Da diversi anni numerosi studi dimostrano come il Selenio intervenga come cofattore di importanti processi enzimatici antiossidativi e per questo motivo, possa essere considerato un potenziale agente antitumorale, più in generale, quale agente preventivo dei processi di invecchiamento. Il Selenio biodisponibile viene assunto prevalentemente attraverso l’alimentazione ma essendo caratterizzato da un margine di sicurezza ridotto diventa estremamente importante determinarne con la massima accuratezza il contenuto nei diversi alimenti, in particolare nei cereali, che costituiscono la base di molte diete, non solo di quella mediterranea. É stato infatti osservato che, assunto in dosi eccessive, questo micronutriente risulta particolarmente tossico (la dose giornaliera raccomandata U.S. RDA prevede infatti una quantità non superiore a 70 g/giorno per gli uomini e 55 g/giorno per le donne) [1]. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di determinare il contenuto di Selenio in tre diverse varietà di riso coltivate nella zona del Vercellese: nel riso bianco, in una varietà di riso nero ed in una di riso rosso. Il campione veniva inizialmente mineralizzato e tra i diversi metodi di “digestione” riportati in letteratura è stato utilizzato per la prima volta un metodo “combinato” che ha permesso di ottenere una buona distruzione della matrice e buoni recuperi dell’analita. Il metodo consiste in una prima “digestione” per via umida a caldo con HNO3 concentrato in presenza di Mg(NO3)2, seguita da uno stadio di incenerimento in muffola a 450°C. Il prodotto della calcinazione veniva poi ridisciolto in HCl 6 M a 110°C , diluito con acqua deionizzata e quindi analizzato. Numerosi sono i metodi analitici che si possono utilizzare per determinare il Selenio. In particolare, la tecnica voltammetrica di stripping catodico (CSV) (basata sulla formazione e succesiva riduzione, su goccia di mercurio, di un composto intermetallico HgSe o, in presenza di ioni rame, CuxSe) permette di ottenere limiti di rilevabilità estremamente soddisfacenti (inferiori a 100 pM) [2]. Questo metodo che si raccomanda a causa della sua elevata sensibilità pone però il problema della ottimizzazione di molteplici variabili [3-5], in relazione alla specifica matrice, che può contenere numerose specie interferenti sia derivanti dal campione originario sia dallo specifico metodo di digestione. In particolare accanto all’ottimizzazione dei parametri tipici delle tecniche di stripping (potenziale e tempo di deposizione, tempo di “quiete”, velocità e modalità di stripping, agitazione, dimensioni della goccia di mercurio...) nel caso del Selenio si aggiungono alcuni problemi specifici [2,3] come (a) la scelta di una concentrazione ottimale degli ioni Cu2+ e (b) l’effetto di modulazione da parte dei cloruri (presenti in concentrazione significativa in seguito alla digestione del campione) e del pH. In questa presentazione verrà discussa la procedura di ottimizzazione dei parametri critici d’analisi e riportati i dati relativi al contenuto di Selenio nei differenti campioni di riso da noi considerati. Si tratta del primo caso di applicazione della CSV con aggiunta di rame all’analisi del Selenio in campioni mineralizzati secondo la procedura sopra descritta. I dati elettroanalitici sono stati infine confrontati con quelli ottenuti mediante spettrometria HG-ICP. [1] A. Kumar, K. Krishnaswamy, J. Agric. Food Chem. (1997), 45, 2565 [2] G. Mattsson, L. Nyholm, Å. Olin, J. Electroanal. Chem. (1994), 379, 49 [3] P.Zuman, G. Somer, Talanta (2000), 51, 645 [4] L. Campanella, T. Ferri, J. Electroanal. Chem. (1984) 164, 241 [5] T. Ferri, C. De Luca, L. Ticconi, Analytical Letters (2001), 34, 975

Determinazione del contenuto di selenio in diverse varietà di riso mediante analisi voltammetrica / L. Falciola, P. Fermo, M. Merlino, P.R. Mussini, M. Panigati. ((Intervento presentato al 18. convegno Congresso Nazionale di Chimica Analitica tenutosi a Parma nel 2004.

