Ricerche in tema di furtum : qui sciens indebitum accipit

Il volume affronta esegeticamente le fonti delle giurisprudenza classica in tema di furto del falsus procurator, del falsus creditor o di chi, più in generale, apparendo quale l’effettivo legittimato o l’effettivo creditore, percepiva consapevolmente quanto non gli era dovuto. Ai fini della responsabilità penale era sufficiente che l’autore di tale condotta fosse in malafede o era necessario che avesse raggirato il tradente, inducendolo in errore? E ancora, in questo ambito, assumeva un qualche ruolo la mancata intenzione del tradente di trasferire la proprietà di quanto consegnava a quell’accipiente? Questi problemi si intersecano invero con la questione dei confini della nozione di furto, portando a domandarsi se, ad un certo punto, i classici abbiano cessato di punire la riscossione consapevole di quanto non dovuto tramite l’actio furti, per farla rientrare nell’ambito applicativo della più recente actio de dolo.