PROPRIETA’ IPOCOLESTEROLEMIZZANTI DI PEPTIDI E PROTEINE VEGETALI Anna Arnoldi Dipartimento di Endocrinologia, Fisiopatologia e Biologia applicata, Università degli Studi di Milano, via Balzaretti 9, Milano (anna.arnoldi@unimi.it) Nel 1999 la Food and Drug Administration americana ha approvato l’etichettatura degli alimenti a base di proteine di soia come prodotti dietetici utili per la prevenzione delle malattie cardiovascolari per la loro capacità di controllare la concentrazione serica del colesterolo LDL. In questo modo sono stati istituzionalizzati i risultati degli studi sperimentali e clinici condotti da numerosi gruppi di ricerca di tutto il mondo. Per quanto riguarda il meccanismo di azione, alcuni studi hanno messo in evidenza che le proteine hanno un ruolo preponderante nell’attività ipocolesterolemizzante della soia (1), mentre altri componenti di basso peso molecolare, ad es. gli isoflavoni, giocano un ruolo marginale. Considrando che le proteine dei semi delle Fabacee hanno una notevole omologia di sequenza, alcuni gruppi di ricerca, compreso il nostro, hanno intrapreso studi dettagliati sia di carattere chimico che biologico su altri legumi, vegetali che da sempre hanno un ruolo fondamentale nell’alimentazione umana in quasi tutti i paesi del mondo. Tra quelli maggiormente investigati possiamo annoverare il fagiolo (termine generico utilizzato per più specie dei generi Phaseolus e Vigna), il pisello proteico, la fava, il cece e il lupino. Sono a disposizione numerosi studi (2) condotti in differenti modelli animali, quali il ratto iperlipidemico e il suino, e un numero ristretto di studi clinici. In quasi tutti i casi sono state messe in evidenza interessanti attività farmacologiche, in particolare ipocolesterolemizzante, ipotensiva e ipoglicemizzante. Oltre alle proteine, altri componenti nutraceutici dei cotiledoni dei legumi sono l’amido, principalmente “resistente”, cioè a basso indice glicemico, le fibre solubili (mentre le insolubili si trovano nel tegumento), gli oligo alfa-galattosidi ad attività prebiotica, gli acidi grassi insaturi (compreso l’acido alfa-linolenico) e i polifenoli antiossidanti. Non bisogna poi dimenticare che i legumi contengono anche quantità spesso rilevanti di macro e micro elementi e di vitamine. L’attenzione del nostro gruppo si è focalizzata principalmente sul lupino, il legume che da un punto di vista compositivo è più simile alla soia (alto tenore proteico, ridotta presenza di amido, concentrazione relativamente elevata di acido alfa-linolenico). Proprio il contenuto elevato di proteine rende economico l’ottenimento di concentrati proteici da utilizzare come ingredienti alimentari. Studi condotti su un modello murino di ipercolesterolemia hanno messo in evidenza un’interessante attività ipocolesterolemizzante di questi concentrati (3), che ha trovato conferma in un nostro recente studio clinico su pazienti moderatamente ipercolesterolemici. Uno studio condotto in Australia ha messo in evidenza, invece, una potenziale attività ipotensiva (4). Bibliografia 1. Duranti M, et al. J Nutr 2004;134:1334-1339. 2. Sirtori CR, et al. Atherosclerosis 2009, 203, 8-17. 3. Sirtori CR, et al. J Nutr 2004;134:18-23. 4. Lee YM, et al. Eur J Nutr 2007;46:21-27.

Proprietà ipocolesterolemizzanti di proteine e peptidi vegetali / A. Arnoldi. ((Intervento presentato al convegno Convegno Nazionale della Società Italiana di Nutraceutica tenutosi a Milano nel 2010.

Proprietà ipocolesterolemizzanti di proteine e peptidi vegetali

A. Arnoldi
Primo
2010

Abstract

PROPRIETA’ IPOCOLESTEROLEMIZZANTI DI PEPTIDI E PROTEINE VEGETALI Anna Arnoldi Dipartimento di Endocrinologia, Fisiopatologia e Biologia applicata, Università degli Studi di Milano, via Balzaretti 9, Milano (anna.arnoldi@unimi.it) Nel 1999 la Food and Drug Administration americana ha approvato l’etichettatura degli alimenti a base di proteine di soia come prodotti dietetici utili per la prevenzione delle malattie cardiovascolari per la loro capacità di controllare la concentrazione serica del colesterolo LDL. In questo modo sono stati istituzionalizzati i risultati degli studi sperimentali e clinici condotti da numerosi gruppi di ricerca di tutto il mondo. Per quanto riguarda il meccanismo di azione, alcuni studi hanno messo in evidenza che le proteine hanno un ruolo preponderante nell’attività ipocolesterolemizzante della soia (1), mentre altri componenti di basso peso molecolare, ad es. gli isoflavoni, giocano un ruolo marginale. Considrando che le proteine dei semi delle Fabacee hanno una notevole omologia di sequenza, alcuni gruppi di ricerca, compreso il nostro, hanno intrapreso studi dettagliati sia di carattere chimico che biologico su altri legumi, vegetali che da sempre hanno un ruolo fondamentale nell’alimentazione umana in quasi tutti i paesi del mondo. Tra quelli maggiormente investigati possiamo annoverare il fagiolo (termine generico utilizzato per più specie dei generi Phaseolus e Vigna), il pisello proteico, la fava, il cece e il lupino. Sono a disposizione numerosi studi (2) condotti in differenti modelli animali, quali il ratto iperlipidemico e il suino, e un numero ristretto di studi clinici. In quasi tutti i casi sono state messe in evidenza interessanti attività farmacologiche, in particolare ipocolesterolemizzante, ipotensiva e ipoglicemizzante. Oltre alle proteine, altri componenti nutraceutici dei cotiledoni dei legumi sono l’amido, principalmente “resistente”, cioè a basso indice glicemico, le fibre solubili (mentre le insolubili si trovano nel tegumento), gli oligo alfa-galattosidi ad attività prebiotica, gli acidi grassi insaturi (compreso l’acido alfa-linolenico) e i polifenoli antiossidanti. Non bisogna poi dimenticare che i legumi contengono anche quantità spesso rilevanti di macro e micro elementi e di vitamine. L’attenzione del nostro gruppo si è focalizzata principalmente sul lupino, il legume che da un punto di vista compositivo è più simile alla soia (alto tenore proteico, ridotta presenza di amido, concentrazione relativamente elevata di acido alfa-linolenico). Proprio il contenuto elevato di proteine rende economico l’ottenimento di concentrati proteici da utilizzare come ingredienti alimentari. Studi condotti su un modello murino di ipercolesterolemia hanno messo in evidenza un’interessante attività ipocolesterolemizzante di questi concentrati (3), che ha trovato conferma in un nostro recente studio clinico su pazienti moderatamente ipercolesterolemici. Uno studio condotto in Australia ha messo in evidenza, invece, una potenziale attività ipotensiva (4). Bibliografia 1. Duranti M, et al. J Nutr 2004;134:1334-1339. 2. Sirtori CR, et al. Atherosclerosis 2009, 203, 8-17. 3. Sirtori CR, et al. J Nutr 2004;134:18-23. 4. Lee YM, et al. Eur J Nutr 2007;46:21-27.
feb-2010
Settore CHIM/10 - Chimica degli Alimenti
Proprietà ipocolesterolemizzanti di proteine e peptidi vegetali / A. Arnoldi. ((Intervento presentato al convegno Convegno Nazionale della Società Italiana di Nutraceutica tenutosi a Milano nel 2010.
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