L'immigrazione massiccia in Italia, da paesi in via di sviluppo, è un fenomeno relativamente recente che ha assunto negli ultimi quindici anni una consistenza sempre maggiore, producendo importanti mutamenti all'interno della nostra società e imponendoci di integrare le questioni culturali, non solo nel nostro modo di concepire il mondo e le relazioni interpersonali, ma anche e soprattutto nella medicina e in tutto il sistema di cure socio sanitarie. L’esperienza della migrazione è considerata da molti autori un evento traumatico e di crisi poiché genera nell’individuo tensioni, dolore, sentimenti di solitudine e angoscia che solo attraverso un lavorio faticoso connotato da un alternarsi di fasi regressive e maturative, i cui esiti dipendono dal corredo personale ed esistenziale di ciascun individuo, ossia dalla sua dimensione culturale interna ed esterna, potranno risolversi e favorire l’integrazione con la comunità ospitante. I cittadini stranieri residenti in Italia, provenienti soprattutto da Romania, Albania, Marocco e Cina, sono pari al 7% dei residenti (ISTAT 2010),distribuiti sul territorio in maniera molto disomogenea. Oltre il 60% risiede infatti nelle regioni del Nord e in particolare in Lombardia, dove risiede il 23,2% di tutti gli stranieri soggiornanti sul territorio nazionale, che rappresenta la regione più significativa in tema di immigrazione poiché è il punto di riferimento nazionale per la salute riproduttiva, soprattutto in tema di ostetricia e ginecologia. Il numero delle donne che affrontano la migrazione è in crescita a causa dei ricongiungimenti familiari e quindi ciò determina un aumento delle richieste, da parte delle donne stesse, indirizzate ai servizi sociali e sanitari, soprattutto in tema di salute riproduttiva. In Lombardia nel 2007 la percentuale dei parti di donne straniere è stata del 19,1%; presso l’A.O. San Paolo di Milano, sede del lavoro di ricerca di questa tesi, nel 2005, i parti di donne straniere hanno rappresentato il 23,4% dei parti totali. Per tutti gli individui la migrazione è un evento traumatico, ma lo è ancora di più per una donna che vive l’esperienza della maternità in un paese straniero. Infatti la donna si trova sola, senza il sostegno della sua famiglia e deve partorire in un contesto diverso da quello del suo paese, dove le rappresentazioni di parto, di madre e di bambino sono differenti e questo spesso fa nascere in lei un senso di inadeguatezza. Spesso il personale socio sanitario aggrava le difficoltà di queste madri mandando loro messaggi di inadeguatezza e svalorizzando il loro sapere e ciò è dovuto in primis alle difficoltà linguistiche, ma anche alla differenza dei quadri culturali dei due attori della relazione terapeutica e all’assenza di formazione specifica in tema di immigrazione da parte degli operatori. Partendo da questi temi focali, si è proceduto alla stesura di indicazioni utili per la riorganizzazione dell’intero Percorso Nascita nonché alla progettazione del Percorso Formativo rivolto alle ostetriche ospedaliere. L’obiettivo è quello di accompagnare e sostenere adeguatamente le donne immigrate durante tutto il Percorso Nascita creando buone condizioni di assistenza e istituendo servizi improntati sul modello della clinica transculturale al fine di garantire un’assistenza integrata ed una presa in carico globale alle donne straniere e alle loro famiglie, instaurando un rapporto empatico, di accoglienza e comprensione che possa far emergere, nell’utenza, un atteggiamento di fiducia verso il servizio stesso.

Maternità fra le donne straniere - Elaborazione di un progetto didattico per il miglioramento dell'assistenza ostetrica al percorso nascita / V. Locatelli, D. Calistri. - [s.l] : CdL Magisgtrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche - Università degli Studi di Milano, 2011 Mar 16.

