplina del “Lavoro nelle amministrazioni pubbliche tra ordinamento europeo e ordinamenti nazionali” intende approfondire, in prospettiva comparata, l’evoluzione dei principi e delle norme positive del rapporto di lavoro pubblico a livello nazionale ed europeo, allo scopo di collocarsi in prospettiva privilegiata per analizzare gli orientamenti e le modalità attraverso cui le riforme amministrative, protagoniste indiscusse nelle agende politiche di molti Paesi europei a partire dagli anni ’70, hanno apportato concreti cambiamenti ad una delle istituzioni centrali delle democrazie contemporanee. In altre parole lo scopo di questo studio è quello di illustrare le implicazioni e gli impatti che le riforme amministrative dei Paesi fondatori delle Comunità europee – in particolare quello francese, tedesco, belga e italiano – e di altri Stati dell’Unione europea – come ad esempio quello spagnolo e quello britannico – hanno avuto sulle rispettive funzioni pubbliche, confrontando tale sviluppo con quello registratosi di recente nell’ordinamento comunitario. In questa prospettiva l’approccio comparato è il criterio più adeguato per evidenziare, da una parte, gli elementi di integrazione tra i due livelli (nazionale ed europeo) di amministrazione e, dall’altra parte, per dimostrare che nonostante le influenze reciproche e i processi circolari non si riscontra un appiattimento né a livello statale nei confronti dell’influenza comunitaria, né a livello comunitario nei confronti di quelle statali. Si crea piuttosto uno spazio giuridico entro il quale si svolgono innumerevoli ed articolati rapporti, non necessariamente tendenti alla identificazione degli ordinamenti nazionali nell’ordinamento europeo, ma nemmeno tendenti all’assimilazione dell’ordinamento europeo in uno o in una pluralità degli ordinamenti nazionali. Quello che emerge non è altro che un fenomeno di convergenza di alcuni pur rilevanti profili nelle strutture e nelle discipline del rapporto di lavoro pubblico, con il mantenimento tuttavia di caratteristiche proprie. Ciò in quanto il risultato delle riforme non è dipeso, come è naturale, solo dalle soluzioni di carattere legislativo e dagli interessi che le hanno promosse, ma anche, e forse soprattutto, dalla natura del sistema amministrativo esistente in ciascun ordinamento nonché da altre varianti quali il rapporto fra Stato-apparato e Stato-comunità, nonché i mutamenti in atto nelle forme di Stato e/o di governo degli ordinamenti a seguito delle recenti riforme istituzionali; od ancora alla definizione o ridefinizione degli equilibri e dei rapporti fra area pubblica e settore privato.Pubblicazioni consigliate
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