Benché trascorsi quarant’anni dalla morte dello scrittore, per il grande pubblico Mishima è ancora relegato al modello di presunto teorico di un’anacronistica ideologia nazionalista ispirata a destre politiche. Una lettura unidirezionale, che consegna Mishima all’archetipo esotico e abusato di una razza di samurai e kamikaze, e genera un’infondata percezione di quanto va ripartito fra “opere maggiori” e “opere minori” e fra opere appieno rappresentative dell’artista e quelle da considerarsi espressioni di uno specifico arco temporale. Sul piano della valutazione artistica globale, tale modello appare riduttivo, perché immola la poliedricità dei temi e delle forme d’espressione artistica che hanno informato Mishima nel corso della sua prolifica carriera. Uno degli ambiti più penalizzati sembrerebbe essere quello della sua produzione teatrale, sensibile di una sperimentazione inesausta. Il mondo del teatro e della musica, tuttavia, dalla metà degli anni ’80 ha avviato una sensibile deviazione di marcia. L’intervento prende in esame la ricca ricerca sperimentale dei Maestri artistici Sandro Sequi, Ida Kuniaki, Ingmar Bergman, Hans Ulrich Treichel e Hans Werner Henze, Tito Piscitelli e Ferdinando Bruni.
Se Mishima calca ancora le scene.. / V. Sica. - In: SIPARIO. - ISSN 1123-458X. - 730/731:(2011 Mar), pp. 42-52. ((Intervento presentato al convegno Mishima mon amour : l'uomo, lo scrittore, l'onore tenutosi a Bologna nel 2010.
Se Mishima calca ancora le scene...
V. SicaPrimo
2011
Abstract
Benché trascorsi quarant’anni dalla morte dello scrittore, per il grande pubblico Mishima è ancora relegato al modello di presunto teorico di un’anacronistica ideologia nazionalista ispirata a destre politiche. Una lettura unidirezionale, che consegna Mishima all’archetipo esotico e abusato di una razza di samurai e kamikaze, e genera un’infondata percezione di quanto va ripartito fra “opere maggiori” e “opere minori” e fra opere appieno rappresentative dell’artista e quelle da considerarsi espressioni di uno specifico arco temporale. Sul piano della valutazione artistica globale, tale modello appare riduttivo, perché immola la poliedricità dei temi e delle forme d’espressione artistica che hanno informato Mishima nel corso della sua prolifica carriera. Uno degli ambiti più penalizzati sembrerebbe essere quello della sua produzione teatrale, sensibile di una sperimentazione inesausta. Il mondo del teatro e della musica, tuttavia, dalla metà degli anni ’80 ha avviato una sensibile deviazione di marcia. L’intervento prende in esame la ricca ricerca sperimentale dei Maestri artistici Sandro Sequi, Ida Kuniaki, Ingmar Bergman, Hans Ulrich Treichel e Hans Werner Henze, Tito Piscitelli e Ferdinando Bruni.Pubblicazioni consigliate
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