L’Archivio storico dell’Università degli studi di Milano conserva un piccolo ma rilevante archivio aggregato (21 cartelle e 8 registri che coprono il periodo 1944-1945), formato dalla documentazione dei campi d’internamento universitari istituiti in Svizzera in favore dei militari italiani che erano riusciti a espatriare nel territorio elvetico dopo la dissoluzione del Regio Esercito nel settembre 1943, per sfuggire all’arruolamento nelle forze della Repubblica sociale italiana o all’invio coatto nei campi di lavoro in Germania. Il contributo mette in luce soprattutto tre aspetti: il percorso di queste carte subito dopo la fine della guerra e le ragioni della loro presenza all’interno dell’archivio dell’Ateneo milanese, le attività di cui questi documenti sono testimonianza, e il problema del riconoscimento da parte del governo Parri degli esami sostenuti nei campi d’internamento con i contrasti sorti intorno a una possibile differenza di trattamento attuata al momento della loro legalizzazione.
Le carte dei campi d'internamento universitari per i militari italiani in Svizzera conservate dall'Università degli Studi di Milano / S.A. Twardzik (DOCUMENTI D'ARCHIVIO E DI LETTERATURA ITALIANA). - In: Spiriti liberi in Svizzera: la presenza di fuoriusciti italiani nella Confederazione negli anni del fascismo e del nazismo (1922-1945) / [a cura di] R. Castagnola, F. Panzera, M. Spiga. - Firenze : Franco Cesati, 2006. - ISBN 8876672079. - pp. 239-252 (( convegno Atti del Convegno internazionale di studi, Centro Monte Verità : Università degli studi : 8-9 novembre tenutosi a Ascona (Confederazione elvetica) : Milano nel 2004.
Le carte dei campi d'internamento universitari per i militari italiani in Svizzera conservate dall'Università degli Studi di Milano
S.A. TwardzikPrimo
2006
Abstract
L’Archivio storico dell’Università degli studi di Milano conserva un piccolo ma rilevante archivio aggregato (21 cartelle e 8 registri che coprono il periodo 1944-1945), formato dalla documentazione dei campi d’internamento universitari istituiti in Svizzera in favore dei militari italiani che erano riusciti a espatriare nel territorio elvetico dopo la dissoluzione del Regio Esercito nel settembre 1943, per sfuggire all’arruolamento nelle forze della Repubblica sociale italiana o all’invio coatto nei campi di lavoro in Germania. Il contributo mette in luce soprattutto tre aspetti: il percorso di queste carte subito dopo la fine della guerra e le ragioni della loro presenza all’interno dell’archivio dell’Ateneo milanese, le attività di cui questi documenti sono testimonianza, e il problema del riconoscimento da parte del governo Parri degli esami sostenuti nei campi d’internamento con i contrasti sorti intorno a una possibile differenza di trattamento attuata al momento della loro legalizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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