SCOPO DELLA RICERCA Indagare sulle modalità e sui criteri utilizzati presso le Organizzazioni Sanitarie di Milano-Provincia e Monza -Brianza - Strutture Ospedaliere dotate di punti nascita di I o di II livello - per definire il fabbisogno di personale ostetrico dedicato al blocco-parto, partendo dal presupposto che, né a livello nazionale né internazionale, sono mai stati ideati metodi che rispondessero in modo chiaro ed efficace a questa esigenza. La presente indagine consiste in un'analisi descrittiva della attuale realtà; non pretende perciò trarre conclusioni generalizzabili o di avanzare correlazioni tra le variabili esaminate, se non, semplicemente, di ipotizzarle. MATERIALI E METODI Il progetto di mappatura del personale ostetrico dedicato all'area del parto ha coinvolto le Strutture Ospedaliere di Milano-Provincia e Monza-Brianza in cui è presente un punto nascita di I o Il livello. Nella ricerca sono stati inclusi Presidi di Aziende Ospedaliere pubbliche e Strutture Ospedaliere private accreditate; sono state quindi escluse le Case di Cura private non accreditate. Dei 17 punti nascita previsti dall'indagine, si sono ottenuti i dati di 14 di essi che, in relazione ai parti avvenuti in tutta la Regione Lombardia nel 2005, accolgono circa al 32.4% di quelli avvenuti presso strutture di I o Il livello. L'indagine, condotta tra i mesi di settembre 2010 e novembre 2010, ha previsto la somministrazione di un questionario strutturato ai Dirigenti S.I.T.R.A. di ciascuna struttura sanitaria, al fine di conoscere l'organizzazione delle U.O. di Ostetricia - livello di complessità assistenziale, report annuali, dati organizzativi e strutturali - e le dotazioni organiche (con particolare riferimento alle ostetriche di sala parto). Laddove l'Azienda Ospedaliera fosse dotata di più punti nascita, è stata prevista la compilazione di un questionario per ogni Presidio Ospedaliero. RISULTATI Non esistono metodi specifici per determinare il numero adeguato di ostetriche nella dotazione organica del blocco-parto; le stesse Organizzazioni Sanitarie non individuano criteri univoci e, oltre agli standard minimi per l'accreditamento definiti dal D.P.R. 14/01/1997 e dal D.G.R. Regione Lombardia 6/08/1998 noVI/38133, utilizzano principalmente dati storici: presenza storica di ostetriche in relazione al numero di sale parto, con ampliamento della dotazione organica in funzione dell'aumento delle attività. L'analisi dei dati raccolti ha portato ad una mappatura delle Organizzazioni Sanitarie oggetto dell'indagine e, al fine di comprendere più chiaramente le scelte organizzative, sono state ipotizzate correlazioni tra le variabili esaminate e sono stati messi a confronto i dati relativi ai punti nascita di I e II livello con quelli relativi al III livello, ottenuti in un'indagine parallela. Da questa analisi è emerso come: 1) laddove vi è un elevato numero di parti (grandi centri nascita di III livello) con un numero di ostetriche nella dotazione organica del blocco-parto ai limiti inferiori, aumenta il tasso dei tagli cesarei. Da un rapporto "n° parti assistiti/ostetriche per turno" più grande di uno, deriva l'incapacità di garantire un'assistenza one-to-one. 2) laddove vi è un elevato numero di parti (grandi centri nascita di III livello) con un numero di ostetriche nella dotazione organica del blocco-parto ai limiti superiori, diminuisce la percentuale di tagli cesarei. Il rapporto "n° parti assistiti/ostetriche per turno" uguale o inferiore a 1 può garantire l'assistenza one-to-one. 3)nei centri nascita di I livello, dato l'esiguo numero di parti, il rapporto "ostetriche/n° parti assistiti per turno" è sempre inferiore a 0.6 e l'assistenza fornita dall'ostetrica può essere definita nella maggior parte dei casi one-to-one. Purtroppo, un rapporto "ostetriche/n° parti assistiti per turno" anche se favorevole non rappresenta un fattore di riduzione dei tagli cesarei, al contrario tale percentuale risulta molto elevata. Si presume che l'assistenza ad un ridotto numero di parti, diminuisca la competenza degli operatori soprattutto nelle situazioni potenzialmente a rischio, che vengono risolte in tagli cesarei, magari non strettamente necessari. Si può dunque affermare che il "rapporto ideale n° parti assistiti/ostetrica per turno" si trova circa intorno a uno: dove può essere garantita l'assistenza one-to-one e dove, grazie all'esperienza clinica, non si riduce eccessivamente la competenza di fronte alle situazioni critiche. CONCLUSIONI La mancanza di un quadro di riferimento che dia indicazioni chiare alle Aziende sulle modalità organizzative, ha favorito il ricorso ad una eccessiva flessibilità nelle definizioni delle dotazioni organiche per il blocco-parto, per cui il numero di ostetriche varia nelle diverse realtà assistenziali in relazione alle scelte politiche e alla filosofia assistenziale di ciascuna Organizzazione. Per far fronte a questa complessa situazione sarebbe auspicabile individuare standard "globali" per la determinazione del personale ostetrico nei servizi sanitari ospedalieri. La definizione di indicatori universali, però, è un processo estremamente complesso, considerando come l'evento nascita sfugga a qualsiasi tentativo di misurazione e quantificazione in tempi predefiniti. La priorità, quindi, si dovrebbe spostare dalla mera quantificazione dei tempi necessari alla diverse attività, alla garanzia della continuità assistenziale. La continuità delle cure con un rapporto "one-to-one" è lo strumento attraverso il quale l'assistenza diventa personalizzata alla donna: questo processo avvalora e dà rilevanza al ruolo dell'ostetrica nel percorso nascita, portando verso l'umanizzazione e il miglioramento della qualità assistenziale, con maggiore soddisfazione della donna assistita e della stessa professionista ostetrica.

