L’iperbole, intesa come rapporto tra lo straniamento e la credibilità, si rivela essere una tecnica costante e ricorsiva nella prosa delle Operette morali. La sua funzione, nel progetto narrativo di Leopardi, è tanto più rilevante, quanto più i termini del discorso fanno emergere un rapporto complesso tra realtà e finzione, frequentemente sotteso da contrasti talora irriducibili. La modalità dell’enunciazione, la caratterizzazione dei personaggi, la forma retorica dell’ironia sono i luoghi privilegiati nei quali le valenze iperboliche della rappresentazione conducono da un lato verso l’amplificazione, dall’altro verso la riduzione. La realtà crudele e angosciosa del mondo umano è così veicolata da immagini fantastiche, da prospettive rovesciate, da forme stilistiche ed espressive che proiettano il lettore nella dimensione tragica dell’irrisione e del capovolgimento. Ai limiti estremi, e nella lotta costante dell’individuo con l’esistenza, la scrittura ragionativa leopardiana trasforma l’iperbole nella logica assurda di un paradosso, verosimile, ma non certo riconducibile a soluzione.

Iperbole e paradosso nelle Operette morali / L. Neri - In: Funzioni e finzioni dell'iperbole tra scienze e lettere / [a cura di] M. Barsi, G. Boccali. - [s.l] : Cisalpino, 2010. - ISBN 978-88-205-1017-6. - pp. 205-216 (( convegno Funzioni e finzioni dell'iperbole tra scienze e lettere tenutosi a Milano nel 2009.

Iperbole e paradosso nelle Operette morali

L. Neri
Primo
2010

Abstract

L’iperbole, intesa come rapporto tra lo straniamento e la credibilità, si rivela essere una tecnica costante e ricorsiva nella prosa delle Operette morali. La sua funzione, nel progetto narrativo di Leopardi, è tanto più rilevante, quanto più i termini del discorso fanno emergere un rapporto complesso tra realtà e finzione, frequentemente sotteso da contrasti talora irriducibili. La modalità dell’enunciazione, la caratterizzazione dei personaggi, la forma retorica dell’ironia sono i luoghi privilegiati nei quali le valenze iperboliche della rappresentazione conducono da un lato verso l’amplificazione, dall’altro verso la riduzione. La realtà crudele e angosciosa del mondo umano è così veicolata da immagini fantastiche, da prospettive rovesciate, da forme stilistiche ed espressive che proiettano il lettore nella dimensione tragica dell’irrisione e del capovolgimento. Ai limiti estremi, e nella lotta costante dell’individuo con l’esistenza, la scrittura ragionativa leopardiana trasforma l’iperbole nella logica assurda di un paradosso, verosimile, ma non certo riconducibile a soluzione.
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
2010
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