Determinazione del contenuto di selenio in diverse varietà di riso mediante analisi voltammetrica

L. Falciola
Primo
;
P. Fermo
Secondo
;
P.R. Mussini
Penultimo
;
M. Panigati
Ultimo
2004

Abstract

Da diversi anni numerosi studi dimostrano come il Selenio intervenga come cofattore di importanti processi enzimatici antiossidativi e per questo motivo, possa essere considerato un potenziale agente antitumorale, più in generale, quale agente preventivo dei processi di invecchiamento. Il Selenio biodisponibile viene assunto prevalentemente attraverso l’alimentazione ma essendo caratterizzato da un margine di sicurezza ridotto diventa estremamente importante determinarne con la massima accuratezza il contenuto nei diversi alimenti, in particolare nei cereali, che costituiscono la base di molte diete, non solo di quella mediterranea. É stato infatti osservato che, assunto in dosi eccessive, questo micronutriente risulta particolarmente tossico (la dose giornaliera raccomandata U.S. RDA prevede infatti una quantità non superiore a 70 g/giorno per gli uomini e 55 g/giorno per le donne) [1]. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di determinare il contenuto di Selenio in tre diverse varietà di riso coltivate nella zona del Vercellese: nel riso bianco, in una varietà di riso nero ed in una di riso rosso. Il campione veniva inizialmente mineralizzato e tra i diversi metodi di “digestione” riportati in letteratura è stato utilizzato per la prima volta un metodo “combinato” che ha permesso di ottenere una buona distruzione della matrice e buoni recuperi dell’analita. Il metodo consiste in una prima “digestione” per via umida a caldo con HNO3 concentrato in presenza di Mg(NO3)2, seguita da uno stadio di incenerimento in muffola a 450°C. Il prodotto della calcinazione veniva poi ridisciolto in HCl 6 M a 110°C , diluito con acqua deionizzata e quindi analizzato. Numerosi sono i metodi analitici che si possono utilizzare per determinare il Selenio. In particolare, la tecnica voltammetrica di stripping catodico (CSV) (basata sulla formazione e succesiva riduzione, su goccia di mercurio, di un composto intermetallico HgSe o, in presenza di ioni rame, CuxSe) permette di ottenere limiti di rilevabilità estremamente soddisfacenti (inferiori a 100 pM) [2]. Questo metodo che si raccomanda a causa della sua elevata sensibilità pone però il problema della ottimizzazione di molteplici variabili [3-5], in relazione alla specifica matrice, che può contenere numerose specie interferenti sia derivanti dal campione originario sia dallo specifico metodo di digestione. In particolare accanto all’ottimizzazione dei parametri tipici delle tecniche di stripping (potenziale e tempo di deposizione, tempo di “quiete”, velocità e modalità di stripping, agitazione, dimensioni della goccia di mercurio...) nel caso del Selenio si aggiungono alcuni problemi specifici [2,3] come (a) la scelta di una concentrazione ottimale degli ioni Cu2+ e (b) l’effetto di modulazione da parte dei cloruri (presenti in concentrazione significativa in seguito alla digestione del campione) e del pH. In questa presentazione verrà discussa la procedura di ottimizzazione dei parametri critici d’analisi e riportati i dati relativi al contenuto di Selenio nei differenti campioni di riso da noi considerati. Si tratta del primo caso di applicazione della CSV con aggiunta di rame all’analisi del Selenio in campioni mineralizzati secondo la procedura sopra descritta. I dati elettroanalitici sono stati infine confrontati con quelli ottenuti mediante spettrometria HG-ICP. [1] A. Kumar, K. Krishnaswamy, J. Agric. Food Chem. (1997), 45, 2565 [2] G. Mattsson, L. Nyholm, Å. Olin, J. Electroanal. Chem. (1994), 379, 49 [3] P.Zuman, G. Somer, Talanta (2000), 51, 645 [4] L. Campanella, T. Ferri, J. Electroanal. Chem. (1984) 164, 241 [5] T. Ferri, C. De Luca, L. Ticconi, Analytical Letters (2001), 34, 975
set-2004
Settore CHIM/01 - Chimica Analitica
Determinazione del contenuto di selenio in diverse varietà di riso mediante analisi voltammetrica / L. Falciola, P. Fermo, M. Merlino, P.R. Mussini, M. Panigati. ((Intervento presentato al 18. convegno Congresso Nazionale di Chimica Analitica tenutosi a Parma nel 2004.
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