Maternità fra le donne straniere - Elaborazione di un progetto didattico per il miglioramento dell'assistenza ostetrica al percorso nascita

D. Calistri
Ultimo
2011

Abstract

L'immigrazione massiccia in Italia, da paesi in via di sviluppo, è un fenomeno relativamente recente che ha assunto negli ultimi quindici anni una consistenza sempre maggiore, producendo importanti mutamenti all'interno della nostra società e imponendoci di integrare le questioni culturali, non solo nel nostro modo di concepire il mondo e le relazioni interpersonali, ma anche e soprattutto nella medicina e in tutto il sistema di cure socio sanitarie. L’esperienza della migrazione è considerata da molti autori un evento traumatico e di crisi poiché genera nell’individuo tensioni, dolore, sentimenti di solitudine e angoscia che solo attraverso un lavorio faticoso connotato da un alternarsi di fasi regressive e maturative, i cui esiti dipendono dal corredo personale ed esistenziale di ciascun individuo, ossia dalla sua dimensione culturale interna ed esterna, potranno risolversi e favorire l’integrazione con la comunità ospitante. I cittadini stranieri residenti in Italia, provenienti soprattutto da Romania, Albania, Marocco e Cina, sono pari al 7% dei residenti (ISTAT 2010),distribuiti sul territorio in maniera molto disomogenea. Oltre il 60% risiede infatti nelle regioni del Nord e in particolare in Lombardia, dove risiede il 23,2% di tutti gli stranieri soggiornanti sul territorio nazionale, che rappresenta la regione più significativa in tema di immigrazione poiché è il punto di riferimento nazionale per la salute riproduttiva, soprattutto in tema di ostetricia e ginecologia. Il numero delle donne che affrontano la migrazione è in crescita a causa dei ricongiungimenti familiari e quindi ciò determina un aumento delle richieste, da parte delle donne stesse, indirizzate ai servizi sociali e sanitari, soprattutto in tema di salute riproduttiva. In Lombardia nel 2007 la percentuale dei parti di donne straniere è stata del 19,1%; presso l’A.O. San Paolo di Milano, sede del lavoro di ricerca di questa tesi, nel 2005, i parti di donne straniere hanno rappresentato il 23,4% dei parti totali. Per tutti gli individui la migrazione è un evento traumatico, ma lo è ancora di più per una donna che vive l’esperienza della maternità in un paese straniero. Infatti la donna si trova sola, senza il sostegno della sua famiglia e deve partorire in un contesto diverso da quello del suo paese, dove le rappresentazioni di parto, di madre e di bambino sono differenti e questo spesso fa nascere in lei un senso di inadeguatezza. Spesso il personale socio sanitario aggrava le difficoltà di queste madri mandando loro messaggi di inadeguatezza e svalorizzando il loro sapere e ciò è dovuto in primis alle difficoltà linguistiche, ma anche alla differenza dei quadri culturali dei due attori della relazione terapeutica e all’assenza di formazione specifica in tema di immigrazione da parte degli operatori. Partendo da questi temi focali, si è proceduto alla stesura di indicazioni utili per la riorganizzazione dell’intero Percorso Nascita nonché alla progettazione del Percorso Formativo rivolto alle ostetriche ospedaliere. L’obiettivo è quello di accompagnare e sostenere adeguatamente le donne immigrate durante tutto il Percorso Nascita creando buone condizioni di assistenza e istituendo servizi improntati sul modello della clinica transculturale al fine di garantire un’assistenza integrata ed una presa in carico globale alle donne straniere e alle loro famiglie, instaurando un rapporto empatico, di accoglienza e comprensione che possa far emergere, nell’utenza, un atteggiamento di fiducia verso il servizio stesso.
16-mar-2011
maternità ; donna straniera ; assistenza ostetrica
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Maternità fra le donne straniere - Elaborazione di un progetto didattico per il miglioramento dell'assistenza ostetrica al percorso nascita / V. Locatelli, D. Calistri. - [s.l] : CdL Magisgtrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche - Università degli Studi di Milano, 2011 Mar 16.
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