Questo lavoro si concentra sulla reale possibilità che il laureato magistrale ha di pianificare e condurre progetti di ricerca ostetrica, per rispondere, dove possibile, a quei quesiti che l’attività clinica e lavorativa quotidiana possono presentare. In ambito ostetrico in Italia, l’attività di ricerca ha da poco fatto la sua comparsa nella pratica. infatti il Decreto Ministeriale 14 Settembre 1994, n.740, relativo al profilo professionale, definisce nel primo articolo, comma 4, che “l’ostetrica … concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca” esplicitando le raccomandazioni CEE del 1992, che sottolineano i nuovi valori di responsabilità dell’ostetrica, evidenziando “l’importanza di promuovere la ricerca come una tra le possibili e assolutamente necessarie attività alla base della professione ostetrica, compresa l’acquisizione di strumenti scientifici e metodologici per essere in grado di stimare e valutare criticamente gli studi di ricerca ed applicarne i risultati alla propria pratica clinica”. La ricerca viene anche raccomandata dall’ OMS che “invita tutti gli Stati membri a formulare una strategia di ricerca diretta a stimolare studi su come aumentare ed applicare le conoscenze necessarie a sostenere le attività a favore della salute mondiale”. La ricerca deve diventare per l’ostetrica un valido strumento per arricchire le pratiche professionali incrementando e approfondendo le conoscenze possedute in un determinato settore o disciplina: lo sviluppo e l’affermazione di questi saperi diventeranno guida principale della pratica assistenziale, per migliorare o consolidare i comportamenti di care interessati allo stato di salute della persona e della comunità. Bisogna sottolineare come la ricerca e quindi il continuo approfondimento sulla pratica ostetrica, siano indispensabili per dare maggiore forza e rilievo a tutti i comportamenti e le prestazioni legati a un sapere antico da sempre tramandato sotto forma di “arte ostetrica”. In questo modo viene avvalorata e notevolmente ampliata la professionalità della classe specifica ridisegnando il suo ruolo sociale, da sempre molto legato alle tradizioni. L’ostetrica che prende parte al mondo della ricerca viene investita/o da numerose responsabilità tipiche di quest’attività: innanzitutto deve prevedere quanto incideranno i risultati della sua ricerca sulla salute della persona assistita e sulla collettività; deve conoscere e applicare correttamente il processo di ricerca per far sì che il progetto dia risultati validi e credibili; dovrà condividere e utilizzare i risultati ottenuti, nella pratica professionale, sempre nel rispetto dei principi etici condivisi. I dati risultati da uno studio di ricerca influenzano enormemente il modo in cui viene fornita ed impostata l’assistenza sanitaria; con la sempre maggiore rilevanza data alla ricerca scientifica, le decisioni dell’attività pratica clinica si baseranno sempre di più sulla ricerca e le diverse prove di efficacia. Chi opera nell’ambito sanitario viene messo quotidianamente a confronto con i diversi problemi relativi alla qualità dell’assistenza, sia per quanto riguarda l’efficacia e l’appropriatezza delle prestazioni sia in termini di soddisfazione dell’utenza e di esiti sulla salute. Sono questi problemi insieme alle intuizioni, alle sensazioni e alle idee che danno vita ai progetti di ricerca, favorendo il corretto processo per svilupparli, inteso come un insieme ben definito di attività scientifiche correlate tra loro che delinei gli obiettivi e la meta da perseguire, per migliorare la qualità dell’assistenza e delle prestazioni sanitarie, favorendo il cambiamento. Questa Tesi ha lo scopo di introdurre e avvalorare un progetto di ricerca condotto a partire da Marzo 2009 per 21 mesi presso la Clinica Luigi Mangiagalli della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. La Tesi spiegherà come un progetto di ricerca può nascere da una sensazione, abbinata ad alcune esperienze professionali collegate, alla rilevazione di un gruppo di ostetriche durante la loro pratica clinica in un reparto di puerperio. Lo scopo di questa tesi è quindi di dimostrare come dalla percezione di un operatore possa svilupparsi un progetto di ricerca completo, valido, approvato e condiviso. Questa progetto di ricerca ha analizzato se l’analgesia epidurale, usufruita da alcune donne durante il travaglio di parto, possa o meno influenzare il tempo d’insorgenza della montata lattea. Pertanto questo lavoro espliciterà tutti i passaggi fondamentali che devono essere eseguiti per costruire e completare il processo di ricerca, ed entrerà così nel merito della metodologia della ricerca.

L'analgesia in travaglio di parto: come le ostetriche possono rispondere agli interrogativi / I. Di Benedetto, P.A. Mauri, M. Negri. - Università degli Studi di Milano : Università degli Studi di Milano, 2010.

