Il segmento rachideo toraco-lombare è espo- sto a elevato rischio di fratture, che sono spesso la conseguenza di traumatismi ad alta energia e che interessano nella maggior parte dei casi la giunzione toraco-lombare, che rappresenta il passaggio dalla regione toracica, relativamente più rigida, alla regio- ne lombare più mobile. Questa caratteristica funzionale è dovuta a ragioni prettamente anatomiche principalmente legate al caratte- ristico orientamento delle faccette articolari, che nella regione toracica limita i movimenti di flesso-estensione. Il passaggio toraco- lombare è dunque per ragioni anatomico- funzionali la sede a maggior rischio di frat- tura e deve quindi essere sistematicamente indagato clinicamente e radiograficamente in tutti i pazienti che hanno subito un trau- matismo vertebrale. Nella valutazione di una frattura vertebrale è necessario e fondamentale poter inquadrare esattamente una data lesione all’interno di un preciso sistema classificativo, che consenta di avere informazioni prognostiche adeguate riguardo al tipo di lesione che si sta trattando. In tale senso numerosi sistemi classificati- vi sono stati proposti negli anni da diversi Autori e tra questi noi riteniamo che la clas- sificazione di Magerl, codificata nel 1994, sia quella che meglio descrive ogni singola lesione fornendo indicazioni prognostiche e quindi terapeutiche. Tra le opzioni di trattamento di una frattura vertebrale è necessario prima di tutto consi- derare quali tipi di lesioni possono benefi- ciare di un trattamento conservativo, basato principalmente sull’uso delle ortesi rigide toraco-lombari e dei busti in termoformato o in gesso. Molto più discusso in letteratura è invece il ruolo della chirurgia nel trattamento delle fratture toraco-lombari e in particolare quale tipo di approccio sia meglio indicato per certi tipi di fratture. Nonostante non vi sia un pieno accordo tra i diversi Autori sul tipo di approccio chi- rurgico da adottare, tutti sono concordi nel ritenere necessari come obiettivi principali di trattamento il ripristino della stabilità ver- tebrale, la correzione della deformità, la de- compressione e/o protezione delle strutture neurologiche e il rapido recupero funzionale del paziente [1]. Al fine di poter stabilire, per ogni singola lesione fratturativa, quale sia il giusto ap- proccio terapeutico da adottare, è necessario l’utilizzo sistematico di una classificazione che consenta di comprendere il meccani- smo traumatico ed una valutazione del dan- no anatomico, al fine di poter disitinguere, tra le fratture stabili , che solitamente non richiedono un intervento chirurgico, e le fratture “instabili”, che spesso necessitano di un intervento chirurgico di stabilizzazione vertebrale.

Classificazione e trattamento chirurgico per via posteriore delle fratture vertebrali toraco-lombari / G.A. La Maida, L.S. Giarratana, A. Acerbi, G.V. Mineo, B. Misaggi. - In: LO SCALPELLO. - ISSN 0390-5276. - 26:1(2012), pp. 43-47. [10.1007/s11639-012-0135-8]

Classificazione e trattamento chirurgico per via posteriore delle fratture vertebrali toraco-lombari

G.V. Mineo
Penultimo
;
2012

Abstract

Il segmento rachideo toraco-lombare è espo- sto a elevato rischio di fratture, che sono spesso la conseguenza di traumatismi ad alta energia e che interessano nella maggior parte dei casi la giunzione toraco-lombare, che rappresenta il passaggio dalla regione toracica, relativamente più rigida, alla regio- ne lombare più mobile. Questa caratteristica funzionale è dovuta a ragioni prettamente anatomiche principalmente legate al caratte- ristico orientamento delle faccette articolari, che nella regione toracica limita i movimenti di flesso-estensione. Il passaggio toraco- lombare è dunque per ragioni anatomico- funzionali la sede a maggior rischio di frat- tura e deve quindi essere sistematicamente indagato clinicamente e radiograficamente in tutti i pazienti che hanno subito un trau- matismo vertebrale. Nella valutazione di una frattura vertebrale è necessario e fondamentale poter inquadrare esattamente una data lesione all’interno di un preciso sistema classificativo, che consenta di avere informazioni prognostiche adeguate riguardo al tipo di lesione che si sta trattando. In tale senso numerosi sistemi classificati- vi sono stati proposti negli anni da diversi Autori e tra questi noi riteniamo che la clas- sificazione di Magerl, codificata nel 1994, sia quella che meglio descrive ogni singola lesione fornendo indicazioni prognostiche e quindi terapeutiche. Tra le opzioni di trattamento di una frattura vertebrale è necessario prima di tutto consi- derare quali tipi di lesioni possono benefi- ciare di un trattamento conservativo, basato principalmente sull’uso delle ortesi rigide toraco-lombari e dei busti in termoformato o in gesso. Molto più discusso in letteratura è invece il ruolo della chirurgia nel trattamento delle fratture toraco-lombari e in particolare quale tipo di approccio sia meglio indicato per certi tipi di fratture. Nonostante non vi sia un pieno accordo tra i diversi Autori sul tipo di approccio chi- rurgico da adottare, tutti sono concordi nel ritenere necessari come obiettivi principali di trattamento il ripristino della stabilità ver- tebrale, la correzione della deformità, la de- compressione e/o protezione delle strutture neurologiche e il rapido recupero funzionale del paziente [1]. Al fine di poter stabilire, per ogni singola lesione fratturativa, quale sia il giusto ap- proccio terapeutico da adottare, è necessario l’utilizzo sistematico di una classificazione che consenta di comprendere il meccani- smo traumatico ed una valutazione del dan- no anatomico, al fine di poter disitinguere, tra le fratture stabili , che solitamente non richiedono un intervento chirurgico, e le fratture “instabili”, che spesso necessitano di un intervento chirurgico di stabilizzazione vertebrale.
fratture vertebrali toraco-lombari
Settore MED/33 - Malattie Apparato Locomotore
2012
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