Introduzione: Il disturbo da Attacchi di Panico (DAP) è assai frequente nella popolazione generale. Numerosi studi clinici hanno dimostrato e messo in evidenza che il Disturbo da Attacchi di Panico comporta un alto grado di severità clinica, un alto rischio di cronicizzazione e di disabilità, elevati costi sociosanitari e una globale riduzione della qualità di vita di chi ne è affatto. Nel Disturbo da Attacchi di Panico è ampiamente dimostrata l’efficacia sperimentale della terapia Cognitivo-Comportamentale (Cognitive Behavioral Therapy, CBT), (Andrews, 1996; Telch et al., 1993; Roth & Fonagy, 1996; Bakker et al., 1998), effettuata anche in setting di gruppo (Telch et al., 1993; Evans at al.,1991) e su pazienti resistenti ai trattamenti farmacologici (Held at al., 2003), tanto da essere considerata dalle principali linee guida internazionali fra i trattamenti elettivi di prima scelta (American Psychiatric Association, 1998; OMS, 2000). L’obiettivo di questo studio è quello di valutare il decorso dell’outcome clinico in pazienti con DAP trattati con terapia cognitivo-comportamentale di gruppo (CBT) secondo il modello di Andrews. Metodologia: Il campione sperimentale è composto da 28 soggetti, reclutati presso il Servizio di Psicoterapia della Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, con una diagnosi di DAP, che hanno effettuato un psicoterapia cognitivo-comportamentale di gruppo. All’intero campione è stata somministrata una specifica serie di test psicometrici sia al momento del reclutamento (T0), sia al termine della terapia (T1). Per valutare il decorso longitudinale della sintomatologia clinica è stato eseguito un Paired Sample t-test. Risultati: Il confronto dei punteggi medi da T0 a T1 ha evidenziato nei soggetti una riduzione statisticamente significativa (p< 0.05) nei valori ottenuti nella scala clinica Hamilton Anxiety Scale (HAM-A), nella scala delle fobie Marks-Sheehan Phobia Scale (MSPS), nel punteggio totale e in quello relativo all’intensità degli attacchi di panico nella Panic Attack and Anticipatory Anxiety Scale (PAAAS), e alla sottoscala specifica “paura ad aprirsi” dell’ Inventory of Interpersonal Problems (IIP, Luborsky). Conclusioni: I risultati del nostro studio evidenziano l’efficacia della CBT, condotta in setting di gruppo, nel trattamento del Disturbo da Attacchi di Panico. Nello specifico, dai risultati riscontrati, la CBT di gruppo ha un effetto significativo sulla componente sintomatologica del disturbo, sugli evitamenti e sull’ansia anticipatoria. La problematiche relazionali sembrerebbero non risentire degli effetti della CBT, ad eccezione della diminuzione della “paura ad aprirsi”, il cui cambiamento sembrerebbe essere in relazione alla modalità specifica di conduzione della terapia, ovvero al setting di gruppo

La Terapia Cognitivo-Comportamentale di gruppo (Cognitive Behavioral Therapy, CBT), secondo il modello Andrews, nel trattamento del Disturbo da Attacchi di Panico : uno studio sperimentale / P. Della Valentina, E.P. Nocito, V. Dell’Acqua, S. Fronza, E.A. Milanese, L. Castagna, C. Bressi. ((Intervento presentato al 41. convegno psicoterapia curare con le parole integrare con il nuovo dimostrare con le neuroscienze tenutosi a Torino nel 2012.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale di gruppo (Cognitive Behavioral Therapy, CBT), secondo il modello Andrews, nel trattamento del Disturbo da Attacchi di Panico : uno studio sperimentale

C. Bressi
Ultimo
2012

Abstract

Introduzione: Il disturbo da Attacchi di Panico (DAP) è assai frequente nella popolazione generale. Numerosi studi clinici hanno dimostrato e messo in evidenza che il Disturbo da Attacchi di Panico comporta un alto grado di severità clinica, un alto rischio di cronicizzazione e di disabilità, elevati costi sociosanitari e una globale riduzione della qualità di vita di chi ne è affatto. Nel Disturbo da Attacchi di Panico è ampiamente dimostrata l’efficacia sperimentale della terapia Cognitivo-Comportamentale (Cognitive Behavioral Therapy, CBT), (Andrews, 1996; Telch et al., 1993; Roth & Fonagy, 1996; Bakker et al., 1998), effettuata anche in setting di gruppo (Telch et al., 1993; Evans at al.,1991) e su pazienti resistenti ai trattamenti farmacologici (Held at al., 2003), tanto da essere considerata dalle principali linee guida internazionali fra i trattamenti elettivi di prima scelta (American Psychiatric Association, 1998; OMS, 2000). L’obiettivo di questo studio è quello di valutare il decorso dell’outcome clinico in pazienti con DAP trattati con terapia cognitivo-comportamentale di gruppo (CBT) secondo il modello di Andrews. Metodologia: Il campione sperimentale è composto da 28 soggetti, reclutati presso il Servizio di Psicoterapia della Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, con una diagnosi di DAP, che hanno effettuato un psicoterapia cognitivo-comportamentale di gruppo. All’intero campione è stata somministrata una specifica serie di test psicometrici sia al momento del reclutamento (T0), sia al termine della terapia (T1). Per valutare il decorso longitudinale della sintomatologia clinica è stato eseguito un Paired Sample t-test. Risultati: Il confronto dei punteggi medi da T0 a T1 ha evidenziato nei soggetti una riduzione statisticamente significativa (p< 0.05) nei valori ottenuti nella scala clinica Hamilton Anxiety Scale (HAM-A), nella scala delle fobie Marks-Sheehan Phobia Scale (MSPS), nel punteggio totale e in quello relativo all’intensità degli attacchi di panico nella Panic Attack and Anticipatory Anxiety Scale (PAAAS), e alla sottoscala specifica “paura ad aprirsi” dell’ Inventory of Interpersonal Problems (IIP, Luborsky). Conclusioni: I risultati del nostro studio evidenziano l’efficacia della CBT, condotta in setting di gruppo, nel trattamento del Disturbo da Attacchi di Panico. Nello specifico, dai risultati riscontrati, la CBT di gruppo ha un effetto significativo sulla componente sintomatologica del disturbo, sugli evitamenti e sull’ansia anticipatoria. La problematiche relazionali sembrerebbero non risentire degli effetti della CBT, ad eccezione della diminuzione della “paura ad aprirsi”, il cui cambiamento sembrerebbe essere in relazione alla modalità specifica di conduzione della terapia, ovvero al setting di gruppo
9-giu-2012
Settore MED/25 - Psichiatria
Settore M-PSI/08 - Psicologia Clinica
http://www.odmbologna.it/news/archives/2012/05/xli_congresso_nazionale_sipm_psicoterapia_curare_con_le_parole_integrare_con_il_nuovo_dimostrare_con_le_neuroscienze.php
La Terapia Cognitivo-Comportamentale di gruppo (Cognitive Behavioral Therapy, CBT), secondo il modello Andrews, nel trattamento del Disturbo da Attacchi di Panico : uno studio sperimentale / P. Della Valentina, E.P. Nocito, V. Dell’Acqua, S. Fronza, E.A. Milanese, L. Castagna, C. Bressi. ((Intervento presentato al 41. convegno psicoterapia curare con le parole integrare con il nuovo dimostrare con le neuroscienze tenutosi a Torino nel 2012.
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