Lo studio delle gamme cromatiche impiegate in epoca romana consente di acquisire informazioni sul loro utilizzo sia a livello regionale che imperiale. È pertanto prioritario il confronto tra i risultati delle indagini chimiche condotte in siti differenti, al fine di costruire una banca dati a livello internazionale i cui risultati siano accessibili sia agli archeometri che agli archeologi. In molti casi, inoltre, i dati analitici consentono di interpretare correttamente i testi antichi e viceversa. Obiettivo principale del lavoro è stato la caratterizzazione di pigmenti provenienti da affreschi di epoca romana (I sec. a.C. – III sec. d.C.) al fine sia di confrontare le diverse tecniche pittoriche sia di mettere a punto di un protocollo metodologico di indagine. I materiali analizzati provengono principalmente dalle abitazioni sottostanti la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo sul colle Celio (Roma). Tali ambienti sono caratterizzati dalla presenza di numerosi affreschi attribuiti a a fasi storiche successive (Età dei Flavi (69-96 d.C.), Età di Adriano (117-138 d.C.), Età dei Severi (192-235 d.C.), fine III – inizio IV secolo, seconda metà del IV secolo). Le principali tecniche analitiche utilizzate per la caratterizzazione dei campioni presi in esame sono state: i) la microscopia ottica (OM), ii) la microscopia a scansione elettronica con microsonda a dispersione di energia (SEM-EDS), iii) la spettroscopia in riflettanza diffusa (DRS) nella regione UV-Vis, iv) la diffrazione di raggi X di polveri (XRD), v) la spettroscopia micro-Raman, vi) la spettrometria di emissione atomica con sorgente al plasma (ICP-AES). La microscopia ottica ha fornito innanzitutto informazioni di natura stratigrafica relative alla eventuale presenza di più stesure pittoriche e del relativo intonaco preparatorio consentendo di ipotizzare in molti casi la natura dei materiali impiegati. Mediante analisi EDS sono stati individuati gli elementi caratterizzanti il pigmento la cui distribuzione spaziale all’interno dello strato pittorico è stata indagata grazie all’acquisizione di mappe di fluorescenza di raggi X. I principali pigmenti utilizzati sono stati il blu egizio, la terra verde, le ocre (gialle e rosse) ed il cinabro, in accordo con quanto riportato nei testi antichi di Plinio e Vitruvio. In particolare l’analisi XRD ha permesso di identificare le differenti fasi cristalline caratterizzanti i pigmenti: nei campioni di colore rosso sono stati individuati cinabro ed ematite, nel caso dei gialli goethite, nei campioni blu cuprorivaite e nei verdi glauconite, celadonite e cuprorivaite. La spettroscopia micro-Raman ha confermato i risultati ottenuti in difrattomettria a raggi X. Mediante l’acquisizione degli spettri in riflettanza diffusa sono state determinate le coordinate colorimetriche Lab che hanno consentito di raggruppare le varie tonalità di colore come punti in uno spazio a tre dimensioni. Infine lo studio della composizione chimica dei pigmenti attraverso analisi ICP-AES ha permesso di acquisire fingerprint caratteristici che possono essere confrontati con quelli relativi ai materiali utilizzati nella preparazione dei colori permettendo di formulare ipotesi sulle fonti di approvvigionamento. A completamento dell’indagine eseguita sono stati analizzati, mediante difrattometria a raggi X, anche gli intonaci di substrato identificandone i principali costituenti, in modo da correlare lo strato di preparazione con i pigmenti utilizzati nei successivi affreschi.

Studio dei pigmenti degli affreschi delle Domus romane sotto la basilica dei S.S. Giovanni e Paolo sul Celio (Roma) / P. Fermo, S. Soroldoni, M. de Vos, M. Andreoli, F. Deflorian - In: Innovazioni Tecnologiche per i beni culturali in Italia.Riassunti delle Comunicazioni. / A. I. Ar. - Caserta : A. I.Ar., 2005 Feb 16. (( convegno Convegno Nazionale A.I.Ar., Innovazioni tecnologiche per i beni culturali in Italia tenutosi a Caserta nel 2005.

