L’attacco di panico è un affetto-segnale non ‘traducibile’ da parte del paziente, alla frontiera tra lo psichico e il somatico. Le fantasie sono centrate sull’abbandono, sul distacco da situazioni relazionali e ambientali rassicuranti o sull’essere intrappolato in una dimensione iperprotettiva o di eccessivo controllo che nega al paziente la possibilità di sperimentarsi nella propria difficile e faticosa autonomia. Il conflitto tra autonomia e indipendenza, tra la sperimentazione di una perdita e l’ignoto del nuovo, induce il crollo dell’illusorio ideale narcisistico dell’Io che ha oscurato già precocemente durante la crescita del soggetto le sue autentiche caratteristiche di personalità. Spesso nella storia di questi pazienti c’è una scarsa sintonizzazione affettiva tra ambiente primario di vita e il bambino e condotte genitoriali ipercontrollanti, iperprottettive o minacciose che creano nel piccolo un’abnorme suscettibilità a precoci sentimenti di paura e di angoscia che egli sperimenta nei confronti di ciò che non è ‘casa’, ‘conosciuto’ ‘già esplorato’. In genere l’eperienza della perdita, anche dei propri confini corporei e mentali (attraverso la paura di morire o di impazzire) si configura come una totale e catastrofica negazione dell’ illusoria immagine idealizzata di Sè con l’angosciante percezione da parte dell’Io di frammentazione e disgregazione. Nell’ambito della costruzione attiva della vita del paziente la relazione analitica condivisa con lo stesso

Il panico : la perdita del’llusoria onnipotenza e la riconquista dell’ignoto come nuovo oggetto relazionale / C. Bressi. ((Intervento presentato al convegno Il nuovo : forme d'apertura all'ulteriore : prospettive della psicologia analitica tenutosi a Milano nel 2010.

Il panico : la perdita del’llusoria onnipotenza e la riconquista dell’ignoto come nuovo oggetto relazionale

C. Bressi
Primo
2010

Abstract

L’attacco di panico è un affetto-segnale non ‘traducibile’ da parte del paziente, alla frontiera tra lo psichico e il somatico. Le fantasie sono centrate sull’abbandono, sul distacco da situazioni relazionali e ambientali rassicuranti o sull’essere intrappolato in una dimensione iperprotettiva o di eccessivo controllo che nega al paziente la possibilità di sperimentarsi nella propria difficile e faticosa autonomia. Il conflitto tra autonomia e indipendenza, tra la sperimentazione di una perdita e l’ignoto del nuovo, induce il crollo dell’illusorio ideale narcisistico dell’Io che ha oscurato già precocemente durante la crescita del soggetto le sue autentiche caratteristiche di personalità. Spesso nella storia di questi pazienti c’è una scarsa sintonizzazione affettiva tra ambiente primario di vita e il bambino e condotte genitoriali ipercontrollanti, iperprottettive o minacciose che creano nel piccolo un’abnorme suscettibilità a precoci sentimenti di paura e di angoscia che egli sperimenta nei confronti di ciò che non è ‘casa’, ‘conosciuto’ ‘già esplorato’. In genere l’eperienza della perdita, anche dei propri confini corporei e mentali (attraverso la paura di morire o di impazzire) si configura come una totale e catastrofica negazione dell’ illusoria immagine idealizzata di Sè con l’angosciante percezione da parte dell’Io di frammentazione e disgregazione. Nell’ambito della costruzione attiva della vita del paziente la relazione analitica condivisa con lo stesso
feb-2010
Settore M-PSI/07 - Psicologia Dinamica
Il panico : la perdita del’llusoria onnipotenza e la riconquista dell’ignoto come nuovo oggetto relazionale / C. Bressi. ((Intervento presentato al convegno Il nuovo : forme d'apertura all'ulteriore : prospettive della psicologia analitica tenutosi a Milano nel 2010.
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