Vengono presentati i risultati degli studi archeologici, paleoambientali e geocronologici del sito paleolitico del Ghiardo (RE), scavato sistematicamente trent’anni fa. Il sito consiste di manufatti in giacitura primaria, al contatto di sedimenti alluvionali ricoperti da coltri di loess, interessate da differenti e successivi cicli pedogenetici. Nuove ricerche paleoambientali e micromorfologiche permettono di collocare con maggiore precisione il sito nell’ambiente steppico stabilitosi nell’area durante l’ultima glaciazione. Datazioni TL su manufatti combusti in selce ed un programma di datazioni OSL, estese anche ad altre sezioni chiave per l’interpretazione della sedimentazione loessica nell’ambito del bacino padano, permettono di collocare la formazione del sito nel MIS 4. Dal punto di vista funzionale il sito è costituito dalla sovrapposizione di diverse officine litiche, nelle quali venivano ridotti e trasformati in supporti le materie prime raccolte nelle vicinanze, ma non immediatamente in loco. Le catene operative individuate sono quasi esclusivamente di tipo Levallois. Relativamente limitate sono le testimonianze che permettono di identificare altri tipi di attività. Scarsi sono infatti gli strumenti ritoccati, in maggioranza raschiatoi, che suggeriscono la lavorazione di altri prodotti, prevalentemente in legno come sembra indicare anche l’analisi delle tracce d’uso. Di particolare interesse l’esistenza di concentrazioni di blocchi in pietra non trasformati e importati in loco che potrebbero essere legati a strutture abitative. Una certa variabilità tra le diverse concentrazioni di reperti, sia dal punto di vista tipologico sia litologico (si consideri ad esempio la maggiore presenza di lutite nell’area dello scavo) sono un’ulteriore conferma della presenza di aree di attività distinte, generatesi in tempi successivi, anche se apparentemente caratterizzate da una certa uniformità funzionale ed insediativa. Ne è conferma il fatto che tra i materiali raccolti nella ricognizione intensiva e durante lo scavo sistematico non vi sono sostanziali differenze. Le datazioni di cui oggi si dispone per il sito del Ghiardo pongono interessanti prospettive di correlazione con analoghe sezioni descritte lungo il margine del pedeappenninico emilano-romagnolo e marchigiano, nonché a sequenze loessiche distribuite nel settore settentrionale della Pianura Padana. Associati ai manufatti privi di tracce di rimaneggiamento postdeposizionale ve ne sono alcuni assai più usurati che potrebbero testimoniare fasi culturali più antiche.

Il sito paleolitico di Ghiardo Cave: Industrie, Cronologia, ambiente / M. Cremaschi, F. Negrino, C. Nicosia, H. Rodnight, C. Spoetli. ((Intervento presentato al 45. convegno PREISTORIA E PROTOSTORIA DELL'EMILIA ROMAGNA - RIUNIONE SCIENTIFICA tenutosi a MODENA nel 2010.

Il sito paleolitico di Ghiardo Cave: Industrie, Cronologia, ambiente

M. Cremaschi
Primo
;
2010

Abstract

Vengono presentati i risultati degli studi archeologici, paleoambientali e geocronologici del sito paleolitico del Ghiardo (RE), scavato sistematicamente trent’anni fa. Il sito consiste di manufatti in giacitura primaria, al contatto di sedimenti alluvionali ricoperti da coltri di loess, interessate da differenti e successivi cicli pedogenetici. Nuove ricerche paleoambientali e micromorfologiche permettono di collocare con maggiore precisione il sito nell’ambiente steppico stabilitosi nell’area durante l’ultima glaciazione. Datazioni TL su manufatti combusti in selce ed un programma di datazioni OSL, estese anche ad altre sezioni chiave per l’interpretazione della sedimentazione loessica nell’ambito del bacino padano, permettono di collocare la formazione del sito nel MIS 4. Dal punto di vista funzionale il sito è costituito dalla sovrapposizione di diverse officine litiche, nelle quali venivano ridotti e trasformati in supporti le materie prime raccolte nelle vicinanze, ma non immediatamente in loco. Le catene operative individuate sono quasi esclusivamente di tipo Levallois. Relativamente limitate sono le testimonianze che permettono di identificare altri tipi di attività. Scarsi sono infatti gli strumenti ritoccati, in maggioranza raschiatoi, che suggeriscono la lavorazione di altri prodotti, prevalentemente in legno come sembra indicare anche l’analisi delle tracce d’uso. Di particolare interesse l’esistenza di concentrazioni di blocchi in pietra non trasformati e importati in loco che potrebbero essere legati a strutture abitative. Una certa variabilità tra le diverse concentrazioni di reperti, sia dal punto di vista tipologico sia litologico (si consideri ad esempio la maggiore presenza di lutite nell’area dello scavo) sono un’ulteriore conferma della presenza di aree di attività distinte, generatesi in tempi successivi, anche se apparentemente caratterizzate da una certa uniformità funzionale ed insediativa. Ne è conferma il fatto che tra i materiali raccolti nella ricognizione intensiva e durante lo scavo sistematico non vi sono sostanziali differenze. Le datazioni di cui oggi si dispone per il sito del Ghiardo pongono interessanti prospettive di correlazione con analoghe sezioni descritte lungo il margine del pedeappenninico emilano-romagnolo e marchigiano, nonché a sequenze loessiche distribuite nel settore settentrionale della Pianura Padana. Associati ai manufatti privi di tracce di rimaneggiamento postdeposizionale ve ne sono alcuni assai più usurati che potrebbero testimoniare fasi culturali più antiche.
26-ott-2010
Settore GEO/04 - Geografia Fisica e Geomorfologia
Settore L-ANT/01 - Preistoria e Protostoria
ISTITUTO ITALIANO DI PREISTORIA E PROTOSTORIA
Il sito paleolitico di Ghiardo Cave: Industrie, Cronologia, ambiente / M. Cremaschi, F. Negrino, C. Nicosia, H. Rodnight, C. Spoetli. ((Intervento presentato al 45. convegno PREISTORIA E PROTOSTORIA DELL'EMILIA ROMAGNA - RIUNIONE SCIENTIFICA tenutosi a MODENA nel 2010.
Conference Object
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/167723
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact