Sono molti gli avvenimenti specifici che hanno caratterizzato negli Stati Uniti il centesimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, segnato più in generale dal persistere di una crisi economica internazionale iniziata nel 1873 e dall’inasprirsi di uno scontro sociale che avrebbe portato al grande sciopero delle ferrovie nel 1877. In primo luogo la sconfitta subita dall’esercito americano nel confronto con gli indiani a Little Bighorn, e le dimissioni del ministro della Guerra, George E. Belknap, travolto da uno scandalo relativo ad alcuni appalti; in secondo luogo lo scontro politico accesso conclusosi con delle elezioni contese, decise da una commissione federale che sancì con il suo verdetto la vittoria del candidato repubblicano, Rutheford B. Haynes, sconfitto dal voto popolare; in terzo luogo la fine della Ricostruzione nel Sud che comportò la soppressione del diritto di voto per i neri. Questi episodi mostravano in modo evidente la fragilità del nazionalismo repubblicano e dei suoi simboli. Da qui la necessità di un rilancio di una festa e di una nazione in crisi proprio con l’esposizione universale di Philadelphia, la città che aveva tenuto a battesimo la Repubblica americana, per riportare la celebrazione del Quattro di Luglio ai suoi fasti originali, utilizzando l’evento come volano per rilanciare sia l’economia sia la politica della nazione. La città aveva scelto di celebrare il giubileo civile di una data memorabile con un grande evento pubblico: ufficialmente definito International Exhibition of Arts, Manufacturers and Products of the Soil and Mine, l’evento non fu una “mostra”, bensì la “messa in mostra” delle innovazioni americane, un vetro e proprio expo che aprì i battenti il 10 maggio 1876 a Faimount Park, lungo lo Schuylkill River. L'Expo fu un successo incredibile: il primo giorno più di 186.000 persone visitarono i duecento edifici costruiti a Fairmout Park con un risultato finale di 10 milioni di visitatori. L’esposizione di Philadelphia, con i suoi grandi edifici simbolici, ribadiva l’affermazione egemonica “del potere economico e politico in termini culturali da parte dei ceti dominanti della società statunitense”, l’élite bianca che dominava la politica nazionale. Furono dunque i rituali della razza ad influenzare la celebrazione, al punto che all’afroamericano Frederick Douglass venne quasi impedito di salire sul palco delle autorità e non venne concesso di parlare.

Centennial Exhibition 1876 : le celebrazioni dell'indipendenza americana e i rituali della razza / M.M. Sioli. ((Intervento presentato al convegno Celebrare la nazione : grandi anniversari e politiche della memoria nel mondo contemporaneo tenutosi a Viterbo nel 2011.

Centennial Exhibition 1876 : le celebrazioni dell'indipendenza americana e i rituali della razza

M.M. Sioli
2011

Abstract

Sono molti gli avvenimenti specifici che hanno caratterizzato negli Stati Uniti il centesimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, segnato più in generale dal persistere di una crisi economica internazionale iniziata nel 1873 e dall’inasprirsi di uno scontro sociale che avrebbe portato al grande sciopero delle ferrovie nel 1877. In primo luogo la sconfitta subita dall’esercito americano nel confronto con gli indiani a Little Bighorn, e le dimissioni del ministro della Guerra, George E. Belknap, travolto da uno scandalo relativo ad alcuni appalti; in secondo luogo lo scontro politico accesso conclusosi con delle elezioni contese, decise da una commissione federale che sancì con il suo verdetto la vittoria del candidato repubblicano, Rutheford B. Haynes, sconfitto dal voto popolare; in terzo luogo la fine della Ricostruzione nel Sud che comportò la soppressione del diritto di voto per i neri. Questi episodi mostravano in modo evidente la fragilità del nazionalismo repubblicano e dei suoi simboli. Da qui la necessità di un rilancio di una festa e di una nazione in crisi proprio con l’esposizione universale di Philadelphia, la città che aveva tenuto a battesimo la Repubblica americana, per riportare la celebrazione del Quattro di Luglio ai suoi fasti originali, utilizzando l’evento come volano per rilanciare sia l’economia sia la politica della nazione. La città aveva scelto di celebrare il giubileo civile di una data memorabile con un grande evento pubblico: ufficialmente definito International Exhibition of Arts, Manufacturers and Products of the Soil and Mine, l’evento non fu una “mostra”, bensì la “messa in mostra” delle innovazioni americane, un vetro e proprio expo che aprì i battenti il 10 maggio 1876 a Faimount Park, lungo lo Schuylkill River. L'Expo fu un successo incredibile: il primo giorno più di 186.000 persone visitarono i duecento edifici costruiti a Fairmout Park con un risultato finale di 10 milioni di visitatori. L’esposizione di Philadelphia, con i suoi grandi edifici simbolici, ribadiva l’affermazione egemonica “del potere economico e politico in termini culturali da parte dei ceti dominanti della società statunitense”, l’élite bianca che dominava la politica nazionale. Furono dunque i rituali della razza ad influenzare la celebrazione, al punto che all’afroamericano Frederick Douglass venne quasi impedito di salire sul palco delle autorità e non venne concesso di parlare.
10-mar-2011
Settore SPS/05 - Storia e Istituzioni delle Americhe
Università della Tuscia
Centennial Exhibition 1876 : le celebrazioni dell'indipendenza americana e i rituali della razza / M.M. Sioli. ((Intervento presentato al convegno Celebrare la nazione : grandi anniversari e politiche della memoria nel mondo contemporaneo tenutosi a Viterbo nel 2011.
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