L'analgesia in travaglio di parto: come le ostetriche possono rispondere agli interrogativi

P.A. Mauri
Secondo
;
2010

Abstract

Questo lavoro si concentra sulla reale possibilità che il laureato magistrale ha di pianificare e condurre progetti di ricerca ostetrica, per rispondere, dove possibile, a quei quesiti che l’attività clinica e lavorativa quotidiana possono presentare. In ambito ostetrico in Italia, l’attività di ricerca ha da poco fatto la sua comparsa nella pratica. infatti il Decreto Ministeriale 14 Settembre 1994, n.740, relativo al profilo professionale, definisce nel primo articolo, comma 4, che “l’ostetrica … concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca” esplicitando le raccomandazioni CEE del 1992, che sottolineano i nuovi valori di responsabilità dell’ostetrica, evidenziando “l’importanza di promuovere la ricerca come una tra le possibili e assolutamente necessarie attività alla base della professione ostetrica, compresa l’acquisizione di strumenti scientifici e metodologici per essere in grado di stimare e valutare criticamente gli studi di ricerca ed applicarne i risultati alla propria pratica clinica”. La ricerca viene anche raccomandata dall’ OMS che “invita tutti gli Stati membri a formulare una strategia di ricerca diretta a stimolare studi su come aumentare ed applicare le conoscenze necessarie a sostenere le attività a favore della salute mondiale”. La ricerca deve diventare per l’ostetrica un valido strumento per arricchire le pratiche professionali incrementando e approfondendo le conoscenze possedute in un determinato settore o disciplina: lo sviluppo e l’affermazione di questi saperi diventeranno guida principale della pratica assistenziale, per migliorare o consolidare i comportamenti di care interessati allo stato di salute della persona e della comunità. Bisogna sottolineare come la ricerca e quindi il continuo approfondimento sulla pratica ostetrica, siano indispensabili per dare maggiore forza e rilievo a tutti i comportamenti e le prestazioni legati a un sapere antico da sempre tramandato sotto forma di “arte ostetrica”. In questo modo viene avvalorata e notevolmente ampliata la professionalità della classe specifica ridisegnando il suo ruolo sociale, da sempre molto legato alle tradizioni. L’ostetrica che prende parte al mondo della ricerca viene investita/o da numerose responsabilità tipiche di quest’attività: innanzitutto deve prevedere quanto incideranno i risultati della sua ricerca sulla salute della persona assistita e sulla collettività; deve conoscere e applicare correttamente il processo di ricerca per far sì che il progetto dia risultati validi e credibili; dovrà condividere e utilizzare i risultati ottenuti, nella pratica professionale, sempre nel rispetto dei principi etici condivisi. I dati risultati da uno studio di ricerca influenzano enormemente il modo in cui viene fornita ed impostata l’assistenza sanitaria; con la sempre maggiore rilevanza data alla ricerca scientifica, le decisioni dell’attività pratica clinica si baseranno sempre di più sulla ricerca e le diverse prove di efficacia. Chi opera nell’ambito sanitario viene messo quotidianamente a confronto con i diversi problemi relativi alla qualità dell’assistenza, sia per quanto riguarda l’efficacia e l’appropriatezza delle prestazioni sia in termini di soddisfazione dell’utenza e di esiti sulla salute. Sono questi problemi insieme alle intuizioni, alle sensazioni e alle idee che danno vita ai progetti di ricerca, favorendo il corretto processo per svilupparli, inteso come un insieme ben definito di attività scientifiche correlate tra loro che delinei gli obiettivi e la meta da perseguire, per migliorare la qualità dell’assistenza e delle prestazioni sanitarie, favorendo il cambiamento. Questa Tesi ha lo scopo di introdurre e avvalorare un progetto di ricerca condotto a partire da Marzo 2009 per 21 mesi presso la Clinica Luigi Mangiagalli della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. La Tesi spiegherà come un progetto di ricerca può nascere da una sensazione, abbinata ad alcune esperienze professionali collegate, alla rilevazione di un gruppo di ostetriche durante la loro pratica clinica in un reparto di puerperio. Lo scopo di questa tesi è quindi di dimostrare come dalla percezione di un operatore possa svilupparsi un progetto di ricerca completo, valido, approvato e condiviso. Questa progetto di ricerca ha analizzato se l’analgesia epidurale, usufruita da alcune donne durante il travaglio di parto, possa o meno influenzare il tempo d’insorgenza della montata lattea. Pertanto questo lavoro espliciterà tutti i passaggi fondamentali che devono essere eseguiti per costruire e completare il processo di ricerca, ed entrerà così nel merito della metodologia della ricerca.
2010
midwife ; research process
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
L'analgesia in travaglio di parto: come le ostetriche possono rispondere agli interrogativi / I. Di Benedetto, P.A. Mauri, M. Negri. - Università degli Studi di Milano : Università degli Studi di Milano, 2010.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/148406
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact