Il saggio prende in considerazione due versioni cinematografiche di "The Tempest" di William Shakespeare: "The Tempest" (1979) di Derek Jarman, regista maledetto del cinema indipendente britannico, e "Prospero’s Books" (1991) di Peter Greenaway, cineasta aperto alla sperimentazione e all’ibridazione tra le arti. Il saggio mostra come, pur nella loro diversità, queste due riscritture cinematografiche, concepite nel solco delle tensioni seguite alla decolonizzazione britannica, siano accomunate da un medesimo disinteresse per un’interpretazione in termini coloniali (o post-coloniali) delle relazioni di potere tra i personaggi e da una stessa presa di distanza per una presentazione naturalistica dell’isola e della tempesta. In questi due film difficili da classificare, sia Jarman che Greenaway si scatenano piuttosto in un manieristico gioco di citazioni, che ridisegna il mondo in cui si muove Prospero attraverso una poetica del limine, del mobile e dell’incompiuto, fortemente compromessa con pratiche magico-esoteriche.
Tempeste di celluloide: Jarman e Greenaway a confronto / M. Cavecchi - In: Strehler e oltre : il Galileo di Brecht e la Tempesta di Shakespeare / [a cura di] G. Restivo, R.S. Crivelli, A. Anzi. - Bologna : CLUEB, 2010. - ISBN 978-88491-3402-5. - pp. 291-318 [10.1400/152082]
Tempeste di celluloide: Jarman e Greenaway a confronto
M. CavecchiPrimo
2010
Abstract
Il saggio prende in considerazione due versioni cinematografiche di "The Tempest" di William Shakespeare: "The Tempest" (1979) di Derek Jarman, regista maledetto del cinema indipendente britannico, e "Prospero’s Books" (1991) di Peter Greenaway, cineasta aperto alla sperimentazione e all’ibridazione tra le arti. Il saggio mostra come, pur nella loro diversità, queste due riscritture cinematografiche, concepite nel solco delle tensioni seguite alla decolonizzazione britannica, siano accomunate da un medesimo disinteresse per un’interpretazione in termini coloniali (o post-coloniali) delle relazioni di potere tra i personaggi e da una stessa presa di distanza per una presentazione naturalistica dell’isola e della tempesta. In questi due film difficili da classificare, sia Jarman che Greenaway si scatenano piuttosto in un manieristico gioco di citazioni, che ridisegna il mondo in cui si muove Prospero attraverso una poetica del limine, del mobile e dell’incompiuto, fortemente compromessa con pratiche magico-esoteriche.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.