Nel presente lavoro vengono riassunti i risultati delle analisi genetiche effettuate con i marcatori nucleari AFLP su circa 1650 esemplari di pecora domestica (Ovis aries), raggruppati in 57 popolazioni (razze) provenienti da Europa, Nord Africa e Vicino Oriente. Prelevati i campioni biologici, in laboratorio si è proceduto all’estrazione del DNA genomico e alla tipizzazione dei campioni secondo un protocollo standard con 3 combinazioni di primer altamente polimorfiche. I frammenti AFLP sono stati separati su gel di poliacrilammide e i polimorfismi conteggiati come marcatori dominanti. In totale sono stati considerati attendibili 93 marcatori. Sono poi state calcolate le frequenze alleliche di ogni marcatore in ogni popolazione e le distanze genetiche di Reynolds; infine, il dato genetico è stato sottoposto all’analisi delle componenti principali (PCA). Lungo il primo asse (57% della varianza totale), solo 2 delle 57 popolazioni mostrano un comportamento eccentrico, allontanandosi dalla nuvola di punti principale: sono la tedesca Grey Heat e la britannica Swaledale. Nel cluster principale, le popolazioni si dispongono – con pochissime eccezioni - secondo un gradiente geografico: razze del Centro-Nord Europa, razze dell’Europa mediterranea e razze del Vicino Oriente. Il secondo asse (9,5% della varianza totale) evidenzia una compatta nuvola di punti che comprende le razze del Vicino Oriente e del Mediterraneo orientale, insieme alla scozzese Black Face. Segreteria organizzativa biod@irealp.it Segreteria tecnico-scientifica biod@unimi.it Sito web: www.biod.irealp.it Le altre popolazioni giacciono più decentrate nello spazio multidimensionale. Per meglio visualizzare la struttura geografica della diversità genetica, è stata plottata la prima componente principale su una mappa geografica, interpolando le coordinate di ogni singolo punto con il metodo Kriging. E’ evidente la separazione genetica tra le razze ovine del Centro-Nord Europa e quelle dell’Europa del Sud e del Vicino Oriente. Diverse ipotesi possono essere invocate per spiegare il pattern osservato. Forse la più stimolante è quella che suggerisce il contributo di nuclei di animali geneticamente distinti (perché addomesticati in aree geografiche diverse) nella formazione del gene pool delle pecore domestiche. La doppia via di migrazione neolitica (mediterranea o danubiana) avrebbe poi enfatizzato le differenze genetiche iniziali, che si sarebbero conservate sino ad oggi.
Diversità genetica delle pecore domestiche (Ovis aries) stimata con marcatori molecolari / M. Pellecchia, R. Negrini, L. Colli, L. Nicoloso, P. Ajmone Marsan. ((Intervento presentato al convegno BIOD - Coltivare la biodiversità : Agricoltura, foreste e territorio : conservare, innovare, pianificare tenutosi a Milano nel 2010.
Diversità genetica delle pecore domestiche (Ovis aries) stimata con marcatori molecolari
L. NicolosoPenultimo
;
2010
Abstract
Nel presente lavoro vengono riassunti i risultati delle analisi genetiche effettuate con i marcatori nucleari AFLP su circa 1650 esemplari di pecora domestica (Ovis aries), raggruppati in 57 popolazioni (razze) provenienti da Europa, Nord Africa e Vicino Oriente. Prelevati i campioni biologici, in laboratorio si è proceduto all’estrazione del DNA genomico e alla tipizzazione dei campioni secondo un protocollo standard con 3 combinazioni di primer altamente polimorfiche. I frammenti AFLP sono stati separati su gel di poliacrilammide e i polimorfismi conteggiati come marcatori dominanti. In totale sono stati considerati attendibili 93 marcatori. Sono poi state calcolate le frequenze alleliche di ogni marcatore in ogni popolazione e le distanze genetiche di Reynolds; infine, il dato genetico è stato sottoposto all’analisi delle componenti principali (PCA). Lungo il primo asse (57% della varianza totale), solo 2 delle 57 popolazioni mostrano un comportamento eccentrico, allontanandosi dalla nuvola di punti principale: sono la tedesca Grey Heat e la britannica Swaledale. Nel cluster principale, le popolazioni si dispongono – con pochissime eccezioni - secondo un gradiente geografico: razze del Centro-Nord Europa, razze dell’Europa mediterranea e razze del Vicino Oriente. Il secondo asse (9,5% della varianza totale) evidenzia una compatta nuvola di punti che comprende le razze del Vicino Oriente e del Mediterraneo orientale, insieme alla scozzese Black Face. Segreteria organizzativa biod@irealp.it Segreteria tecnico-scientifica biod@unimi.it Sito web: www.biod.irealp.it Le altre popolazioni giacciono più decentrate nello spazio multidimensionale. Per meglio visualizzare la struttura geografica della diversità genetica, è stata plottata la prima componente principale su una mappa geografica, interpolando le coordinate di ogni singolo punto con il metodo Kriging. E’ evidente la separazione genetica tra le razze ovine del Centro-Nord Europa e quelle dell’Europa del Sud e del Vicino Oriente. Diverse ipotesi possono essere invocate per spiegare il pattern osservato. Forse la più stimolante è quella che suggerisce il contributo di nuclei di animali geneticamente distinti (perché addomesticati in aree geografiche diverse) nella formazione del gene pool delle pecore domestiche. La doppia via di migrazione neolitica (mediterranea o danubiana) avrebbe poi enfatizzato le differenze genetiche iniziali, che si sarebbero conservate sino ad oggi.Pubblicazioni consigliate
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