Introduzione:Gli studi osservazionali delle fasi di decomposizione del cadavere eseguiti in differenti ambienti, rappresentano un utile mezzo per l’indagine medico-legale che consente di ottenere informazioni sulla inter-relazione tra le caratteristiche ambientali, la permanenza di un corpo in una specifica zona e le alterazioni tafonomiche. E’ possibile, in tal modo, analizzare lo sviluppo di specifici quadri di decomposizione in diverse condizioni ambientali soprattutto in quelle che, di rado, sono oggetto di indagine sperimentale. Scopo del presente lavoro è lo studio macroscopico e microscopico dei fenomeni di decomposizione e tanatologici subiti da campioni animali lasciati a decomporsi sperimentalmente in diversi ambienti. Materiali e metodi: Gli ambienti analizzati sono stati: aria aperta, sacchi di plastica, acqua dolce e cemento e come modelli di decomposizione sono stati utilizzati 8 maiali (Linneus Scrofa) deceduti per cause indipendenti dallo studio. Di questi, uno presentava lesioni termiche (bruciature) prodotte sperimentalmente nel periodo post-mortem. Nel caso studiato all’aria aperta e nei sacchi di plastica sono stati effettuati rilievi sia macroscopici che istologici ogni 6 giorni per un totale di 7 settimane. Nel caso studiato nell’acqua dolce i campionamenti sono stati eseguiti ad un intervallo di tempo di 5, 10 e 15 settimane mentre, nel caso studiato nel cemento all’intervallo di 4, 9, 14, e 30 settimane. Risultati: I risultati macroscopici hanno evidenziato come i processi di decomposizione siano più rapidi nei campioni bruciati rispetto a quelli decomposti all’aria aperta, mentre risultino più rallentati nei campioni immersi in acqua dolce. Una maggiore conservazione dei tessuti si è registrata nei campioni inclusi in cemento. Inoltre, al contrario di quanto atteso dai dati della letteratura specifica, la decomposizione nel sacco di plastica è risultata essere molto rapida. I risultati istologici hanno mostrato, nel caso dei campioni bruciati, scarse alterazioni riferibili al periodo di putrefazione e grossolane alterazioni dovute all’azione termica esercitata. Nel caso dei campioni immersi in acqua dolce, le prime alterazioni putrefattive della cute sono apparse dopo 10 settimane di degradazione sperimentale; nel cemento dopo 4 settimane a carico di epitelio, derma e tessuto adiposo e, dopo 9 settimane, a carico del tessuto muscolare. Nel caso dei campioni decomposti all’aria aperta le prime alterazioni sono apparse dopo 2 settimane ed infine, nei maiali posti in sacco di plastica, dopo 1 settimana con alterazioni a carico del tessuto adiposo e muscolare e, dopo 2 settimane, a carico del derma. Conclusioni: Lo studio pilota presentato evidenzia una stretta dipendenza del processo putrefattivo post-mortale dall’ambiente esterno con alcune variabili che riguardano condizioni estreme di degradazione quali ad esempio il sacco di plastica o il cemento. I risultati preliminari necessitano di ulteriori casi da valutare al fine di studiare il processo di decomposizione nei differenti ambienti naturali o artificiali.

Decomposizione in diversi ambienti : analisi macroscopiche e microscopiche delle alterazioni post-mortali on modelli animali / A. Taborelli, S. Andreola, D. Porta, P. Poppa, G. Gentile, C. Cattaneo. ((Intervento presentato al 7. convegno Convegno Nazionale Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF) tenutosi a Santa Margherita Ligure nel 2010.

Decomposizione in diversi ambienti : analisi macroscopiche e microscopiche delle alterazioni post-mortali on modelli animali

A. Taborelli
Primo
;
D. Porta;P. Poppa;G. Gentile
Penultimo
;
C. Cattaneo
Ultimo
2010

Abstract

Introduzione:Gli studi osservazionali delle fasi di decomposizione del cadavere eseguiti in differenti ambienti, rappresentano un utile mezzo per l’indagine medico-legale che consente di ottenere informazioni sulla inter-relazione tra le caratteristiche ambientali, la permanenza di un corpo in una specifica zona e le alterazioni tafonomiche. E’ possibile, in tal modo, analizzare lo sviluppo di specifici quadri di decomposizione in diverse condizioni ambientali soprattutto in quelle che, di rado, sono oggetto di indagine sperimentale. Scopo del presente lavoro è lo studio macroscopico e microscopico dei fenomeni di decomposizione e tanatologici subiti da campioni animali lasciati a decomporsi sperimentalmente in diversi ambienti. Materiali e metodi: Gli ambienti analizzati sono stati: aria aperta, sacchi di plastica, acqua dolce e cemento e come modelli di decomposizione sono stati utilizzati 8 maiali (Linneus Scrofa) deceduti per cause indipendenti dallo studio. Di questi, uno presentava lesioni termiche (bruciature) prodotte sperimentalmente nel periodo post-mortem. Nel caso studiato all’aria aperta e nei sacchi di plastica sono stati effettuati rilievi sia macroscopici che istologici ogni 6 giorni per un totale di 7 settimane. Nel caso studiato nell’acqua dolce i campionamenti sono stati eseguiti ad un intervallo di tempo di 5, 10 e 15 settimane mentre, nel caso studiato nel cemento all’intervallo di 4, 9, 14, e 30 settimane. Risultati: I risultati macroscopici hanno evidenziato come i processi di decomposizione siano più rapidi nei campioni bruciati rispetto a quelli decomposti all’aria aperta, mentre risultino più rallentati nei campioni immersi in acqua dolce. Una maggiore conservazione dei tessuti si è registrata nei campioni inclusi in cemento. Inoltre, al contrario di quanto atteso dai dati della letteratura specifica, la decomposizione nel sacco di plastica è risultata essere molto rapida. I risultati istologici hanno mostrato, nel caso dei campioni bruciati, scarse alterazioni riferibili al periodo di putrefazione e grossolane alterazioni dovute all’azione termica esercitata. Nel caso dei campioni immersi in acqua dolce, le prime alterazioni putrefattive della cute sono apparse dopo 10 settimane di degradazione sperimentale; nel cemento dopo 4 settimane a carico di epitelio, derma e tessuto adiposo e, dopo 9 settimane, a carico del tessuto muscolare. Nel caso dei campioni decomposti all’aria aperta le prime alterazioni sono apparse dopo 2 settimane ed infine, nei maiali posti in sacco di plastica, dopo 1 settimana con alterazioni a carico del tessuto adiposo e muscolare e, dopo 2 settimane, a carico del derma. Conclusioni: Lo studio pilota presentato evidenzia una stretta dipendenza del processo putrefattivo post-mortale dall’ambiente esterno con alcune variabili che riguardano condizioni estreme di degradazione quali ad esempio il sacco di plastica o il cemento. I risultati preliminari necessitano di ulteriori casi da valutare al fine di studiare il processo di decomposizione nei differenti ambienti naturali o artificiali.
ott-2010
Settore MED/43 - Medicina Legale
Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF)
Decomposizione in diversi ambienti : analisi macroscopiche e microscopiche delle alterazioni post-mortali on modelli animali / A. Taborelli, S. Andreola, D. Porta, P. Poppa, G. Gentile, C. Cattaneo. ((Intervento presentato al 7. convegno Convegno Nazionale Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF) tenutosi a Santa Margherita Ligure nel 2010.
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