La dotazione organica di ostetriche per l'assistenza al parto. Indagine conoscitiva presso punti nascita di I e II livello a Milano-Provincia e Monza-Brianza / S.M. Moretti, S. Zorzan, P.A. Mauri. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2010 Nov.

La dotazione organica di ostetriche per l'assistenza al parto. Indagine conoscitiva presso punti nascita di I e II livello a Milano-Provincia e Monza-Brianza

P.A. Mauri
Ultimo
2010

Abstract

SCOPO DELLA RICERCA Indagare sulle modalità e sui criteri utilizzati presso le Organizzazioni Sanitarie di Milano-Provincia e Monza -Brianza - Strutture Ospedaliere dotate di punti nascita di I o di II livello - per definire il fabbisogno di personale ostetrico dedicato al blocco-parto, partendo dal presupposto che, né a livello nazionale né internazionale, sono mai stati ideati metodi che rispondessero in modo chiaro ed efficace a questa esigenza. La presente indagine consiste in un'analisi descrittiva della attuale realtà; non pretende perciò trarre conclusioni generalizzabili o di avanzare correlazioni tra le variabili esaminate, se non, semplicemente, di ipotizzarle. MATERIALI E METODI Il progetto di mappatura del personale ostetrico dedicato all'area del parto ha coinvolto le Strutture Ospedaliere di Milano-Provincia e Monza-Brianza in cui è presente un punto nascita di I o Il livello. Nella ricerca sono stati inclusi Presidi di Aziende Ospedaliere pubbliche e Strutture Ospedaliere private accreditate; sono state quindi escluse le Case di Cura private non accreditate. Dei 17 punti nascita previsti dall'indagine, si sono ottenuti i dati di 14 di essi che, in relazione ai parti avvenuti in tutta la Regione Lombardia nel 2005, accolgono circa al 32.4% di quelli avvenuti presso strutture di I o Il livello. L'indagine, condotta tra i mesi di settembre 2010 e novembre 2010, ha previsto la somministrazione di un questionario strutturato ai Dirigenti S.I.T.R.A. di ciascuna struttura sanitaria, al fine di conoscere l'organizzazione delle U.O. di Ostetricia - livello di complessità assistenziale, report annuali, dati organizzativi e strutturali - e le dotazioni organiche (con particolare riferimento alle ostetriche di sala parto). Laddove l'Azienda Ospedaliera fosse dotata di più punti nascita, è stata prevista la compilazione di un questionario per ogni Presidio Ospedaliero. RISULTATI Non esistono metodi specifici per determinare il numero adeguato di ostetriche nella dotazione organica del blocco-parto; le stesse Organizzazioni Sanitarie non individuano criteri univoci e, oltre agli standard minimi per l'accreditamento definiti dal D.P.R. 14/01/1997 e dal D.G.R. Regione Lombardia 6/08/1998 noVI/38133, utilizzano principalmente dati storici: presenza storica di ostetriche in relazione al numero di sale parto, con ampliamento della dotazione organica in funzione dell'aumento delle attività. L'analisi dei dati raccolti ha portato ad una mappatura delle Organizzazioni Sanitarie oggetto dell'indagine e, al fine di comprendere più chiaramente le scelte organizzative, sono state ipotizzate correlazioni tra le variabili esaminate e sono stati messi a confronto i dati relativi ai punti nascita di I e II livello con quelli relativi al III livello, ottenuti in un'indagine parallela. Da questa analisi è emerso come: 1) laddove vi è un elevato numero