La malattia di Alzheimer è una patologia gravissima e pressoché incurabile, perché quasi tutto si ignora della sua genesi e del suo svolgersi. E’ forse l’unica malattia che colpisce effettivamente soprattutto in tarda età. In Italia si calcola che esistano almeno due milioni e mezzo di persone malate. Si tratta di una lenta degenerazione delle capacità intellettive che prende prima la nostra memoria, poi la possibilità di apprendere, il cento del linguaggio, successivamente la capacità di provare emozioni e la coscienza della propria identità, infine sfocia nella demenza senile. Il vecchio che non capisce è un vecchio malato, ai diversi stadi, di Alzheimer. Le gravissime alterazioni nervose che si verificano, anche per la sedimentazione di placche dovute all’accumulo di una particolare proteina, sembra che non siano limitate solo al cervello, ma colpiscono anche la pelle e l’intestino. Almeno questa pare essere la recentissima scoperta di un gruppo di ricercatori di Harvard, i quali sostengano che l’accumulo della proteina provoca a lungo andare una reazione che finisce per danneggiare in modo non curabile la struttura stessa del cervello, fino a modificarne l’aspetto anche alle radiografie. Finora il meccanismo di genesi era assolutamente oscuro. Il fatto che sia stata scoperta tale proteina anche nelle pareti dell’intestino e sulla pelle, starebbe a significare che il difetto di metabolismo (potrebbe essere indotto da un virus che colpisce ad una certa età per deficit immunitari) sarebbe originato in altra parte e che il torrente del sangue trasporta questa proteina lasciando che essa si accumuli nel cervello e ne alteri la morfo-funzionalità. Negli Usa la spesa per la ricerca di una terapia è aumentata di quindici volte in dieci anni, passando dai 3,9 milioni a 56 milioni di dollari nel 1986. La malattia ha superato per incidenza l’infarto miocardico e preoccupa molto gli efficientissimi Stati Uniti, perché un malato di Alzheimer è un malato costosissimo, che nonostante il parere di illustri clinici, viene istituzionalizzato molto presto. Secondo alcune previsioni, nel Duemila circa i due terzi dei novantenni soffriranno di questa malattia, e le cure mediche sono assolutamente inefficaci. Senza contare che il numero dei novantenni aumenterà in proporzione geometrica.

Epidemiologia: quale futuro? / F. Pregliasco. ((Intervento presentato al convegno Alzheimer cafè. Prendersi cura di chi si prende cura del malato di Alzheimer: aspetti etici di una disabilità che ha pesanti ricadute sul caregiver tenutosi a Sesto San Giovanni nel 2011.

Epidemiologia: quale futuro?

F. Pregliasco
Primo
2011

Abstract

La malattia di Alzheimer è una patologia gravissima e pressoché incurabile, perché quasi tutto si ignora della sua genesi e del suo svolgersi. E’ forse l’unica malattia che colpisce effettivamente soprattutto in tarda età. In Italia si calcola che esistano almeno due milioni e mezzo di persone malate. Si tratta di una lenta degenerazione delle capacità intellettive che prende prima la nostra memoria, poi la possibilità di apprendere, il cento del linguaggio, successivamente la capacità di provare emozioni e la coscienza della propria identità, infine sfocia nella demenza senile. Il vecchio che non capisce è un vecchio malato, ai diversi stadi, di Alzheimer. Le gravissime alterazioni nervose che si verificano, anche per la sedimentazione di placche dovute all’accumulo di una particolare proteina, sembra che non siano limitate solo al cervello, ma colpiscono anche la pelle e l’intestino. Almeno questa pare essere la recentissima scoperta di un gruppo di ricercatori di Harvard, i quali sostengano che l’accumulo della proteina provoca a lungo andare una reazione che finisce per danneggiare in modo non curabile la struttura stessa del cervello, fino a modificarne l’aspetto anche alle radiografie. Finora il meccanismo di genesi era assolutamente oscuro. Il fatto che sia stata scoperta tale proteina anche nelle pareti dell’intestino e sulla pelle, starebbe a significare che il difetto di metabolismo (potrebbe essere indotto da un virus che colpisce ad una certa età per deficit immunitari) sarebbe originato in altra parte e che il torrente del sangue trasporta questa proteina lasciando che essa si accumuli nel cervello e ne alteri la morfo-funzionalità. Negli Usa la spesa per la ricerca di una terapia è aumentata di quindici volte in dieci anni, passando dai 3,9 milioni a 56 milioni di dollari nel 1986. La malattia ha superato per incidenza l’infarto miocardico e preoccupa molto gli efficientissimi Stati Uniti, perché un malato di Alzheimer è un malato costosissimo, che nonostante il parere di illustri clinici, viene istituzionalizzato molto presto. Secondo alcune previsioni, nel Duemila circa i due terzi dei novantenni soffriranno di questa malattia, e le cure mediche sono assolutamente inefficaci. Senza contare che il numero dei novantenni aumenterà in proporzione geometrica.
21-set-2011
Alzheimer ; epidemiologia
Settore MED/42 - Igiene Generale e Applicata
fondazione sacra famiglia
Epidemiologia: quale futuro? / F. Pregliasco. ((Intervento presentato al convegno Alzheimer cafè. Prendersi cura di chi si prende cura del malato di Alzheimer: aspetti etici di una disabilità che ha pesanti ricadute sul caregiver tenutosi a Sesto San Giovanni nel 2011.
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