Studio dei pigmenti degli affreschi delle Domus romane sotto la basilica dei S.S. Giovanni e Paolo sul Celio (Roma)

P. Fermo
Primo
;
2005

Abstract

Lo studio delle gamme cromatiche impiegate in epoca romana consente di acquisire informazioni sul loro utilizzo sia a livello regionale che imperiale. È pertanto prioritario il confronto tra i risultati delle indagini chimiche condotte in siti differenti, al fine di costruire una banca dati a livello internazionale i cui risultati siano accessibili sia agli archeometri che agli archeologi. In molti casi, inoltre, i dati analitici consentono di interpretare correttamente i testi antichi e viceversa. Obiettivo principale del lavoro è stato la caratterizzazione di pigmenti provenienti da affreschi di epoca romana (I sec. a.C. – III sec. d.C.) al fine sia di confrontare le diverse tecniche pittoriche sia di mettere a punto di un protocollo metodologico di indagine. I materiali analizzati provengono principalmente dalle abitazioni sottostanti la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo sul colle Celio (Roma). Tali ambienti sono caratterizzati dalla presenza di numerosi affreschi attribuiti a a fasi storiche successive (Età dei Flavi (69-96 d.C.), Età di Adriano (117-138 d.C.), Età dei Severi (192-235 d.C.), fine III – inizio IV secolo, seconda metà del IV secolo). Le principali tecniche analitiche utilizzate per la caratterizzazione dei campioni presi in esame sono state: i) la microscopia ottica (OM), ii) la microscopia a scansione elettronica con microsonda a dispersione di energia (SEM-EDS), iii) la spettroscopia in riflettanza diffusa (DRS) nella regione UV-Vis, iv) la diffrazione di raggi X di polveri (XRD), v) la spettroscopia micro-Raman, vi) la spettrometria di emissione atomica con sorgente al plasma (ICP-AES). La microscopia ottica ha fornito innanzitutto informazioni di natura stratigrafica relative alla eventuale presenza di più stesure pittoriche e del relativo intonaco preparatorio consentendo di ipotizzare in molti casi la natura dei materiali impiegati. Mediante analisi EDS sono stati individuati gli elementi caratterizzanti il pigmento la cui distribuzione spaziale all’interno dello strato pittorico è stata indagata grazie all’acquisizione di mappe di fluorescenza di raggi X. I principali pigmenti utilizzati sono stati il blu egizio, la terra verde, le ocre (gialle e rosse) ed il cinabro, in accordo con quanto riportato nei testi antichi di Plinio e Vitruvio. In particolare l’analisi XRD ha permesso di identificare le differenti fasi cristalline caratterizzanti i pigmenti: nei campioni di colore rosso sono stati individuati cinabro ed ematite, nel caso dei gialli goethite, nei campioni blu cuprorivaite e nei verdi glauconite, celadonite e cuprorivaite. La spettroscopia micro-Raman ha confermato i risultati ottenuti in difrattomettria a raggi X. Mediante l’acquisizione degli spettri in riflettanza diffusa sono state determinate le coordinate colorimetriche Lab che hanno consentito di raggruppare le varie tonalità di colore come punti in uno spazio a tre dimensioni. Infine lo studio della composizione chimica dei pigmenti attraverso analisi ICP-AES ha permesso di acquisire fingerprint caratteristici che possono essere confrontati con quelli relativi ai materiali utilizzati nella preparazione dei colori permettendo di formulare ipotesi sulle fonti di approvvigionamento. A completamento dell’indagine eseguita sono stati analizzati, mediante difrattometria a raggi X, anche gli intonaci di substrato identificandone i principali costituenti, in modo da correlare lo strato di preparazione con i pigmenti utilizzati nei successivi affreschi.
Settore CHIM/01 - Chimica Analitica
16-feb-2005
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