Nel corso degli ultimi decenni, l'incidenza d’induzione del travaglio di parto ha continuato a crescere a livello internazionale. Nei paesi sviluppati, la proporzione di bambini nati a termine di gravidanza a seguito di un’induzione spesso risulta essere 1 su 4 parti e corrisponde all’incirca il 25% di tutte le gravidanze a termine.(1-2) Nei paesi in via di sviluppo le percentuali sono generalmente più basse, anche se in alcuni scenari le percentuali possono essere alte tanto quanto quelle osservate nei paesi sviluppati. (1) Durante l'induzione del travaglio, la donna ha limitata mobilità e la procedura stessa può causarle disagio. Per evitare potenziali rischi connessi con la procedura, la donna e il bambino devono essere monitorati attentamente. Inoltre l’aumentato rischio di taglio cesareo connesso a tale procedura viene spesso trascurato da una parte numericamente rilevante di professionisti. Inoltre il travaglio indotto è un costo organizzativo e assistenziale maggiore rispetto al travaglio spontaneo, è più doloroso e fonte di un vissuto più stressante per la donna, con tutte le conseguenze che questo determina sull’andamento del travaglio e del parto che porta ad una maggiore difficoltà da parte dell’equipe ostetrica e medica ad accogliere ed aiutare la donna in questo particolare percorso fisico e psichico (3). Sono sempre di più le gravide che si sottopongono a questa procedura ma poco si conosce riguardo la genesi della loro decisione e quali siano i fattori che sottendono a tale decisione. Inoltre spesso e volentieri vi è la tendenza a non prestare attenzione alle informazioni date alle donne che spesso “subiscono” la decisione del ginecologo di indurre il travaglio, senza una chiara comprensione del significato d’induzione, della metodica, dei rischi e benefici per la madre e il feto. È dunque importante cercare di determinare il grado di soddisfazione delle donne in merito alle informazioni ricevute, cercando di comprendere a fondo la percezione che esse hanno a proposito di questa scelta al fine di promuovere e garantire un outcome migliore sia per la madre che per il nascituro. Durante la mia esperienza di allieva ostetrica nell’unità operativa di Sala Parto presso la Clinica Ostetrico-Ginecologica Luigi Mangiagalli ho potuto osservare una forte tendenza da parte delle donne a sottoporsi all’induzione del travaglio senza conoscere bene i potenziali rischi legati ad essa. Spesso firmano il consenso informato senza veramente comprendere il significato della procedura semplicemente fidandosi delle direttive del ginecologo. Questo fatto mi ha suscitato una riflessione nonché il sospetto che non vengano fornite adeguate informazioni riguardo l’induzione del travaglio in epoca prenatale e che non venga data a sufficienza la possibilità alla donna di riflettere e decidere con maggiore consapevolezza se sottoporsi a tale procedura o meno. In letteratura esistono pochi studi relativamente alla percezione della donna sulla induzione del travaglio (4-5) . La mia tesi è nata proprio dalla curiosità di esplorare più a fondo questa tematica analizzando le linee guida internazionali, in particolare quelle inglesi del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) valutando l’efficacia delle informazioni che le donne ricevono prima del parto.

L'induzione del travaglio di parto : indagine conoscitiva sulla percezione delle donne / G.L. Miccoli, L.A. Malgrati, P.A. Mauri. - Milano : Università degli Studi di Milano, 2013 Nov.

L'induzione del travaglio di parto : indagine conoscitiva sulla percezione delle donne

L.A. Malgrati;P.A. Mauri
2013

Abstract

Nel corso degli ultimi decenni, l'incidenza d’induzione del travaglio di parto ha continuato a crescere a livello internazionale. Nei paesi sviluppati, la proporzione di bambini nati a termine di gravidanza a seguito di un’induzione spesso risulta essere 1 su 4 parti e corrisponde all’incirca il 25% di tutte le gravidanze a termine.(1-2) Nei paesi in via di sviluppo le percentuali sono generalmente più basse, anche se in alcuni scenari le percentuali possono essere alte tanto quanto quelle osservate nei paesi sviluppati. (1) Durante l'induzione del travaglio, la donna ha limitata mobilità e la procedura stessa può causarle disagio. Per evitare potenziali rischi connessi con la procedura, la donna e il bambino devono essere monitorati attentamente. Inoltre l’aumentato rischio di taglio cesareo connesso a tale procedura viene spesso trascurato da una parte numericamente rilevante di professionisti. Inoltre il travaglio indotto è un costo organizzativo e assistenziale maggiore rispetto al travaglio spontaneo, è più doloroso e fonte di un vissuto più stressante per la donna, con tutte le conseguenze che questo determina sull’andamento del travaglio e del parto che porta ad una maggiore difficoltà da parte dell’equipe ostetrica e medica ad accogliere ed aiutare la donna in questo particolare percorso fisico e psichico (3). Sono sempre di più le gravide che si sottopongono a questa procedura ma poco si conosce riguardo la genesi della loro decisione e quali siano i fattori che sottendono a tale decisione. Inoltre spesso e volentieri vi è la tendenza a non prestare attenzione alle informazioni date alle donne che spesso “subiscono” la decisione del ginecologo di indurre il travaglio, senza una chiara comprensione del significato d’induzione, della metodica, dei rischi e benefici per la madre e il feto. È dunque importante cercare di determinare il grado di soddisfazione delle donne in merito alle informazioni ricevute, cercando di comprendere a fondo la percezione che esse hanno a proposito di questa scelta al fine di promuovere e garantire un outcome migliore sia per la madre che per il nascituro. Durante la mia esperienza di allieva ostetrica nell’unità operativa di Sala Parto presso la Clinica Ostetrico-Ginecologica Luigi Mangiagalli ho potuto osservare una forte tendenza da parte delle donne a sottoporsi all’induzione del travaglio senza conoscere bene i potenziali rischi legati ad essa. Spesso firmano il consenso informato senza veramente comprendere il significato della procedura semplicemente fidandosi delle direttive del ginecologo. Questo fatto mi ha suscitato una riflessione nonché il sospetto che non vengano fornite adeguate informazioni riguardo l’induzione del travaglio in epoca prenatale e che non venga data a sufficienza la possibilità alla donna di riflettere e decidere con maggiore consapevolezza se sottoporsi a tale procedura o meno. In letteratura esistono pochi studi relativamente alla percezione della donna sulla induzione del travaglio (4-5) . La mia tesi è nata proprio dalla curiosità di esplorare più a fondo questa tematica analizzando le linee guida internazionali, in particolare quelle inglesi del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) valutando l’efficacia delle informazioni che le donne ricevono prima del parto.
nov-2013
induction of labour ; midwifery
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
L'induzione del travaglio di parto : indagine conoscitiva sulla percezione delle donne / G.L. Miccoli, L.A. Malgrati, P.A. Mauri. - Milano : Università degli Studi di Milano, 2013 Nov.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/230191
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