L’immagine ancora oggi più diffusa dell’economia milanese del ‘600 è quella evocataci dalla straordinaria capacità pittorica del Manzoni in alcune pagine del suo capolavoro. Grazie ad un successo che nella storia letteraria dell’Italia unita non ha confronti (anche perché sostenuto dall’obbligatorietà stabilita per ogni tipologia di scuola), il quadro di irreversibile decadenza economica, causata dall’indolenza dei costumi, dal rapace fiscalismo dei dominatori e aggravata dai flagelli delle carestie e della peste, tratteggiato dalla sua penna, si è affermato come un paradigma indiscusso e duraturo , che ha proiettato il suo cono d’ombra sull’intera età spagnola, ben oltre i confini temporali dell’ambientazione manzoniana. Solo negli ultimi tre decenni la storiografia storico-economica ha cominciato faticosamente a superare questo blocco interpretativo e a rivelare, sotto il velo della leyenda negra, un mondo dove non mancano luci e grandezze. Queste pagine intendono ripercorrere schematicamente le fonti, teoriche e storico economiche, che sono alla base della ricostruzione manzoniana, e soffermarsi in conclusione proprio sul confronto tra quella che ha costituito così a lungo la ‘memoria collettiva’ di un secolo e le acquisizioni più aggiornate, ma non per questo più note, della ricerca. L’orizzonte dell’economia milanese secentesca che Manzoni ci restituisce è quello tutto racchiuso tra manifattura e agricoltura che si integrano secondo quello che poi verrà definito il modello protoindustriale. Ed è un sistema produttivo agricolo-mercantile in crisi, soprattutto per la decadenza della lavorazione serica, in particolare della filatura, come emerge proprio nella sua contrapposizione con quello della vicina Bergamo, sotto il dominio della Repubblica veneta, che vive (insieme alla Savoia) effettivamente una fase espansiva in controtendenza rispetto a tutti gli altri territori padani. In questo caso coglie – con grande anticipo rispetto alla stessa letteratura storico-economica – l’esistenza di uno spazio regionale integrato a dispetto delle frontiere politiche. Ma se sul piano sostanziale la comprensione manzoniana dell’economia bergamasca e del suo andamento in controtendenza rispetto a quella milanese è in linea con le più aggiornate acquisizioni della ricerca storico-economica, sul piano della descrizione tecnica e di alcuni altri particolari la sua descrizione di questo ambiente contiene alcuni anacronismi, recentemente messi in luce. Infatti, in base ad una approfondita ricerca che smentisce alcune localizzazioni immaginarie tardo ottocentesche, nel 1629 non esisteva a Bergamo e nelle sue campagne verso il confine milanese nessun mulino da seta ‘alto alto’ con le finestre ‘lunghe lunghe’, che Manzoni fa descrivere a Renzo appena aver attraversato l'Adda.

Manzoni, I Promessi Sposi e l'economia milanese del Seicento / G. De Luca - In: Economia e cultura materiale in Manzoni e nei Promessi Sposi. I Manzoni e la protoindustria all'epoca dei Promessi SposiCormano : Comune di Cormano, 2008. - pp. 15-34 (( convegno Economia e cultura materiale in Manzoni e nei Promessi Sposi tenutosi a Centro Nazionale di Studi Manzoniani, Cormano nel 2007.

Manzoni, I Promessi Sposi e l'economia milanese del Seicento

G. De Luca
Primo
2008

Abstract

L’immagine ancora oggi più diffusa dell’economia milanese del ‘600 è quella evocataci dalla straordinaria capacità pittorica del Manzoni in alcune pagine del suo capolavoro. Grazie ad un successo che nella storia letteraria dell’Italia unita non ha confronti (anche perché sostenuto dall’obbligatorietà stabilita per ogni tipologia di scuola), il quadro di irreversibile decadenza economica, causata dall’indolenza dei costumi, dal rapace fiscalismo dei dominatori e aggravata dai flagelli delle carestie e della peste, tratteggiato dalla sua penna, si è affermato come un paradigma indiscusso e duraturo , che ha proiettato il suo cono d’ombra sull’intera età spagnola, ben oltre i confini temporali dell’ambientazione manzoniana. Solo negli ultimi tre decenni la storiografia storico-economica ha cominciato faticosamente a superare questo blocco interpretativo e a rivelare, sotto il velo della leyenda negra, un mondo dove non mancano luci e grandezze. Queste pagine intendono ripercorrere schematicamente le fonti, teoriche e storico economiche, che sono alla base della ricostruzione manzoniana, e soffermarsi in conclusione proprio sul confronto tra quella che ha costituito così a lungo la ‘memoria collettiva’ di un secolo e le acquisizioni più aggiornate, ma non per questo più note, della ricerca. L’orizzonte dell’economia milanese secentesca che Manzoni ci restituisce è quello tutto racchiuso tra manifattura e agricoltura che si integrano secondo quello che poi verrà definito il modello protoindustriale. Ed è un sistema produttivo agricolo-mercantile in crisi, soprattutto per la decadenza della lavorazione serica, in particolare della filatura, come emerge proprio nella sua contrapposizione con quello della vicina Bergamo, sotto il dominio della Repubblica veneta, che vive (insieme alla Savoia) effettivamente una fase espansiva in controtendenza rispetto a tutti gli altri territori padani. In questo caso coglie – con grande anticipo rispetto alla stessa letteratura storico-economica – l’esistenza di uno spazio regionale integrato a dispetto delle frontiere politiche. Ma se sul piano sostanziale la comprensione manzoniana dell’economia bergamasca e del suo andamento in controtendenza rispetto a quella milanese è in linea con le più aggiornate acquisizioni della ricerca storico-economica, sul piano della descrizione tecnica e di alcuni altri particolari la sua descrizione di questo ambiente contiene alcuni anacronismi, recentemente messi in luce. Infatti, in base ad una approfondita ricerca che smentisce alcune localizzazioni immaginarie tardo ottocentesche, nel 1629 non esisteva a Bergamo e nelle sue campagne verso il confine milanese nessun mulino da seta ‘alto alto’ con le finestre ‘lunghe lunghe’, che Manzoni fa descrivere a Renzo appena aver attraversato l'Adda.
Manzoni ; storia economica di Milano ; XVII secolo
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
2008
Centro Studi Nazionale di Studi Manzoniani
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