Finalità del saggio è mostrare come le culture cristiana, ebraica ed islamica siamo coesistite nel Mediterraneo in un fruttuoso scambio di stimoli, informazioni, arricchimenti. Viene ricostruito il panorama fra IX e XIV secolo, attraverso le sue figure più significative: Al-Farabi, Avicenna, Avicebron, Averroè, Mosè Maimonide, Abulafia, Alberto Magno, Gioacchino da Fiore, Boezio di Dacia, Sigieri di Brabante. Nella sua parte finale il saggio dimostra come Dante, nella “Commedia”, in un modo non ben indicato ad oggi dalla critica, si mostri più libero pensatore di quanto si sia voluto sinora indicare: sì da collocare proprio a capo delle due corone di beati, nel cielo del Sole, Sigieri di Brabante e Gioacchino da Fiore. E sì da collocarvi anche Boezio di Dacia, il cui “De sommo bono”, tutto averroista, serve da guida all’azione alta dell’uomo. In chiusura si dimostra – anche attraverso elementi iconografici, - come, con la fine del XIV secolo, inizi quella chiusura culturale, in particolare all’Islam, che ha i suoi effetti anche nella cultura dei nostri giorni.
Le tre anella: Dante al crocevia tra cultura cristiana, ebraica ed islamica / G.G. Nuvoli. - In: TENZONE. - ISSN 1576-9216. - 11:(2010), pp. 33-58. ((Intervento presentato al convegno Invidiosi veri tenutosi a Barcellona nel 2009.
Le tre anella: Dante al crocevia tra cultura cristiana, ebraica ed islamica
G.G. NuvoliPrimo
2010
Abstract
Finalità del saggio è mostrare come le culture cristiana, ebraica ed islamica siamo coesistite nel Mediterraneo in un fruttuoso scambio di stimoli, informazioni, arricchimenti. Viene ricostruito il panorama fra IX e XIV secolo, attraverso le sue figure più significative: Al-Farabi, Avicenna, Avicebron, Averroè, Mosè Maimonide, Abulafia, Alberto Magno, Gioacchino da Fiore, Boezio di Dacia, Sigieri di Brabante. Nella sua parte finale il saggio dimostra come Dante, nella “Commedia”, in un modo non ben indicato ad oggi dalla critica, si mostri più libero pensatore di quanto si sia voluto sinora indicare: sì da collocare proprio a capo delle due corone di beati, nel cielo del Sole, Sigieri di Brabante e Gioacchino da Fiore. E sì da collocarvi anche Boezio di Dacia, il cui “De sommo bono”, tutto averroista, serve da guida all’azione alta dell’uomo. In chiusura si dimostra – anche attraverso elementi iconografici, - come, con la fine del XIV secolo, inizi quella chiusura culturale, in particolare all’Islam, che ha i suoi effetti anche nella cultura dei nostri giorni.File | Dimensione | Formato | |
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