In fondo al secondo tomo si legge una bibliografia esauriente su Croce, Gentile e Del Noce tra 1993 (data alla quale si ferma l’ultima importante bibliografia sui due maggiori amici/nemici della storia letteraria e culturale italiana) e 2010. Il volume ripercorre il dibattito giovanile tra Croce e Gentile sul rapporto arte /storia, snidando l’elemento della discordia, più potente rispetto a quello della concordia, e collegando questo dibattito all’altro su storia e romanzo storico, attentamente e sinuosamente ricostruito, con attenzione a ogni epoca, limitatamente al periodo dal 1890 ai nostri giorni. In Italia Croce è stato al centro di esso fino all’avvento del sociologismo, ha poi guadagnato un posto d’onore negli USA (da Hayden White a Carlo Ginzburg), è rientrato dalla finestra in Italia nell’ambito del post-moderno. Tra 1903 e 1910 Croce si incorpora l’eredità della critica storico-filologica, e, pur combattendo la temperie decadentistica, tacciata di irrazionalismo e falsità morale (in antagonismo alla vecchia ideologia marxista), fa conoscere il pensiero di Nietzsche, ritenuto filosofo e teorico dell’arte encomiabile, ed esalta il neo-paganesimo carducciano. Dal 1910, mentre civetta con il frammentismo vociano, Croce polemizza contro il modernismo aggressivo dei futuristi, che usa in modo spregiudicato concetti suoi come intuizione, lirismo, immagine. Tuttavia proprio Croce distoglie Marinetti dalle poetiche contenutistiche e lo conduce alla centralità della forma. Riccobono schiera i giudizi romantico–positivistici circa il rapporto tra “popolo”, poesia popolare e sviluppo storico della letteratura italiana (Rubieri, Capponi, D’Ancona, Carducci e soprattutto Rajna e De Sanctis), che Croce si incorpora quando esamina (1933) le relazioni tra poesia popolare e poesia colta. La sottomissione crociana della prima alla seconda si iscrive anche nel quadro della lotta contro il frammentismo in letteratura, e contro l’interpretazione gentiliana del rapporto tra Rinascimento e Risorgimento. Per Croce, il processo di unificazione culturale italiana dall’alto, svoltosi grazie alla letteratura aulica e alle élites culturali, genera da ultimo i letterati liberali e romantici, promotori del concetto di indipendenza nazionale da cui sorge l’Italia unita, che creano una lingua e una letteratura italiana adeguate a un ceto medio da costruire e a un popolo-plebe da affrancare. La più importante conquista estetico-critica del giovane Croce (1900-1902) è la definizione della poesia come valore espressivo puro e autonomo; la più importante conquista del Croce maturo è la distinzione tra poesia e vita, tra personalità poetica e personalità empirico-biografica ― della quale vi sono importanti precorri menti tra 1904 e 1907 ―, distinzione intimamente legata al carattere di verità (di cosmicità) dell’arte (1917-1929). Di entrambi questi princìpi si appropria Thomas Mann, il quale li ricontestualizza nel tessuto figurativo di alcune tra le sue opere maggiori. Nel capitolo centrale del volume sono ricostruiti i momenti di snodo cruciali della influenza, finora mai sospettata, di Croce su Mann: essa prende avvio dalla lettura della Estetica, che lascia tracce cospicue nel Tonio Kröger; prosegue mediante lo studio di varia filosofia crociana e dei saggi su Dante e Shakespeare; culmina nell’assunzione di Benedetto Croce a modello del deuteragonista della Montagna magica, Lodovico Settembrini, il luminoso antagonista del gesuita diabolico Leone Naphta, notoriamente modellato su György Lukács.

Letteratura e civiltà : Gentile contro Croce, Croce contro Gentile con attenzione alla temperie culturale europea / M.G. Riccobono. - Roma : Aracne Editrice, 2010 May. - ISBN 978-88-548-2616-8.

Letteratura e civiltà : Gentile contro Croce, Croce contro Gentile con attenzione alla temperie culturale europea

M.G. Riccobono
Primo
2010

Abstract

In fondo al secondo tomo si legge una bibliografia esauriente su Croce, Gentile e Del Noce tra 1993 (data alla quale si ferma l’ultima importante bibliografia sui due maggiori amici/nemici della storia letteraria e culturale italiana) e 2010. Il volume ripercorre il dibattito giovanile tra Croce e Gentile sul rapporto arte /storia, snidando l’elemento della discordia, più potente rispetto a quello della concordia, e collegando questo dibattito all’altro su storia e romanzo storico, attentamente e sinuosamente ricostruito, con attenzione a ogni epoca, limitatamente al periodo dal 1890 ai nostri giorni. In Italia Croce è stato al centro di esso fino all’avvento del sociologismo, ha poi guadagnato un posto d’onore negli USA (da Hayden White a Carlo Ginzburg), è rientrato dalla finestra in Italia nell’ambito del post-moderno. Tra 1903 e 1910 Croce si incorpora l’eredità della critica storico-filologica, e, pur combattendo la temperie decadentistica, tacciata di irrazionalismo e falsità morale (in antagonismo alla vecchia ideologia marxista), fa conoscere il pensiero di Nietzsche, ritenuto filosofo e teorico dell’arte encomiabile, ed esalta il neo-paganesimo carducciano. Dal 1910, mentre civetta con il frammentismo vociano, Croce polemizza contro il modernismo aggressivo dei futuristi, che usa in modo spregiudicato concetti suoi come intuizione, lirismo, immagine. Tuttavia proprio Croce distoglie Marinetti dalle poetiche contenutistiche e lo conduce alla centralità della forma. Riccobono schiera i giudizi romantico–positivistici circa il rapporto tra “popolo”, poesia popolare e sviluppo storico della letteratura italiana (Rubieri, Capponi, D’Ancona, Carducci e soprattutto Rajna e De Sanctis), che Croce si incorpora quando esamina (1933) le relazioni tra poesia popolare e poesia colta. La sottomissione crociana della prima alla seconda si iscrive anche nel quadro della lotta contro il frammentismo in letteratura, e contro l’interpretazione gentiliana del rapporto tra Rinascimento e Risorgimento. Per Croce, il processo di unificazione culturale italiana dall’alto, svoltosi grazie alla letteratura aulica e alle élites culturali, genera da ultimo i letterati liberali e romantici, promotori del concetto di indipendenza nazionale da cui sorge l’Italia unita, che creano una lingua e una letteratura italiana adeguate a un ceto medio da costruire e a un popolo-plebe da affrancare. La più importante conquista estetico-critica del giovane Croce (1900-1902) è la definizione della poesia come valore espressivo puro e autonomo; la più importante conquista del Croce maturo è la distinzione tra poesia e vita, tra personalità poetica e personalità empirico-biografica ― della quale vi sono importanti precorri menti tra 1904 e 1907 ―, distinzione intimamente legata al carattere di verità (di cosmicità) dell’arte (1917-1929). Di entrambi questi princìpi si appropria Thomas Mann, il quale li ricontestualizza nel tessuto figurativo di alcune tra le sue opere maggiori. Nel capitolo centrale del volume sono ricostruiti i momenti di snodo cruciali della influenza, finora mai sospettata, di Croce su Mann: essa prende avvio dalla lettura della Estetica, che lascia tracce cospicue nel Tonio Kröger; prosegue mediante lo studio di varia filosofia crociana e dei saggi su Dante e Shakespeare; culmina nell’assunzione di Benedetto Croce a modello del deuteragonista della Montagna magica, Lodovico Settembrini, il luminoso antagonista del gesuita diabolico Leone Naphta, notoriamente modellato su György Lukács.
mag-2010
Croce ; Gentile ; poesia ; storia ; romanzo storico ; liricità ; espressione artistico-letteraria ; Marinetti ; Mann ; Lukàcs ; fascismo ; letterati ; poesia popolare ; letteratura nazionale ; liberalismo ; Constant ; Hegel ; Del Noce
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
Letteratura e civiltà : Gentile contro Croce, Croce contro Gentile con attenzione alla temperie culturale europea / M.G. Riccobono. - Roma : Aracne Editrice, 2010 May. - ISBN 978-88-548-2616-8.
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