di parti (grandi centri nascita di III livello) con un numero di ostetriche nella dotazione organica del blocco-parto ai limiti inferiori, aumenta il tasso dei tagli cesarei. Da un rapporto "n° parti assistiti/ostetriche per turno" più grande di uno, deriva l'incapacità di garantire un'assistenza one-to-one. 2) laddove vi è un elevato numero di parti (grandi centri nascita di III livello) con un numero di ostetriche nella dotazione organica del blocco-parto ai limiti superiori, diminuisce la percentuale di tagli cesarei. Il rapporto "n° parti assistiti/ostetriche per turno" uguale o inferiore a 1 può garantire l'assistenza one-to-one. 3)nei centri nascita di I livello, dato l'esiguo numero di parti, il rapporto "ostetriche/n° parti assistiti per turno" è sempre inferiore a 0.6 e l'assistenza fornita dall'ostetrica può essere definita nella maggior parte dei casi one-to-one. Purtroppo, un rapporto "ostetriche/n° parti assistiti per turno" anche se favorevole non rappresenta un fattore di riduzione dei tagli cesarei, al contrario tale percentuale risulta molto elevata. Si presume che l'assistenza ad un ridotto numero di parti, diminuisca la competenza degli operatori soprattutto nelle situazioni potenzialmente a rischio, che vengono risolte in tagli cesarei, magari non strettamente necessari. Si può dunque affermare che il "rapporto ideale n° parti assistiti/ostetrica per turno" si trova circa intorno a uno: dove può essere garantita l'assistenza one-to-one e dove, grazie all'esperienza clinica, non si riduce eccessivamente la competenza di fronte alle situazioni critiche. CONCLUSIONI La mancanza di un quadro di riferimento che dia indicazioni chiare alle Aziende sulle modalità organizzative, ha favorito il ricorso ad una eccessiva flessibilità nelle definizioni delle dotazioni organiche per il blocco-parto, per cui il numero di ostetriche varia nelle diverse realtà assistenziali in relazione alle scelte politiche e alla filosofia assistenziale di ciascuna Organizzazione. Per far fronte a questa complessa situazione sarebbe auspicabile individuare standard "globali" per la determinazione del personale ostetrico nei servizi sanitari ospedalieri. La definizione di indicatori universali, però, è un processo estremamente complesso, considerando come l'evento nascita sfugga a qualsiasi tentativo di misurazione e quantificazione in tempi predefiniti. La priorità, quindi, si dovrebbe spostare dalla mera quantificazione dei tempi necessari alla diverse attività, alla garanzia della continuità assistenziale. La continuità delle cure con un rapporto "one-to-one" è lo strumento attraverso il quale l'assistenza diventa personalizzata alla donna: questo processo avvalora e dà rilevanza al ruolo dell'ostetrica nel percorso nascita, portando verso l'umanizzazione e il miglioramento della qualità assistenziale, con maggiore soddisfazione della donna assistita e della stessa professionista ostetrica.
nov-2010
midwife ; assistance one to one
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
La dotazione organica di ostetriche per l'assistenza al parto. Indagine conoscitiva presso punti nascita di I e II livello a Milano-Provincia e Monza-Brianza / S.M. Moretti, S. Zorzan, P.A. Mauri. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2010 Nov.
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