Il generalizzato disinteresse nei confronti della musica di scena stride col ruolo rilevante che essa svolge nel teatro di regìa: la componente musicale si è infatti definita nel panorama novecentesco quale ingrediente imprescindibile del “testo” dello spettacolo teatrale, concorrendo, alla pari degli altri elementi della messinscena, alla costruzione del senso. Non è un caso che fra i principali collaboratori di Giorgio Strehler vi fosse Fiorenzo Carpi (1918-1997), compositore di solida formazione: chiamato a collaborare col Piccolo Teatro di Milano fin dalla fondazione, ne divenne il “musicista ufficiale”. Carpi firmò la quasi totalità delle musiche degli spettacoli rappresentati al Piccolo, mostrando una camaleontica capacità di rispondere, in musica, alle più svariate letture registiche. Che nelle regìe strehleriane il contributo di Carpi non sia mai di cornice, bensì investito di un preciso valore drammaturgico, ben si evidenzia nell’Arlecchino servitore di due padroni, spettacolo simbolo del Piccolo Teatro, rimasto in repertorio dal 1947 ad oggi. La circostanza che dell’Arlecchino Strehler abbia curato dieci diverse edizioni consente di evidenziare come, mutando l’impostazione registica dello spettacolo, si sia di pari passo modificata la corrispondente partitura musicale. Ad esempio la volontà, incarnata nell’edizione del 1956, di soppiantare la precedente lettura stilizzata del testo goldoniano con uno spaccato storico-sociale della vita e delle modalità rappresentative dei Comici dell’Arte lasciò segni profondi nella concezione della musica di scena: Carpi aggiunse canzoni popolari e parodie del melodramma, e il pezzo strumentale d’apertura – contrassegno sonoro dello spettacolo – venne interamente ripensato, trasformato da gavotta screziata di neoclassicismo in rozza marcetta. Analogamente l’approfondimento psicologico dei personaggi, evidenziatosi nel tempo, si è potuto far forte della componente musicale; Pantalone, nel pronunciare il proprio monologo su un sottofondo ideato da Carpi – una sorta di Leitmotiv espressivo ed esistenziale che Carpi avrebbe più volte riutilizzato nel corso della sua carriera –, diviene, da maschera, uomo: il nostalgico sopravvissuto di un mondo scomparso.

Fiorenzo Carpi al Piccolo Teatro : spunti per lo studio della musica di scena / D. Verga. ((Intervento presentato al 14. convegno Incontro dei Dottorati di ricerca in Discipline musicali tenutosi a Bologna nel 2010.

Fiorenzo Carpi al Piccolo Teatro : spunti per lo studio della musica di scena

D. Verga
Primo
2010

Abstract

Il generalizzato disinteresse nei confronti della musica di scena stride col ruolo rilevante che essa svolge nel teatro di regìa: la componente musicale si è infatti definita nel panorama novecentesco quale ingrediente imprescindibile del “testo” dello spettacolo teatrale, concorrendo, alla pari degli altri elementi della messinscena, alla costruzione del senso. Non è un caso che fra i principali collaboratori di Giorgio Strehler vi fosse Fiorenzo Carpi (1918-1997), compositore di solida formazione: chiamato a collaborare col Piccolo Teatro di Milano fin dalla fondazione, ne divenne il “musicista ufficiale”. Carpi firmò la quasi totalità delle musiche degli spettacoli rappresentati al Piccolo, mostrando una camaleontica capacità di rispondere, in musica, alle più svariate letture registiche. Che nelle regìe strehleriane il contributo di Carpi non sia mai di cornice, bensì investito di un preciso valore drammaturgico, ben si evidenzia nell’Arlecchino servitore di due padroni, spettacolo simbolo del Piccolo Teatro, rimasto in repertorio dal 1947 ad oggi. La circostanza che dell’Arlecchino Strehler abbia curato dieci diverse edizioni consente di evidenziare come, mutando l’impostazione registica dello spettacolo, si sia di pari passo modificata la corrispondente partitura musicale. Ad esempio la volontà, incarnata nell’edizione del 1956, di soppiantare la precedente lettura stilizzata del testo goldoniano con uno spaccato storico-sociale della vita e delle modalità rappresentative dei Comici dell’Arte lasciò segni profondi nella concezione della musica di scena: Carpi aggiunse canzoni popolari e parodie del melodramma, e il pezzo strumentale d’apertura – contrassegno sonoro dello spettacolo – venne interamente ripensato, trasformato da gavotta screziata di neoclassicismo in rozza marcetta. Analogamente l’approfondimento psicologico dei personaggi, evidenziatosi nel tempo, si è potuto far forte della componente musicale; Pantalone, nel pronunciare il proprio monologo su un sottofondo ideato da Carpi – una sorta di Leitmotiv espressivo ed esistenziale che Carpi avrebbe più volte riutilizzato nel corso della sua carriera –, diviene, da maschera, uomo: il nostalgico sopravvissuto di un mondo scomparso.
29-mag-2010
Fiorenzo Carpi ; Giorgio Strehler ; Piccolo Teatro ; musica di scena ; Arlecchino servitore di due padroni ; Goldoni
Settore L-ART/05 - Discipline Dello Spettacolo
Settore L-ART/07 - Musicologia e Storia della Musica
Università di Bologna
Il Saggiatore musicale
http://soundspaces.it/quattordicesimo-incontro-dei-dottorati-di-ricerca-in-discipline-musicali/
Fiorenzo Carpi al Piccolo Teatro : spunti per lo studio della musica di scena / D. Verga. ((Intervento presentato al 14. convegno Incontro dei Dottorati di ricerca in Discipline musicali tenutosi a Bologna nel 2010.
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