L’ epitelio intestinale rappresenta la prima superficie di contatto tra i nutrienti, derivanti dalla digestione degli alimenti, e il nostro organismo. E’ indubbio perciò che le stesse cellule intestinali siano fortemente influenzate dall’ interazione con alcuni componenti degli alimenti che possono modulare processi cellulari come proliferazione, differenziamento e apoptosi, intimamente coinvolti nella progressione e/o regressione del fenotipo tumorale. Tra i nutrienti direttamente coinvolti in questo tipo di interazioni, il calcio e la vitamina D giocano un ruolo sicuramente preminente. Recenti studi epidemiologici hanno infatti messo in evidenza come l’incidenza di tumori del colon, tra le forme tumorali più diffuse e seconda causa di mortalità per tumore nelle società industrializzate, sia inversamente proporzionale all’assunzione con la dieta di calcio e vitamina D, presente nel nostro organismo nella sua forma attiva, l’ 1,25(OH)2D3. In realtà l’effetto del calcio e della vitamina D dipende dallo stato differenziativo delle stesse cellule intestinali. L’aumento dell’assunzione di calcio con la dieta ha un effetto pro-differenziante, chemopreventivo negli enterociti sani che esprimono il CaSR (Calcium Sensing Receptor), mentre nelle cellule che vanno incontro ad una trasformazione pre-neoplastica e pre-maligna ha un effetto di promotore della carcinogenesi, a causa delle parziale o totale mancanza del CaSR. La vitamina D esplica un’azione chemopreventiva mediante l’interazione con il calcio sia a livello di attivazione/inibizione delle vie antiproliferative/pro-differenzianti, sia favorendo l’espressione del CaSR. In questo contesto resta da comprendere il possibile ruolo esercitato da altri componenti degli stessi alimenti, come per esempio le proteine, nel determinare il fenotipo normale o patologico.

Ruolo del calcio e della vitamina D nell'epitelio intestinale / A. Ferraretto. ((Intervento presentato al 4. convegno Simposio Biologia cellulare degli epiteli tenutosi a Milano nel 2011.

Ruolo del calcio e della vitamina D nell'epitelio intestinale

A. Ferraretto
Primo
2011

Abstract

L’ epitelio intestinale rappresenta la prima superficie di contatto tra i nutrienti, derivanti dalla digestione degli alimenti, e il nostro organismo. E’ indubbio perciò che le stesse cellule intestinali siano fortemente influenzate dall’ interazione con alcuni componenti degli alimenti che possono modulare processi cellulari come proliferazione, differenziamento e apoptosi, intimamente coinvolti nella progressione e/o regressione del fenotipo tumorale. Tra i nutrienti direttamente coinvolti in questo tipo di interazioni, il calcio e la vitamina D giocano un ruolo sicuramente preminente. Recenti studi epidemiologici hanno infatti messo in evidenza come l’incidenza di tumori del colon, tra le forme tumorali più diffuse e seconda causa di mortalità per tumore nelle società industrializzate, sia inversamente proporzionale all’assunzione con la dieta di calcio e vitamina D, presente nel nostro organismo nella sua forma attiva, l’ 1,25(OH)2D3. In realtà l’effetto del calcio e della vitamina D dipende dallo stato differenziativo delle stesse cellule intestinali. L’aumento dell’assunzione di calcio con la dieta ha un effetto pro-differenziante, chemopreventivo negli enterociti sani che esprimono il CaSR (Calcium Sensing Receptor), mentre nelle cellule che vanno incontro ad una trasformazione pre-neoplastica e pre-maligna ha un effetto di promotore della carcinogenesi, a causa delle parziale o totale mancanza del CaSR. La vitamina D esplica un’azione chemopreventiva mediante l’interazione con il calcio sia a livello di attivazione/inibizione delle vie antiproliferative/pro-differenzianti, sia favorendo l’espressione del CaSR. In questo contesto resta da comprendere il possibile ruolo esercitato da altri componenti degli stessi alimenti, come per esempio le proteine, nel determinare il fenotipo normale o patologico.
26-mag-2011
Settore MED/49 - Scienze Tecniche Dietetiche Applicate
Ruolo del calcio e della vitamina D nell'epitelio intestinale / A. Ferraretto. ((Intervento presentato al 4. convegno Simposio Biologia cellulare degli epiteli tenutosi a Milano nel 2011.
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